Diocesi. Renzo Buricchi, il tabaccaio di Prato, dalla tessera del Pci a "servo di Dio"
L'8 ottobre 2022 nella sala del capitolo del complesso di San Domenico in Prato alle ore 10 si svolgerà la prima sessione dell’inchiesta diocesana della beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Renzo Pietro Buricchi. L'annuncio è stato dato dal cancelliere vescovile don Vincent Souly con lettura pubblica dell’editto con il quale si è aperta ufficialmente la causa per il «Tabaccaio di Prato».
La notizia è stata annunciata nella Messa presieduta domenica, domenica 19 giugno, in Cattedrale dal vescovo Giovanni Nerbini, alla presenza del postulatore della causa don Alessandro Andreini, dei nipoti e dei discepoli di Buricchi.
Il suo nome, la sua figura e la sua originale teologia, iniziano a uscire dal «nascondimento», come ama dire chi lo ha conosciuto, grazie al primo libro del suo biografo Marcello Pierucci, intitolato "Un cipresso per maestro". I primi a rimanere affascinati dalle sue parole e dalla sua mistica sono stati il vescovo emerito Gastone Simoni e don Giuseppe Billi, che diverrà assistente spirituale dei piccoli cerchi, i gruppi di preghiera nati nel nome del Tabaccaio.
«È stato un personaggio davvero straordinario nella sua assoluta semplicità e ordinarietà di vita che ha segnato profondamente, attraverso il suo stile e la sua preghiera, quanti lo hanno incontrato, anche occasionalmente – ha detto il vescovo Nerbini nell’omelia di domenica – al punto che, a molti anni di distanza dalla sua morte, il suo ricordo non solo non si è attenuato in chi lo ha conosciuto e frequentato ma è andato crescendo arrivando a toccare le persone lontane del tempo e nello spazio dalla sua vicenda umana e cristiana».
Il postulatore don Alessandro Andreini ha confermato che «ci sono tante persone che vedono in Renzo Buricchi un uomo che ha vissuto il Vangelo in maniera seria, radicale e, questo lo verificheremo, in maniera eroica. Con questa causa di beatificazione la Chiesa ha dato risposta alla voce del popolo».
Fu il vescovo Gastone Simoni il primo a venire a conoscenza della figura di Buricchi, così volle conoscere l'amico e biografo Marcello Pierucci e lo invitò a costituire l’associazione Il Cenacolo nominando don Giuseppe Billi assistente spirituale; sotto l’episcopato di monsignor Franco Agostinelli venne organizzato nel 2016 un convegno in palazzo vescovile intitolato “Dono e sorpresa per la nostra città” e oggi, con monsignor Giovanni Nerbini si è dato il via libera all'inchiesta diocesana, la prima fase del processo che serve per arrivare, in caso di accoglimento da parte della Congregazione per le cause dei Santi, alla beatificazione.
Chi era Renzo Buricchi
Nato a Seano nel 1913, di estrazione contadina. Per oltre quarant’anni Renzo Buricchi ha servito caffè e venduto sigarette nel suo bar in piazza del Comune a Prato. Era un tipo alquanto singolare, questo lo sapevano soprattutto i suoi clienti che lo sentivano parlare dietro il bancone di Gesù, dell'eternità e della natura. Aveva la tessera del partito comunista ed era cugino dei fratelli Buricchi, partigiani protagonisti della Resistenza e morti nel 44' a Poggio alla Malva, in un'azione di sabotaggio a un treno carico di esplosivo che sarebbe servito all'esercito tedesco; in pochi, dunque, si sarebbero aspettati che il tabaccaio di piazza del Comune fosse considerato degno di iniziare un processo di beatificazione su richiesta della Diocesi di Prato.
Morto nel 1983, semi analfabeta, ha nutrito un amore profondo per l’uomo e per il mistero che lo lega a Dio e a Cristo. A far scoprire la sua storia è stato Pierucci, amico e testimone di quel periodo, attraverso due libri: uno dei quali «Renzo Buricchi. Il mistero eterno, la natura e i piccoli cerchi sul cammino del tabaccaio di Prato», mentre l'altro «Un cipresso per maestro» sta viaggiando grazie al passaparola verso la quinta edizione. «La vita, le catechesi e il suo esempio sono un tesoro nascosto, chiunque conosce questa storia ne rimane incuriosito e affascinato» ha spiegato il biografo.
Nel nuovo libro dedicato al “Tabaccaio”, il protagonista è l'amico, Pierucci stesso, a raccontare in 250 pagine di come un giovane giornalista dell’Unità, iscritto al partito comunista, divenuto ateo e anche un po’ mangiapreti, non solo si sia riavvicinato alla fede, ma abbia compreso la «maternità» della Chiesa. E tutto questo grazie all’insegnamento di Buricchi.
E di storia straordinaria e ricca eredità ha parlato anche il vescovo di Prato, che ha descritto la vita e la figura del “Tabaccaio di Prato”, uomo di umili origini divenuto “strumento per un’opera più grande di lui” nella prefazione dell’ultimo libro dedicato a Buricchi, edito da Prato Cultura e intitolato “La Capanna dei Piccoli Cerchi” – i “punti luce”, sparsi in Italia e nel mondo, nessuno ha contezza di quanti siano e continuano nella incessante attività di preghiera tipica del carisma di Buricchi.