Chiesa

Giubileo della Misericordia. Porta Santa a Baghdad. «Non temiamo il martirio»

Ilaria Solaini sabato 19 dicembre 2015
A Baghdad la Porta Santa è stata aperta dal patriarca caldeo Louis Sako nella più antica Cattedrale cattolica del Paese, intitolata alla “Madonna Addolorata”, da poco restaurata e dove sono sepolti i patriarchi della chiesa irachena. “La Misericordia è il cammino del cristiano” è il tema della lettera pastorale del patriarca caldeo di Baghdad, Louis Sako, con cui ha invitato i cristiani d’Iraq, ormai meno di 500mila rispetto al milione e mezzo dei primi anni Duemila, a celebrare il Giubileo della Misericordia. Nella Cattedrale intitolata alla Madonna Addolorata - la prima Chiesa cattolica a Baghdad, simbolo di speranza per i cristiani -  il patriarca Sako, assieme a tutti i vescovi e i sacerdoti, ha presieduto l'apertura della Porta Santa in un momento difficile per la minoranza cristiana che vive, da sfollata all’interno del proprio Paese, questo Anno Santo e il prossimo Natale, a causa delle continue violenze del sedicente Stato islamico. «Testimoniare può condurre al martirio e noi non abbiamo paura - ha sottolineato il patriarca Sako -. Siamo pronti a tutto. Abbiamo già dato tanti martiri in questi dodici anni: un vescovo, cinque preti, ma anche 1267 laici fedeli che hanno dato la loro vita per la loro fede». In un'intervista alla Radio Vaticana il patriarca Sako ha spiegato che i cristiani in Iraq vivono un momento molto doloroso: «La nostra notte è lunga e oscura purtroppo ma abbiamo anche tanta speranza basata sulla parola del Signore Gesù. Questo Anno della Misericordia è all’inizio del Natale, in un momento di preparazione. È dunque una chiamata per noi, malgrado tutto, ad entrare nei valori e nel senso del Natale». «Aprire una Porta Santa - ha aggiunto il patriarca caldeo di Baghdad - è una cosa simbolica: vuol dire uscire o passare da ciò che noi viviamo qui e andare verso la misericordia, la riconciliazione, ma anche la gioia della grazia del perdono, che il Signore ci dà. Come sta facendo Papa Francesco con tanto entusiasmo, dobbiamo comprendere la nostra situazione e il senso di questi eventi con fede, fiducia e speranza. Ma dobbiamo anche avere coraggio e pazienza».