Il tema. Si riduce il popolo delle parrocchie. E vota (per lo più) a destra
La celebrazione della Messa in una parrocchia italiana
È ancora in gran parte cattolica l’Italia. O almeno così la Penisola si percepisce. Ma va sempre meno in chiesa, anche se continua a pregare. Neppure due italiani su dieci partecipano alla Messa tutte le domeniche. Sono più donne che uomini. E sono soprattutto ultra cinquantenni, mentre si assottiglia la presenza dei giovani. Un “piccolo” gregge che però alla politica non è indifferente: va a votare più di chi non si ritrova intorno alla mensa eucaristica. E, quando è davanti all’urna, sceglie il centrodestra piuttosto che il centrosinistra. I più assidui praticanti sono gli elettori di Forza Italia, Azione-Italia Viva e Fratelli d’Italia, i meno vicini all’altare quelli della Lega e dei Cinque stelle.
Con un’espressione forte, e forse troppo sbrigativa, viene definito in «declino» il popolo delle parrocchie italiane. Una parola che dà il titolo dell’”indagine del comportamento religioso” nel Paese voluta dalla rivista Il Regno. La testata la presenta nell’incontro “La terza questione. La Chiesa, i cattolici, l’Italia” aperto il 5 ottobre nel monastero benedettino di Camaldoli fra i monti dell’Appennino nell’ultimo lembo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Duemila interviste che raccontano «il costante calo dell’adesione» alla vita di fede e che fanno emergere tre fenomeni se si confrontano i dati con quelli dell’analoga ricerca del Regno realizzata nel 2009, spiega Paolo Segatti, docente di sociologia politica all’Università di Milano, che ha condotto lo studio con Arturo Parisi: il Covid ha allontanato i più anziani dalle assemblee liturgiche; i nonni rimangono a casa e assistono in televisione ai riti; crescono complessivamente i non-credenti.
Eppure il punto di partenza è quello di una nazione che per il 72,7% si dichiara cattolica. Al contempo il segmento di chi si dice ateo o non-credente passa dal 6,2% del 2009 all’attuale 15,9%. Un’impennata trainata in particolare dai giovani: gli agnostici sono un terzo degli under 30. La Messa attrae di meno. Chi prende parte a una celebrazione almeno una volta alla settimana è il 18% della popolazione, a fronte di un 37% che non assiste mai a una funzione. In 14 anni la quota dei praticanti si è ridotta del 10%. E si contrae quando l’età si abbassa: si va da oltre il 40% fra gli over 75 a meno del 10% fra gli under 30. E dire che il 61% degli italiani prega: non fra le navate ma al di fuori delle liturgie. Una cifra superiore a quanti riferiscono di credere in Dio: il 57%. Anche se non si varcano i portoni sui sagrati, la fiducia verso la Chiesa cattolica resta alta: il 58% la apprezza. Ha un gradimento maggiore quando è chiamata a soddisfare i bisogni spirituali (45%), a rispondere alle questioni familiari (38%), ad affrontare i problemi sociali legati alla crisi economica (38%), a far sentire la sua voce sui drammi dei migranti (55%). Invece sono meno graditi gli interventi in tema di testamento biologico (il 38% è a favore delle prese di posizioni ecclesiali), di omosessualità (38%) e di aborto (47%).
I fedeli all'uscita della Messa in una parrocchia italiana - Siciliani
All’ombra del campanile l’attenzione al bene comune rimane comunque alto. Come dimostra la propensione al voto: l’85% di chi partecipa tutte le settimane all’Eucaristia spiega di essersi recato al seggio alle Politiche del 2022, il 14% in più di chi non mette mai piede in chiesa. In un’assemblea liturgica ideale - secondo l’analisi della rivista -, il 30% vota Fratelli d’Italia, il 27% Pd, il 14% Forza Italia, il 10% Cinque stelle, l’8% Terzo polo e appena il 2% Lega.
Numeri che cambiano quando vengono messi a confronto il bacino elettorale di ciascun partito e la “prossimità” alla Messa. La forza politica che ha la maggiore percentuale di frequentanti è Forza Italia (il 33% di elettori), seguita dal Terzo polo (24%), Fratelli d’Italia (22%), Pd (19%). In coda M5s (11%) e Lega (10%) che hanno meno elettori “pro Messa” della Sinistra (15%). I picchi di “assenti” ai riti si registrano fra le fila della Sinistra (il 48% non va mai a Messa) e del Terzo polo (46%). «I cattolici si posizionano nell’area di centro, sia fra coloro che guardano al centrodestra, sia fra quanti sono vicini al centrosinistra - sostengono i ricercatori -. L’ondata populista che ha colpito il sistema politico italiano non riguarda particolarmente i cattolici. E quelli praticanti sono meno esposti alle sirene populiste e sovraniste».