Chiesa

Vangelo & vita. Giovani (e adulti), così si scala la montagna delle nostre paure

don Lello Ponticelli giovedì 5 aprile 2018

Group Of High School Students Taking Selfie Photograph

Stavamo parlando della bellezza di vivere in modo semplice, senza preoccuparsi dell'abito griffato o dell'ultimo modello di telefonino... Era una ragazza intelligente, sensibile, all'apparenza molto sicura di sé e determinata, elegantemente eccentrica, incuriosita da Gesù e da alcune sue parole nel Vangelo di Luca ascoltate qualche giorno prima nell'incontro di preparazione alla Cresima. Dopo anni di rigetto e indifferenza verso la Chiesa era toccata dall'invito di Gesù a una vita semplice ed essenziale: «Guardate i gigli del campo e gli uccelli del cielo...». A un certo punto del nostro colloquio personale lei stessa fa notare che il suo modo di vivere, l'abbigliamento firmato, il look quasi "urlato" che richiamava subito l'attenzione altrui, e però stranamente distanziante, dinanzi a quelle parole di Gesù a non preoccuparsi del cibo e del vestito li avvertiva come una "stonatura"; ma non sapeva farne a meno. E io di rimando: «Come mai?». «Per paura», mi dice subito lei. «Sì, per paura io mi vesto così, mi trucco così, mi atteggio così... Così mi proteggo dagli altri... Mi sembra che tutto questo mi faccia da scudo». E qui il paradosso: aveva paura degli altri, ma con i suoi "scudi" ne cercava ansiosamente lo sguardo, quasi a voler sapere se esisteva veramente al mondo e se qualcuno si accorgeva di lei. E perciò la paura degli altri, come una matrioska, ne nascondeva una più profonda, quella di essere "invisibile", e perciò terribilmente sola.

Messaggi in bottiglia

Si potrebbero raccontare tante testimonianze di giovani che vivono quasi in compagnia della paura, velata e rivelata in tante forme, da cui cercano di scappare o difendersi come possono; ma dietro la paura i giovani lasciano intravedere anche un desiderio, una ricerca, una fame da soddisfare per poter avere la forza di stare ancora in piedi e, un po' per volta, di spiccare il volo inseguendo i propri sogni finalmente liberati. Il discernimento e l'ermeneutica delle paure è urgente e necessario per tutti, ma in modo particolare per i giovani. Come adulti siamo chiamati a intercettare per tempo e rispettosamente i "messaggi in codice" che i giovani, spesso come naufraghi della vita, furtivamente nascondono dentro "bottiglie" di vario genere lanciate nel mare aperto della vita, nella speranza che qualcuno le raccolga. E Papa Francesco è certamente tra questi!

Maria & i nostri "like"

Nel recente messaggio per la Giornata mondiale della Gioventù celebrata la Domenica delle Palme, prendendo spunto dall'invito a non temere che l'angelo Gabriele rivolge a Maria, affronta direttamente il tema della paura nella vita dei giovani e come in una conversazione intima e personale chiede: «E voi giovani, quali paure avete? Che cosa vi preoccupa più nel profondo? Non abbiate timore di guardare con onestà alle vostre paure, riconoscerle per quello che sono e fare i conti con esse». Ma la sua esperienza è lunga, la sua "lettura" del cuore dei giovani è arguta, perciò con la tenerezza, la saggezza, la fiducia e l'autorevolezza dei nonni se ne fa interprete: «Una paura "di sottofondo" che esiste in molti di voi è quella di non essere amati, benvoluti, di non essere accettati per quello che siete». Poi papa Francesco, come rivolgendosi a tutti noi, adulti spesso distratti e superficiali, offre qualche dritta per aiutarci a capire: «Oggi sono tanti i giovani che hanno la sensazione di dover essere diversi da ciò che sono in realtà, nel tentativo di adeguarsi a standard spesso artificiosi e irraggiungibili. Fanno continui "fotoritocchi" delle proprie immagini, nascondendosi dietro a maschere e false identità, fin quasi a diventare loro stessi un "fake". C'è in molti l'ossessione di ricevere il maggior numero possibile di "mi piace". E da questo senso di inadeguatezza sorgono tante paure e incertezze. Altri temono di non riuscire a trovare una sicurezza affettiva e rimanere soli. In molti, davanti alla precarietà del lavoro, subentra la paura di non riuscire a trovare una soddisfacente affermazione professionale, di non veder realizzati i propri sogni. Sono timori oggi molto presenti in molti giovani, sia credenti che non credenti».

Nada te turbe...

Ma quali passi suggerisce il Papa per discernere e accompagnare nelle paure e oltre la paura i nostri giovani e, forse, non solo loro? Il primo passo è identificare con chiarezza e dare un nome alle paure. Il secondo è aprirsi alla vita, affrontando con serenità le sue sfide, senza chiudersi e barricarsi per difendersi da tutti e da tutto. Il terzo passo è quello di rinnovare la propria fede e la propria fiducia in Dio come nella bontà fondamentale dell'esistenza e nella "vocazione" che Lui ha donato a ciascuno: «Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta» (Nulla ti turbi, nulla ti spaventi; a chi ha Dio nulla manca) prega Teresa d'Avila. Con quali attrezzi scavare e scalare le paure? Pellegrini dentro e oltre le proprie paure, nella bisaccia mettiamo l'essenziale: il silenzio della preghiera, l'ascolto della voce di Dio nella sua Parola e nel segreto del cuore, la misericordia invocata e ricevuta nel sacramento della Riconciliazione, l'unione intima e amichevole con lui nella comunione eucaristica. Ma altrettanto necessari sono il confronto con gli altri, una guida spirituale... E poi l'apertura ai problemi della città e del mondo, la gioia di godere dell'incontro e dell'amicizia, il gusto di sognare insieme un mondo più bello. E tutto questo guardando a Maria, giovane donna di Nazaret, chiamata dall'Altissimo a fare grandi cose, che si è lasciata afferrare e condurre dalla "grazia di Dio", fidandosi di una semplice parola – «Non temere» – come farà anche il suo sposo Giuseppe. A proposito, il Papa fa notare che l’invito di Dio a «non temere» nella Bibbia è ripetuto in tutte le sue sfumature per ben 365 volte, come a dire che ogni giorno dell'anno il Signore ci vuole liberi dalla paura. E tu lo vuoi?
padre spirituale al Seminario maggiore di Napoli