Chiesa

Chiesa. Monsignor Pompili ordinato vescovo

Mimmo Muolo sabato 5 settembre 2015
Chi è il Vescovo? «Il nostro ministero - ha sottolineato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei - dipende non tanto dalle nostre qualità (che restano comunque un buono strumento) e neppure in primo luogo dall’offrire la nostra vita agli altri: dipende innanzitutto dall’offrire il nostro cuore a Dio. Non si tratta, infatti, di essere dei conquistatori di anime, ma prima di tutto di essere noi conquistati da Cristo». Nella Cattedrale di Rieti, il porporato ha ordinato vescovo monsignor Domenico Pompili, già direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali e sottosegretario della Cei, che così ha fatto il suo ingresso nella diocesi laziale. E con queste parole gli ha indicato la strada da percorrere nel suo nuovo ministero. Alla celebrazione hanno partecipato autorità (anche diversi parlamentari), amici, parenti e semplici fedeli, sotto lo sguardo attento e commosso di mamma Elisabetta e di papà Paolo. «Voglio consegnarvi la parola del Vangelo, "Effatà, apriti" - ha detto alla fine il nuovo vescovo - per non essere più sordi a Dio». Ed è come un accenno di progetto pastorale. Sono venuti dalla diocesi di Anagni-Alatri (sua Chiesa di origine), dalla Cei e tutta la zona di Rieti per stringersi intorno a lui. Sono venuti quattro cardinali (Angelo Bagnasco, Agostino Vallini, vicario di Roma, Giuseppe Betori, Firenze, e Gualtiero Bassetti, Perugia) e 35 tra arcivescovi e vescovi per imporgli le mani. Tra questi ultimi i quattro conconsacranti: il suo predecessore sulla Cattedra reatina, Delio Lucarelli, che all'inizio lo ha salutato a nome di tutti; il vescovo di Anagni-Alatri, Lorenzo Loppa, il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, e l'emerito di Viterbo, Lorenzo Chiarinelli. E nel prebiterio ci sono anche un centinaio di sacerdoti, tra i quali il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. «Dove porterai il tuo Popolo? - ha chiesto nell'omelia Bagnasco - Esso già guarda a te con simpatia e fiducia». Di qui l'esortazione del porporato ad essere «davanti» alla gente, per indicare la meta, ma anche «in mezzo al gregge per ascoltare ed esortare» e «dietro per invitare chi si distrae, incoraggiare chi è stanco, curare chi è ferito». Uno sguardo particolare, ricorda però il presidente della Cei, deve essere quello «verso i deboli e i poveri. Non è questione di preferenze, ma di giustizia, anzi d’amore». Parole che monsignor Pompili mette subito in pratica, recandosi a salutare gli ammalati che hanno seguito la celebrazione su un maxischermo nella vicina Chiesa di san Domenico. In precedenza monsignor Pompili era stato accolto nella centrale piazza Vittorio Emanuele II, davanti al Municipio, dal sindaco di Rieti, Simone Petrangeli. Nel saluto del quale, oltre al benvenuto, anche l'augurio di una proficua tra le istituzioni contro povertà, emarginazione e individualismo. Augurio al quale il vescovo aveva risposto con l'assicurazione della leale collaborazione della Chiesa locale al bene comune.