In vista delle prossime elezioni politiche e amministrative, i cattolici facciano riferimento «ai principi irrinunciabili» del magistero ecclesiale sui temi etici e sociali. E i candidati, quelli cattolici in particolare, siano «esemplari» per rigore morale, spirito di servizio, professionalità, capacità di «rifiutare ogni forma di corruzione», sapendo «anteporre il bene comune» agli interessi di parte. Così si legge nella «nota» del Consiglio episcopale della diocesi di Milano, del quale fanno parte i più stretti collaboratori del cardinale arcivescovo Angelo Scola. In un tempo di crisi economica e di sfiducia nella politica, il Consiglio episcopale chiama a «salvaguardare dall’erosione dell’individualismo le questioni etiche rilevanti, promuovendo i valori ispirati alla retta ragione e al Vangelo». Sulla famiglia, il matrimonio, la vita, la libertà educativa e quella religiosa, la giustizia sociale, l’economia, i principi di solidarietà e sussidiarietà, la pace, la tutela sociale dei minori e delle «vittime delle moderne forme di schiavitù», i cattolici abbiano nel magistero della Chiesa la bussola del discernimento e dell’azione politica.