Chiesa

La ricorrenza. Oggi i santi Pietro e Paolo: chi erano e cosa hanno ancora da dirci

Gianni Cardinale venerdì 28 giugno 2024

I santi Pietro e Paolo nel polittico del Duomo di Camerino

Si celebra oggi la festa dei santi Pietro e Paolo, due pilastri della Chiesa di Roma, volti di una comunità cristiana fondata su Cristo, che ne rappresenta il principio di unità, ma aperta al mondo intero. Secondo i racconti evangelici Pietro era fratello di Andrea (nel quale si riconosce la Chiesa orientale e per questo a Roma oggi, come da tradizione, è presente una delegazione ortodossa del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli) e aveva incontrato Gesù sul lago di Galilea, rimanendo con lui fino alla fine. La sua autorevolezza è chiara nei Vangeli, così come la sua debolezza, che lo porta a rinnegare Gesù per poi offrire però la propria vita per il Risorto. Paolo, originario di Tarso, invece, era un persecutore dei cristiani quando sulla via per Damasco incontrò Cristo. Dopo la conversione divenne araldo dell’universalità del messaggio di Cristo. Sia Pietro che Paolo morirono martiri a Roma tra il 64 e il 67. Stamattina il Papa presiederà la Messa per i patroni di Roma in San Pietro alle 9.30. A spiegare il senso attuale della celebrazione di questa festa è il cardinale Mauro Gambetti, francescano conventuale, arciprete della Basilica vaticana e presidente della Fabbrica di San Pietro.

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In un mondo «sfilacciato» e «segnato dalla guerra», in una cristianità vittima anch’essa del «virus delle divisioni», la memoria dei Santi Pietro e Paolo costituisce un potente messaggio di «fratellanza umana» e di «unità ecclesiale». Il cardinale Mauro Gambetti, francescano conventuale, arciprete della Basilica vaticana e presidente della Fabbrica di San Pietro, spiega così, in un colloquio con Avvenire, l’importanza della solennità celebrata oggi dalla Chiesa e dalla diocesi di Roma in particolare. In Pietro, aggiunge il porporato, «possiamo ritrovare gli aspetti più esaltanti – l’entusiasmo passionale e generoso – ma anche quelli meno commendevoli della nostra umanità, come le fragilità, le debolezze, le paure». Una umanità «autentica, dunque aperta alla trascendenza». Perché proprio «in questa intersezione tra gli aspetti positivi e quelli negativi della nostra umanità è possibile accogliere il divino».

Per il cardinale Gambetti «con questa solennità noi cristiani riscopriamo e alimentiamo le ragioni della nostra speranza, le ragioni della nostra vita cristiana». Infatti «la nostra fede si fonda su quanto Pietro, insieme a Paolo e a tutti gli apostoli, ci hanno trasmesso». Loro «hanno visto, toccato, riconosciuto il Verbo della vita, il Figlio del Dio vivente, Gesù Cristo». E in questa chiave la solennità di oggi «è la festa del principio di unità della Chiesa, che abbraccia noi cattolici e tutte le confessioni cristiane».

A tale proposito l’arciprete della Basilica vaticana è rimasto molto colpito che proprio ieri papa Francesco, ricevendo come da tradizione la Delegazione del Patriarcato ecumenico, ha reso noto di voler aderire all’invito di Bartolomeo di recarsi nei pressi del luogo dove venne celebrato il Concilio di Nicea il prossimo anno, in occasione del 1700° anniversario della storica assise. Secondo il cardinale Gambetti questo annuncio «arricchisce la solennità che stiamo vivendo». Perché «celebrare Nicea insieme con i fratelli ortodossi significa ricordare un evento importantissimo della storia della Chiesa indivisa, quando è stato formulato il nucleo del Credo che professiamo ancora oggi». E questo sarà un momento «rilevante verso quella unità che Gesù vuole per la Sua Chiesa».

Quest’anno la Basilica si è preparata all’odierna solennità in modo speciale. «Già nel 2023 – spiega Gambetti – abbiamo creato un percorso petrino, una Via Petri, in parte in collaborazione con il Vicariato di Roma, e in parte, a livello più liturgico, qui internamente». Così è stato composto «un testo meditativo che ripercorre in dodici stazioni la vita del Principe degli Apostoli in rapporto a Gesù, così come la conosciamo attraverso i Vangeli e gli Atti degli Apostoli». In Basilica invece ogni mercoledì del mese di giugno è stato segnato da momenti di preghiera aperti ai pellegrini. Infine durante la novena «dalla celebrazione eucaristica è stato staccato il momento della predicazione, affidandolo a don Fabio Rosini».

Oggi alle 9,30 papa Francesco presiede la solenne liturgia con la tradizionale benedizione di palli che poi verranno consegnai agli arcivescovi metropoliti. «Questo è il momento centrale della festa», sottolinea Gambetti. E aggiunge: «A latere di questo importante atto liturgico abbiamo pensato di offrire degli itinerari guidati per i luoghi legati alla presenza di Pietro e di Paolo nell’Urbe». Questi due percorsi «termineranno qui in piazza dove a ciascuno dei partecipanti verrà consegnata una pietruzza benedetta dal Papa, come segno e ricordo di questa giornata vissuta nel segno di Pietro». Domani sera infine ci sarà lo spettacolo teatrale “Pietro e Paolo a Roma”, scritto e messo in scena da Michele La Ginestra.

La prossima solennità dei Santi Pietro e Paolo cadrà nell’Anno giubilare. Un appuntamento che la Basilica sta preparando con particolare cura. «Fervono i lavori, per rendere la Basilica sempre più splendente, sicura e accogliente», assicura l’arciprete. «Ferve – aggiunge – la preparazione sul piano pastorale e liturgico». Inoltre, spiega, «stiamo studiando come meglio accogliere e accompagnare i tanti pellegrini che arriveranno». Così, «oltre ai penitenzieri avremo anche altri sacerdoti e religiosi che saranno a servizio dei fedeli: per una benedizione, per l’ascolto, per una buona parola». Non solo. Si stanno approntando dei «progetti per far conoscere meglio ai fedeli i tesori della Basilica». Senza contare che si sta «pianificando e definendo il sistema comunicativo della Basilica». L’obiettivo è quello di «raggiungere e poter interagire con il maggior numero di persone attraverso tutti i media, da quelli più tradizionali a quelli più moderni e innovativi».

Nelle scorse settimane ha fatto rumore l’arresto da parte vaticana di un cittadino italiano accusato di aver sottratto un prezioso manoscritto dagli archivi della Fabbrica di San Pietro. Proviamo a chiedere, come ultima domanda, dettagli su questa vicenda. Ma il cardinale è laconico: «È una spiacevole vicenda, per tutti. Attendiamo con fiducia l’esito delle indagini».

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