Chiesa

Le diocesi. Perdura la siccità, «come figli chiediamo a Dio il dono dell'acqua»

venerdì 22 luglio 2022

Lungo l’Italia le iniziative di preghiera per chiedere a Dio il dono della pioggia

La morsa della siccità non si allenta e così continuano lungo l’Italia le iniziative di preghiera per chiedere a Dio il dono della pioggia.

Il vescovo di Forlì-Bertinoro, Livio Corazza, ha invitato la comunità diocesana a percorrere la via dell’orazione e lo ha fatto con un messaggio affidato al direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Antonino Nicotra, il quale ha indicato a sua volta l’orazione apposita prevista dal Messale, la famosa preghiera scritta da Paolo VI e le preghiere che si trovano nel benedizionale della Cei.

Ad Albenga-Imperia il vescovo Guglielmo Borghetti ha chiesto a tutti i sacerdoti e diaconi di «sensibilizzare alla preghiera il popolo di Dio per ottenere dal Signore il dono della pioggia».

A Pilastri, arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, al confine con le province di Modena e Mantova, il parroco don Roberto Sibani ha indetto ieri sera una «convocazione straordinaria» per l’emergenza siccità. I fedeli si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale e poi hanno raggiunto a piedi l’argine del Po «per un momento di intercessione e contemplazione». «Non ho un orto e nemmeno un campo ma tanta fiducia nel Signore per questo ti dico vieni a pregare per il dono di Sorella Pioggia» si leggeva nell’invito scritto da don Sibani, «abbiamo sofferto a lungo per i danni e le conseguenze dei terremoti abbiamo sofferto negli interminabili giorni della pandemia che è ancora presente e non demorde. Abbiamo sofferto per l’inizio di un’assurda guerra, ben vicina, che ha scatenato un’incredibile serie di problematiche. E adesso soffriamo per la siccità che ci sta portando altri gravi, moltiplicati e pesanti rischi in molti aspetti della vita quotidiana. Davanti alle grandi necessità ci si è sempre rivolti comunitariamente a Dio».

«Preghiamo perché venga la pioggia, perché finisca questa siccità, perché possiamo avere refrigerio, in particolare chi non può muoversi dalla città, dal caldo, le persone che patiscono di più il caldo come gli anziani e i bambini piccoli» ha detto invece mercoledì il vescovo di Parma Enrico Solmi, durante la sua catechesi sull’emittente locale 12 Tv Parma.

«Nei giorni scorsi – ha raccontato il presule – sono stato a Sacca a celebrare l’Eucaristia sotto l’argine del Po nella chiesa, invocando il dono della pioggia, e poi siamo saliti sull’argine e al tramonto abbiamo pregato invocato il dono dell’acqua. Ma non è stata una sorta di danza della pioggia – non la saprei neanche fare – né un atto magico. È l’atto di chi è figlio e si rivolge al Padre e chiede il dono dell’acqua, anche come un miracolo, anche oltre i propri meriti. Un po’ come quando si va in un santuario e si chiede qualcosa di straordinario. Ma nello stesso tempo la preghiera ci chiama in causa perché mettiamo noi nella disponibilità che il Signore ci illumini. E questo vale sempre, anche per l’acqua».

(Ha collaborato Quinto Cappelli)