Pellegrinaggio. Macerata-Loreto, papa Francesco chiama: preghiamo per Russia e Ucraina
I pellegrini nell'Arena Sferisterio di Macerata per prepararsi alla partenza
Duemila pellegrini sono partiti stasera dall'Arena Sferisterio di Macerata per intraprendere il cammino verso la basilica di Loreto. A loro si sono aggiunte, unite nello Spirito, decine di migliaia di persone che non potendovi partecipare a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, seguono il 44° pellegrinaggio attraverso le televisioni o le radio che trasmettono la diretta. E davanti all'apparecchio recitano il rosario, ascoltano le testimonianze, pregano e cantano insieme agli altri come se fossero lì, ancora una volta, lungo le strade che, dopo 30 chilometri percorsi nella notte tra borghi e campagne marchigiane, conducono alla Casa di Maria, su un colle che domina l'Adriatico. Non c'era altra scelta per loro quest'anno.
Ma i limiti imposti al numero dei camminatori (che nel 2018 erano stati oltre centomila) non ha rattrappito il gesto, come sempre ricco di momenti che rendono contagiosa questa esperienza di fede, cominciata come proposta rivolta da un giovane insegnante di religione ai suoi alunni del liceo Leopardi di Macerata per far rivivere un'antica tradizione locale. Il sacerdote era don Giancarlo Vecerrica, oggi vescovo emerito di Fabriano-Matelica e ancora, a 82 anni, il "motore" della manifestazione.
L'Arena Sferisterio di Macerata vista dall'alto - Comitato per il pellegrinaggio Macerata Loreto
Il gesto è cominciato in serata con la messa celebrata dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. "La vostra è una carovana solidale - ha detto il cardinale nell'omelia -, siamo insieme perché in questa strada, specialmente quado si fa più difficile, non vogliamo che nessuni resti indietro. L'altro è sempre nostro fratello, è il nostro prossimo". "Camminiamo perché la vita stessa è un cammino, un pellegrinaggio meravigioso e drammatico che ci porta anche ad attraversare le valli oscure ma sempre scoprendo il pastore che è con noi, l'unica sicurezza nella notte del potere delle tenebre" ha proseguito Zuppi. "Tutto può cambiare, l'amore è più forte del male - ha concluso - e diventa costruzione di quel mondo 'Fratelli tutti' che è lunica via perché il mondo non si distrugga".
Papa Francesco non ha fatto mancare il suo saluto ai presenti con un messaggio telefonico. "Che la Madonna ci insegni a vivere nella pace - ha detto Francesco - chiediamo a lei la grazia della pace perché finiscano la guerra e la sofferenza del popolo ucraino. Preghiamo per la Russia e per l'Ucraina".
In preghiera - Comitato per il pellegrinaggio Macerata Loreto
Dopo la celebrazione eucaristica si è formato il corteo che, preceduto dalla croce donata da san Giovanni Paolo II nel 1993, si è diretto attraverso il centro storico della città per proseguire verso il mare. L'arrivo sul sagrato della basilica è previsto all'alba, dopo l'adorazione dell'Eucarestia, le preghiere mariane, momenti di meditazione, testimonianze e i fuochi d'artificio: è stato annunciato, in occasione dell'arrivo a Loreto, un messaggio di pace "forte", legato al tema che è stato proposto quest'anno "A Dio tutto è possibile".
La guerra in Ucraina sarà raccontata da Elena Mazzola, volontaria di un'associazione che a Kharkiv si occupa di bambini disabili e orfani. Ma si rifletterà anche sul significato del perdono, con le parole di Gemma Calabresi, la moglie del commissario di polizia Luigi Calabresi, ucciso sotto casa da terroristi nel 1972: "Il perdono non è una debolezza, ma una forza" ha detto. "Ti fa volare alto, ti fa sentire libero, ti fa sentire in pace con Dio e con l'umanità. Dopo anni, ho perdonato i responsabili della morte di mio marito. Prego per loro e chiedo che abbiano la pace nel cuore". Il passo necessario per ogni vera pace è il perdono.