Chiesa

Testimonianza. Noi, in cammino verso Czestochowa perché...

a cura di Giorgio Paolucci venerdì 1 agosto 2014

L'estate è tempo di vacanze per antonomasia. In vacanza ci si riposa, ci si diverte, si viaggia, si fanno cose sognate durante l'anno. E si riflette sulla propria condizione umana, sulle aspirazioni coltivate, sui desideri che crescono nel cuore, su quello che ci è accaduto e sul futuro che è alle porte. C'è chi dedica una parte delle sue vacanze al cammino verso un santuario: il pellegrinaggio a piedi è una metafora del cammino dell'esistenza, descrive la condizione dell'uomo in cerca del suo compimento. Uno dei pellegrinaggi che segnano l'estate è quello che si svolge ogni anno da Cracovia al santuario di Jasna Gora a Czestochowa in Polonia, al quale partecipano migliaia di giovani provenienti da vari Paesi europei. Pubblichiamo alcuni contributi di pellegrini italiani che domenica partono dall'Italia per partecipare a questo gesto. Ospiteremo anche altre testimonianze di giovani che camminano verso luoghi-simbolo della fede. A tutti auguriamo buon cammino.

GIUSEPPE: NELLA MIA VITA TUTTO E' GRAZIASono in un momento particolare della mia vita, mi accingo infatti a concludere il percorso universitario. Cosa è davvero essenziale? Su cosa si fonda la mia esistenza? Sono tutte domande che mettono in moto il moto il mio cuore e la mia libertà. In questi anni di università ho scoperto come la proposta cristiana abbraccia e valorizza tutto di me. Ho visto come poter affrontare ogni circostanza bella o brutta che sia alla luce della fede. Vado in pellegrinaggio perché mi rendo conto che nella mia vita tutto è Grazia e sento urgente il bisogno di chiedere e mendicare ancora una volta questa Grazia per me e per i miei amici. Giuseppe Anile, Catania

GIUSEPPE: VOGLIO SENTIRE VIVO IL MIO RAPPORTO CON GESU' Ciò che più mi sta a cuore in questo momento è la crescita della mia fede e del mio rapporto con Gesù che vorrei sentire vivo in ogni azione della mia vita. E visto che pian piano sto scoprendo che questo desiderio non si realizzerà tramite dei tentativi che decido o provo a compiere io, ma sarà il frutto di un intervento del mistero sulla mia vita, non mi resta che domandare e pregare per questo intervento. Tuttavia neanche di questo sono capace. Mi sorprendo spesso a pregare meccanicamente, senza quella concreta affezione a Cristo che desidero e che ho visto in alcuni uomini. Vado a Czestochowa per chiedere alla Madonna di insegnarmi a pregare, e di aiutarmi a lasciare entrare Gesù nella mia vita, così che possa prenderla in mano e sconvolgerla, facendone quello che vuole. Giuseppe Damiano ESTER: DOMANDO IL FASCINO DI CRISTO NELLE MIE GIORNATEDopo la tesi e la laurea mi sono ritrovata bisognosa di tutto. Sono stati mesi di sconforto per il lavoro che non c’è, e di rabbia e confusione per il mio futuro, tanto da non riconoscermi più. È proprio vero quello che ci dice Don Carrón: quando manca l’Essenziale per vivere, prevalgono il male e la paura, la persona solare diventa cupa, dalla gratitudine si passa alla rabbia e al rancore, dall’essere aperti si diventa chiusi. Cristo è talmente essenziale e concreto che fa cambiare faccia alla vita. E io posso dire con certezza questo perché Lui l’esistenza me l’ha trasformata nelle viscere: l’ho incontrato al liceo e poi l’ho visto accadere e salvarmi la vita all’università attraverso dei volti concretissimi. Tutto la sete di significato e il mio bisogno di Amore sono stati accolti e presi sul serio, ho iniziato a vivere come Lui. Torno dalla Madonna mendicante del suo abbraccio e del suo sguardo. Non chiedo cose, domando Tutto, domando Cristo e il Suo fascino nelle mie giornate, tanto da permettermi di vivere tutte le sfide che mi si pongono davanti. Ester Musumeci, CataniaCARLO: UNA COMPAGNIA CHE TI SORREGGE Sono neolaureato in ingegneria civile in cerca del mio primo lavoro. A febbraio ho deciso di andare a Czestochowa sapendo che sarebbe stata un'estate intensa, per poter affidare il mio futuro e la mia vocazione alla Madonna. Conosco ciò che mi aspetta e la portata del gesto poiché ho già intrapreso il pellegrinaggio finita la maturità nel 2007. La ricordo come un'esperienza bellissima di crescita personale e di preghiera: posso testimoniare che molte delle domande che portavo, nel tempo hanno trovato risposta. Anche quest'anno parto con molte domande, soprattutto dopo gli ultimi fatti successi, che hanno spalancato ancora di più il mio bisogno di andare. A fine giugno, dopo una serie di colloqui non andati bene, mi seleziona una grossa azienda di Verona per uno stage con assunzione da settembre con l'impressione che il mio futuro finalmente cominci a dipanarsi. Considerando lo stipendio che avrei avuto e la possibilità di crescita professionale, comincio a ragionare su un po' di cose, tra le quali il trasferirmi a Verona e la possibilità di sposarmi con la mia ragazza il prossimo anno. Giusto una settimana fa mi chiamano dicendomi che lo stage salta e non possono più assumermi. Ovviamente non avendo firmato nulla non ho coperture e mi ritrovo a dover ricominciare la ricerca, avendo anche perso un mese di tempo nel quale ho rifiutato alcune buone proposte. Dopo questa notizia si è aperta una ferita grandissima e la domanda ancora più forte di capire dove il Signore mi voglia portare. Di conseguenza anche la mia presenza al pellegrinaggio si è fatta ancora più urgente. Ancora oggi è forte il senso di impotenza di fronte a questo fatto ma anche grande l'intuizione che non ci facciamo da soli: mi sono accorto che soprattutto la ricerca del lavoro (ma un po’ tutte le cose) rischia di essere qualcosa di cui siamo bravi e capaci noi e di cui vantarsi, specialmente quando le cose vanno bene. Il fatto successo mi ha riposto davanti al fatto che siamo in rapporto con Qualcuno che ci chiama in ogni circostanza. Domandare e affidarsi diventa quindi la posizione più ragionevole. Don Julian Carron, citando don Luigi Giussani, diceva a chi partiva l'anno scorso: "Proprio dall’esperienza che farete lungo il cammino sorgerà la coscienza del vostro bisogno e la domanda: «Che cosa avvertiamo di più necessario, se non il bisogno che una presenza ci accompagni lungo la strada della vita?»". Questo vale ancora oggi per noi che cammineremo nei prossimi giorni, anche se l'ho già sperimentato in queste ultime settimane. Mi sono accorto infatti come sia fondamentale avere una compagnia che ti sorregge nelle fatiche e con cui condividere le gioie. Nei prossimi giorni tale compagnia avrà la forma dei miei amici, una ventina, che insieme a me partono da Padova. Con loro ho condiviso gli anni di studio in università, le passioni e soprattutto l'esperienza di fede all'interno del movimento di CL. Carlo Bonaldo, Noventa Padovana

La partenza per Czestochova in pulman da Milano, domenica 3 agostoLORENZO: CRISTO SCARDINI I MIEI LIMITIÈ la prima volta che vado a Czestochowa. Ho vissuto convinto che la felicità me la potessi dare da solo, ma i miei tentativi offrivano risposte sempre parziali, incomplete e insoddisfacenti e, quindi, deludenti. Il mio incontro con Cristo, così inaspettato e pure, in fondo, tanto atteso, mi ha portato a dire sì a Lui in maniera definitiva, l'anno scorso quando ho ricevuto (all'età di 23 anni) il Sacramento della Cresima. Questo sarebbe stato impossibile senza il "sì" di Maria. Io vado dalla Madonna di Czestochowa a chiedere che il mio "sì" sia incondizionato e puro come il Suo, e, soprattutto, quotidianamente rinnovato. Perché tutt'ora ricado nel tranello insito nella convinzione che la felicità possa essere data da me stesso. Restando, così, schiavo delle mie immagini e convinzioni. Occorre che venga qualcosa da fuori. Che venga Cristo a scardinare i miei limiti, e per questo bisogna essere mendicanti di quella Grazia che è l'unica in grado di "scoperchiare" il mio vero "io". Lorenzo ALBERTO: TUTTO E' INIZIATO DA UN INCONTRO...La decisione di partecipare al pellegrinaggio a Czestochowa di quest’anno è stata ancora una volta sorprendente per me. Tutto è nato, come è capitato anche altre occasioni, da un incontro con un amico di università ma soprattutto di “cammino”, il quale mi ha proposto questa esperienza e mi ha provocato a guardare cosa c’era per me in essa. Pian piano mi sono avvicinato alla realtà e alla portata di questa proposta, consapevole di quanto un anno trascorso nel movimento di Comunione e Liberazione mi abbia dato. Ho scelto di mettermi in cammino per Czestochowa perché non c’è luogo più privilegiato per me per affidare la mia vita a Colui che la fa e a Colei che con il suo esempio mi aiuta a seguirlo. Sono carico di domande sui passi da compiere nella mia vita, in particolare sulla chiarezza di quella vocazione a cui sono chiamato. Parto però con una certezza: la Sua presenza si è fatta viva nella mia vita attraverso una compagnia di amici che per me è fondamentale e che mi aiuta a guardare ogni cosa con questo attaccamento a Cristo. Alberto Manzato GIOVANNA: IN CERCA DELLE RADICI PIU' PROFONDE Neolaureata, piena di grandi progetti e trasportata dall’entusiasmo bruciante che ha colorato i miei anni universitari, inizio ad informarmi e a chiarirmi le idee sul futuro. Tutto a un tratto, percepisco una grande confusione e mi sembra di navigare senza meta. Dopo un’esperienza singolare in Grecia, in cui partecipo ad una Summer School con diciannove studenti provenienti da dieci nazioni diverse, e una vacanza con alcuni amici piena di incontri stimolanti, l’orizzonte si riapre, mi si ri-prospetta un mondo carico di sorprese. Mi rendo conto che la mia persona può esplodere nell’incontro con l’altro solo se riscopre le sue radici più profonde e la sua appartenenza più costituiva, rimanendo fedele a quella compagnia di amici che mi ha da sempre sorretta nel cammino della fede durante l’università e che ringrazio di aver incontrato. Vado a Czestochowa per domandare che questo rapporto misterioso e ancora tutto da scoprire che sto incominciando a vivere e che rende i miei amici interessanti, diventi sempre più essenziale e centrale nella mia vita, e che la Madonna mi educhi a dire di sì alle circostanze che mi si porranno davanti. Affrontare la ricerca del lavoro o vivere il rapporto con il moroso diventano allora sfide che s’inscrivono all’interno di un cammino tutto positivo, che ho voglia di intraprendere, perché accompagnata. Giovanna

STEFANO: COSI' MI LASCIO IMPOVERIRE...
Quest’anno torno a Czestochowa, dopo esserci stato durante l’estate della maturità, perché vorrei lasciarmi impoverire. Ora che mi laureo a breve, che socchiudo la parentesi degli anni universitari e che mi apro al futuro lavorativo, vorrei scrollarmi di dosso inutili pesi accumulati nel tempo, abbandonarli quasi fisicamente giorno dopo giorno nel cammino da Cracovia a Czestochowa. La fatica, il silenzio e la preghiera, i canti e la compagnia degli amici e di tutto il popolo che camminerà insieme, saranno gli strumenti che ognuno avrà per ridurre all’essenziale ciò che porta con sé davanti alla Madonna e che magari conserverà per i prossimi mesi e per la vita intera. Camminerò chiedendo che il mio sguardo sia sempre più acuto e profondo sulla realtà delle cose. In qualche modo, lungo il pellegrinaggio e fino ai piedi della Madonna, vorrei ricapitolare gli anni trascorsi, setacciandoli e trattenendo la verità dei rapporti, delle situazioni, dei dolori. Nelle mie preghiere spero di non dimenticare il nome di nessuna persona incontrata, amica o conosciuta appena, dato che ognuno ha il merito assoluto che io lo tenga con me nel cammino della vita intera. Stefano

DAVIDE & CO: UNA REALE POSSIBILITA' DI LETIZIA In questi cinque anni in università, nell’incontro con il movimento di Comunione e Liberazione, abbiamo preso sempre più coscienza del nostro bisogno di essere felici. La vita di tutti i giorni e l’apparente banalità delle circostanze che ci siamo trovati ad affrontare, sono stati per noi l’occasione di sperimentare una reale possibilità di letizia nella compagnia di Cristo alla nostra vita. Oltre a un grande desiderio di ringraziare per quello che ci è accaduto, perché andare in pellegrinaggio alla Madonna di Czestochowa al termine dei nostri studi? Non vogliamo chiudere un capitolo e voltare pagina, magari facendo tesoro di quello che abbiamo imparato, ma vogliamo domandare la semplicità e la disponibilità di riconoscere l’iniziativa del Signore nella vita a cui saremo chiamati ora che finisce l’università, perché abbiamo visto che solo il rapporto con Lui può renderci veramente felici. Davide, Martino e Michele FEDERICO: VOGLIO ABITARE LA TUA CASAIo vado a Czestochowa perché, come dice la canzone di Chieffo sulla collina, "La sola cosa che voglio, la sola cosa che cerca il mio cuore è abitar la Tua casa". Io vado dalla Madonna mendicante di questo affidando la mia vita e i miei desideri. Federico Foieni GIULIA: VOGLIO RI-INNAMORARMI DI GESU' Perché andare a Czestochowa? Inizialmente per un'obbedienza poco consapevole ad alcuni amici e perché mi ero convinta che fosse l'unica possibilità di trovare risposta a tutte le mie domande, infatti è facile credere che solo all'interno di qualcosa di straordinario possa esserci chiarezza e novità. Ma si è rivelata una pretesa che non reggeva la drammaticità e l'intensità di questo periodo post-maturità. Piano piano mi sono accorta che ciò che desidero è ri-innamorarmi di Gesù tutti i giorni: due anni fa mi sono convertita, mi ero ribellata e Gesù mi ha riaccolto con misericordia, disponibilità e uno sguardo commovente e nuovo. La mia vita è cambiata perché ho cominciato a volermi più bene, generando così un'affezione che misteriosamente coinvolgeva tutto; dallo studio al rapporto con la propria famiglia. Allora parto per questo pellegrinaggio per ringraziarLo di avermi scelta con tutta questa tenera insistenza e pazienza, totalmente aperta a scoprire cosa vuole per me e il mio futuro; con la certezza che in questi due anni non mi ha mai fregata! "Cammina l'uomo quando sa bene dove andare": riscoprire insieme quale sia il centro delle nostre vite, questa è la mia sfida e ciò su cui voglio scommettere. Desidero la Sua compagnia concreta e quotidiana e non la soluzione ai tanti problemi della vita, ma questa coscienza ha bisogno di un cammino che si affidi alla Madonna e di compagni di avventura. Giulia Ravera (Como)

GIOVANNI: VOGLIO SCOPRIRE  COSA C'È IN GIOCO NELLA VITA Vado a Czestochowa perché tutta le bellezza e la fatica di quest'anno non sono state solo mie, ma anzi quotidianamente affidavo tutto me stesso. In questo momento di fondamentale importanza per la mia vita vado a Czestochowa per affidarmi nuovamente alla Madonna, per affidare tutte le scelte e tutte le domande che crescendo mi vengono. Vado a Czestochowa perché seguo gli amici più grandi che mi hanno proposto questo pellegrinaggio, perché solo vivendo io posso essere più certo di ciò che ho incontrato e che mi affascina. Penso che l'occasione di questo pellegrinaggio sia un "di più" per me, andando io desidero poter scoprire maggiormente ciò che c'è in gioco nell'istante e nella mia vita. Giovanni Moroni BERNARDO: AFFIDO A MARIA LE MIE DOMANDE SUL FUTUROHo appena terminato il liceo classico. Il pellegrinaggio avviene in quello che considero un momento di passaggio importante per la mia vita, il termine di un percorso, il liceo, e soprattutto l'inizio di un altro, quello dell'università. Tuttavia per spiegare perché vado a Czestochowa non è sufficiente immaginarsi uno studente che, sulla soglia di una nuova avventura, voglia affidare tutte le sue ragionevoli domande sul futuro alla Madonna. Io credo che la mia partecipazione al pellegrinaggio sia prima di tutto un giudizio. Infatti, non parto da solo per la Polonia. Vado a Czestochowa accompagnato dai volti di chi, come me, ha trovato nell'esperienza di Gioventù Studentesca qualcosa che ha trasformato la vita. Tanti precisi momenti della mia storia raccontano di una vita diventata più bella, delle domande prese sul serio, dei pregiudizi stravolti, degli incontri che mi hanno cambiato e vanno costruendomi. Parto con questa compagnia perchè fino ad oggi è qui che ho incontrato la vita più bella, l'atteggiamento più umano e corrispondente. Dal giorno dell'incontro ogni momento pretende di avere significato e destino, proprio come ogni passo di un lungo ed esaltante cammino. Bernardo Cedone, Milano

ANNA E GIULIA: VOGLIAMO RINGRAZIARE PER GLI ANNI DEL LICEO
Perché vado a Czestochowa? Ovvio: ho fatto la maturità, il movimento di Cl me lo propone, i miei amici ci vanno,... vado! Ma veramente io cosa porto alla Madonna? La voglio ringraziare per questi anni di liceo, ricchi di sorprese, di incontri e di scoperte; allo stesso modo voglio affidarle l'università e tutto ciò che mi coinvolgerà i prossimi anni, che per ora si presentano come una nuvola di dubbi e di promesse. Ci ha scritto Carrón che il pellegrinaggio è un momento privilegiato perché, per la dinamica stessa del gesto, per la fatica che comporta, ci fa rendere conto della natura del nostro bisogno, e quindi ci fa domandare qualcosa d’Altro. Desidero che questo Altro, Cristo, diventi sempre di più il pensiero dominante della mia vita, come è stato per la Madonna. Voglio chiederle, attraverso questo cammino, di insegnarmi ad affrontare la realtà così come si presenta, con la Sua stessa certezza e fiducia: "Sia fatta la Tua volontà". In questo momento cruciale della mia vita, desidero anche custodire le intuizioni e i desideri che sorgono in me, proprio come Maria "serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore". Sono grata di poter camminare con degli amici che, appena maturati o laureati, hanno la mia stessa urgenza e la mia stessa curiosità; so che può essere un aiuto grande a non distrarmi dal vero motivo per cui ho deciso di andare. Anna e Giulia

MATTIA: MI AFFIDO ALLA GUIDA DELLA MADONNA Il primo motivo per cui vado a Czestochowa è per ringraziare la Madonna di avermi fatto incontrare una compagnia di amici con i quali negli anni dell’università ho potuto condividere tutta la vita; nel rapporto con loro è maturata la mia fede e la mia vocazione. Sono grato di aver incontrato delle persone con le quali posso essere me stesso e che mi richiamano sempre a ciò per cui realmente sono fatto. Inoltre vado a Czestochowa per affidarmi alla guida della Madonna e per chiedere di essere disponibile come Lei in ogni circostanza, soprattutto in un momento di passaggio così importante per la mia vita. Specialmente negli anni dell’università ho scoperto che quando faccio di testa mia resto deluso, quando mi affido a ciò che un Altro ha preparato per me, anche se esula dai miei piani e dalle mie immagini, sono contento; alla Madonna, perciò, chiedo di imparare la disponibilità che Lei ha avuto durante tutta la vita e Le chiedo di essermi sempre compagna nel cammino.Infine vado a Czestochowa per affidare tutti i miei amici e le persone più care, perché la Madonna li custodisca e perché insieme possiamo imparare a conoscere e ad amare di più Gesù. Mattia Fasana STEFANO: IL MIO MODO DI AMARE E' CRESCIUTO
Ho deciso di andare a CzestocHowa per due motivi. Il primo è per ringraziare di quello che è successo nella mia vita e in particolare negli ultimi anni di università. Ho vissuto l’esperienza del Clu (comunione e liberazione universitari) e seguendo questa io sono fiorito. Intendo dire che il mio modo di studiare e di amare è cresciuto stando con amici felici, che mi colpivano per come vivevano e stavano insieme a me, e verificando la provocazione che la fede cattolica fosse reale e avesse da dire qualcosa in ogni ambito. In particolare sono andato in Svezia a fare la tesi, ed è stato incredibile perché con persone mai viste prima e anche di diversa nazionalità, che seguono la Chiesa e il movimento di Cl, ho sperimentato lo stesso amore che ho visto in università e con i volti più cari. Mi colpiva perché pur cambiando le persone e il luogo, la mia sete di essere amato è stata corrisposta allo stesso modo. Quest’amore, che è segno di una preferenza a me, è una cosa gratuita. Il secondo motivo è che voglio affidare a Maria alcuni aspetti importanti della mia vita. Per prima cosa il mio futuro: a febbraio ho deciso di sposarmi con Angela. Mi sento lieto e sproporzionato rispetto a questo dono grande fattomi da Dio. Voglio chiederLe di poter rispondere a ciò che Dio vuole da noi e che Lui non ci lasci mai. Poi voglio affidare questo periodo di ricerca del lavoro, tutte le persone care che mi sono state donate e gli amici che soffrono. Vado in pellegrinaggio anche con il desiderio di riscoprire cosa mi serve per affrontare la fatica e cosa serve a me per vivere.      Stefano Crespi