La Chiesa «patriottica» cinese – controllata dal Partito Comunista al potere – vuole nominare «senza ulteriori ritardi» alcune decine di vescovi, in una mossa destinata a peggiorare i già difficili rapporti col Vaticano. Un portavoce dell’Associazione Patriottica dei Cattolici Cinesi, Yang Yu, ha dichiarato all’agenzia Nuova Cina che «più di quaranta diocesi sono attualmente senza vescovo» e che questa situazione deve essere risolta «al più presto». Ma alla nomina di vescovi decisi dal partito si accompagna un altro, più strisciante, attacco ai cattolici: la repressione ai danni di sacerdoti e fedeli contro la quale si è alzerà mercoledì prossimo la voce del cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong. Il cardinale Zen presiederà una messa a Hong Kong e guiderà una protesta all’“Ufficio cinese per i rapporti con Hong Kong”. L’obiettivo è chiedere il rilascio di padre Joseph Chen Hailong, arrestato – come informa AsiaNews – oltre due mesi fa, e di tutti i sacerdoti e vescovi cattolici attualmente detenuti in Cina. La lista, come avverte Asia-News , è dolorosamente lunga. Sono detenuti, o comunque “scomparsi”, tra gli altri, monsignor Su Zhimin vescovo di Baoding, monsignor Cosmas Shi Enxiang vescovo di Yixian, padre Lu Genjun vicario generale di Baoding, padre Wang Lifang di Zhengding.Lina Chan, segretario esecutivo della Commissione, così spiega la scelta del data del 29 giungo per chiamare alla preghiera i fedeli: «La scelta è per ricordare che, come i santi Pietro e Paolo sono stati perseguitati e incarcerati per la loro fede, così la popolazione della Cina sta soffrendo per la sua fede. Per seguire la fede, subisce carcere, torture e maltrattamenti inumani». Secondo Lina Chan, le ordinazioni dei vescovi avvenute senza il gradimento della Santa Sede «sono atti contrari al rispetto della fede cattolica e della coscienza e libertà personale». «Con la protesta dopo la messa, daremo voce alla richiesta per la libertà religiosa in Cina e per il diritto dei credenti di praticare la fede in modo normale».Quello della nomina dei vescovi è il principale ostacolo sulla via delle normalizzazione dei rapporti tra Pechino e la Santa Sede, che non hanno relazioni diplomatiche. Lo scorso novembre, Pechino ha nominato il vescovo della diocesi di Chengde, nel nord della Cina, senza l’approvazione del Vaticano. In maggio, Benedetto XVI ha invitato i cattolici di tutto il mondo a pregare per i vescovi cinesi che rifiutano di piegarsi alle «pressioni» del governo di Pechino. I cattolici iscritti all’associazione patriottica cattolica sono circa cinque milioni. Si ritiene che gli aderenti alla Chiesa «clandestina» fedele al Papa siano almeno il doppio.