Chiesa

Verso la canonizzazione. Parolin: Madre Teresa, la buona samaritana

martedì 30 agosto 2016
"La canonizzazione di Madre Teresa ricorda le vecchie e le nuove povertà ed è un messaggio diretto al mondo attuale”. Così il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha spiegato in un’intervista, raccolta da Raffaele Luise, il senso dell’evento più atteso di questo Anno Santo incentrato sulla misericordia, auspicando che il mondo possa trarre dalla vita della “suorina di Calcutta” “la ragione per vivere e sperare”. Poi, ha riflettuto: “Lei ci insegna a superare l’indifferenza, come dice il Papa nella Misericordiae Vultus, che umilia il cinismo. Aprire gli occhi per vedere quello che capita, aprire il cuore e le mani per dare delle risposte: Madre Teresa diceva che il male più grande del mondo è l’indifferenza verso gli altri”. Mancano ormai pochi giorni alla canonizzazione della mistica della carità, che avverrà il 4 settembre in piazza San Pietro alla presenza di Papa Francesco e della Madonna dell’Elemosina, patrona di Catania, e la Chiesa di tutto il mondo guarda con molta attenzione a questo momento in cui la povertà e gli ultimi si siederanno ai piedi degli altari godendo di una protezione e di un supporto del tutto straordinario. “Direi – ha proseguito il porporato – che il significato di questo importante avvenimento è proprio quello di collocare al centro della vita di ogni cristiano e della sua testimonianza la misericordia e farlo non attraverso discorsi astratti o concetti teorici, ma con l’esempio concreto di una donna che ha vissuto la misericordia e la compassione in ogni attimo della sua vita. E’ stato detto che Madre Teresa è l’icona del Buon Samaritano, questo è un concetto molto importante perché il suo servizio e il suo impegno nascono dal suo amore a Gesù e dalla sua partecipazione alla sofferenza del Cristo che si perpetua alla sofferenza delle sue membra”. Il cardinale Parolin, invita a guardare l’esperienza di Madre Teresa, come a quella della “buona Samaritana” che si china sopra ogni uomo sofferente, sul lebbroso, l’abbandonato, il più povero dei poveri. “Ricordo sempre il richiamo di Madre Teresa: vivere la misericordia in prima persona e per primi senza aspettare che siano gli altri che lo fanno e lei lo traduce nell’immagine della goccia nell’oceano, per carità è una cosa piccola, povera, ma una goccia che manca rende l’oceano più povero”, ha osservato il Segretario di Stato vaticano riassumendo la carità della “piccola matita di Dio” nell’impegno diretto e personale di ciascun cristiano perché il messaggio – ha indicato – è questo: “il Signore ci ha dato un cuore, usalo per amare e usa le tue mani per servire gli altri”. La canonizzazione, dunque, è un messaggio diretto al mondo attuale perché si inserisce perfettamente all’interno dell’Anno Santo e si colloca all’interno di una “realtà problematicissima come quella del mondo d’oggi” e quindi, ha concluso Parolin, “diventa un appello alla misericordia in questo mondo così fratturato. Un appello affinché il mondo ritrovi ragione per vivere e sperare. Davanti a tutte le situazioni di conflitto e alle tante miserie e ferite delle persone e dei poveri – ha dunque osservato – la Chiesa ancora una volta acquisisce una coscienza maggiore su questo punto e propone la medicina della misericordia in maniera decisa nella speranza che si possa aprire un’era della misericordia per una nuova epoca in cui gli uomini a livello sociale e politico possano usare questo antidoto contro i tanti mali del mondo di oggi”.