Dante è "uno dei massimi esponenti della cultura italiana", "concepì la sua Commedia libero da ogni committenza ecclesiastica, ma ancorato a una viva fede" grazie alla quale "ha affrontato i temi e li ha
ancorati alla realtà" convinto che "la felicità del singolo non
si può disgiungere da quella degli altri". Lo ha detto il
segretario di Stato Pietro Parolin nel suo discorso al
presidente Mattarella, davanti al Corpo diplomatico accreditato
presso la Santa Sede. Il segretario di Stato
ha ricordato Dante per riflettere sul contributo che, ha detto,
"la fede cristiana può offrire ai popoli del mondo". Ricorre
quest'anno, ha detto, il 750/mo anniversario della nascita di
Dante Alighieri, "tra i massimi esponenti lingua e cultura
italiana" la cui "intelligenza, cultura e fede" lo hanno portato
"fino a concepire la Commedia", nella quale "Dante libero da
ogni committenza ecclesiastica, ma ancorato a una viva fede",
grazie a questa "ha affrontato i temi e li ha ancorati alla
realtà" convinto che "la felicità del singolo non si può
disgiungere da quella degli altri".
"Il suo stesso impegno per la polis fiorentina - ha rimarcato
il cardinal Parolin - ancorché dettato da profondo amore per la
città che gli ha dato i natali" non è mai scaduto "nel
municipalismo autoreferenziale", "anche il suo rapporto con il
papato", ha sottolineato Parolin, è stato "complesso
ma consapevole dalla posta in gioco". Molto alto si potrebbe
dire, ha osservato il porporato, ma è certo che "la fede
cristiana trasforma le persone in valori", grazie anche a "valori
apprezzabili da tutti, rendendo più civili i rapporti umani".