Ecco il testo della Lettera di Papa Francesco a monsignor Javier Echevarría, prelato dell’ Opus Dei, in occasione della beatificazione di Álvaro del Portillo
Caro fratello, la beatificazione del servo di Dio Álvaro del Portillo, collaboratore fedele e primo
successore di san Josemaría Escrivá alla guida dell'
Opus Dei, è un momento di gioia
speciale per tutti i fedeli della Prelatura, come pure per te, che sei stato così a lungo
testimone del suo amore a Dio e agli altri, della sua fedeltà alla Chiesa e alla propria
vocazione. Desidero unirmi anch'io alla vostra gioia e rendere grazie a Dio che
adorna il volto della Chiesa con la santità dei suoi figli.
La sua beatificazione avverrà a Madrid, la città in cui nacque e in cui trascorse
l'infanzia e la giovinezza, con un'esistenza forgiata nella semplicità della vita
famigliare, nell'amicizia e nel servizio agli altri, come quando si recava nei quartieri
estremi per collaborare alla formazione umana e cristiana di tante persone
bisognose. Lì, soprattutto, ebbe luogo l'evento che segnò definitivamente l'indirizzo
della sua vita: l'incontro con san Josemaría Escrivá, dal quale imparò a innamorarsi
di Cristo ogni giorno di più. Sì, innamorarsi di Cristo. Questo è il cammino di santità
che deve percorrere ogni cristiano: lasciarsi amare dal Signore, aprire il cuore al suo
amore e permettere che sia lui a guidare la nostra vita.
Mi piace ricordare la giaculatoria che il servo di Dio era solito ripetere, specialmente
nelle feste e negli anniversari personali: «grazie, perdono, aiutami di più!». Sono
parole che ci avvicinano alla realtà della sua vita interiore e del suo rapporto con il
Signore e che possono, inoltre, aiutarci a dare nuovo slancio alla nostra vita
cristiana.
Anzitutto,
grazie. È la reazione immediata e spontanea che prova l'anima dinanzi
alla bontà di Dio. Non può essere altrimenti. Egli ci precede sempre. Per quanto ci
sforziamo, il suo amore giunge sempre prima, ci tocca e ci accarezza per primo, è
primo sempre. Álvaro del Portillo era consapevole dei tanti doni che Dio gli aveva
concesso e lo ringraziava per quella dimostrazione di amore paterno. Però, non si
fermò lì; il riconoscimento dell'amore del Signore risvegliò nel suo cuore desideri di
seguirlo con maggiore dedizione e generosità e di vivere una vita di umile servizio
agli altri. Era notorio il suo amore per la Chiesa, sposa di Cristo, che servì con un
cuore spoglio di interessi mondani, alieno alla discordia, accogliente con tutti e
sempre alla ricerca del buono negli altri, di ciò che unisce, che edifica. Mai un
lamento o una critica, nemmeno in momenti particolarmente difficili, piuttosto,
come aveva imparato da san Josemaría, rispondeva sempre con la preghiera, il
perdono, la comprensione, la carità sincera.
Perdono. Confessava spesso di vedersi davanti a Dio con le mani vuote, incapace di
rispondere a tanta generosità. Peraltro, la confessione della povertà umana non è
frutto della disperazione, ma di un fiducioso abbandono in Dio che è Padre. È
aprirsi alla sua misericordia, al suo amore capace di rigenerare la nostra vita. Un
amore che non umilia, non fa sprofondare nell'abisso della colpa, ma ci abbraccia, ci
solleva dalla nostra prostrazione e ci fa camminare con più decisione e allegria. Il
servo di Dio Álvaro conosceva bene il bisogno che abbiamo della misericordia
divina e spese molte energie per incoraggiare le persone con cui entrava in contatto
ad accostarsi al sacramento della confessione, sacramento della gioia. Com'è
importante sentire la tenerezza dell'amore di Dio e scoprire che c'è ancora tempo
per amare.
Aiutami di più
. Sì, il Signore non ci abbandona mai, ci sta sempre accanto, cammina
con noi e ogni giorno attende da noi un amore nuovo. La sua grazia non ci verrà a
mancare e con il suo aiuto possiamo portare il suo nome in tutto il mondo. Nel cuore
del nuovo beato pulsava l'anelito di portare la Buona Novella a tutti i cuori. Percorse
così molti Paesi dando impulso a progetti di evangelizzazione, senza preoccuparsi
delle difficoltà, spronato dal suo amore a Dio e ai fratelli. Chi è profondamente
immerso in Dio sa stare molto vicino agli uomini. La prima condizione per
annunciare loro Cristo è amarli, perché Cristo li ama già prima. Dobbiamo uscire
dai nostri egoismi e dai nostri comodi e andare incontro ai nostri fratelli. Lì ci
attende il Signore. Non possiamo tenere la fede per noi stessi, è un dono che
abbiamo ricevuto per donarlo e condividerlo con gli altri.
Grazie, perdono, aiutami! In queste parole si esprime la tensione di una vita
centrata in Dio. Di chi è stato toccato dall'Amore più grande e di quell'amore vive
totalmente. Di chi, pur avendo l'esperienza delle debolezze e dei limiti umani,
confida nella misericordia del Signore e vuole che tutti gli uomini, suoi fratelli, ne
facciano anch'essi l'esperienza.
Caro fratello, il beato Álvaro del Portillo ci invia un messaggio molto chiaro, ci dice
di fidarci del Signore, che egli è il nostro fratello, il nostro amico che non ci defrauda
mai e che sta sempre al nostro fianco. Ci incoraggia a non temere di andare
controcorrente e di soffrire per l'annuncio del Vangelo. Ci insegna infine che nella
semplicità e nella quotidianità della nostra vita possiamo trovare un cammino
sicuro di santità.
Chiedo, per favore, a tutti i fedeli della Prelatura, sacerdoti e laici, e a tutti i
partecipanti alle vostre attività, di pregare per me, mentre impartisco la
Benedizione Apostolica.
Gesù vi benedica e la Santa Vergine vi protegga.
Fraternamente,
Francesco