"Tanti sono fuggiti
per mettersi al riparo da una disumanità che getta sulle strade
popolazioni intere, lasciandole senza mezzi di sussistenza. Con
le altre Chiese cercate di coordinare i vostri sforzi per
rispondere ai bisogni umanitari sia di quanti restano in patria,
sia di coloro che si sono rifugiati in altri Paesi". È la
raccomandazione rivolta oggi da papa Francesco in favore delle
comunità cattoliche dell'Iraq e della Siria ricevendo in udienza
350 tra vescovi e fedeli della comunità siro-antiochena, con il
patriarca Ignace Youssif III Younan, in occasione del Sinodo
annuale della Chiesa siro-cattolica svoltosi a Roma dall'8 al 10
dicembre."Tramite voi - ha detto il Papa - posso far giungere il
mio saluto alle vostre comunità sparse nel mondo, ed esprimere
il mio incoraggiamento in particolare a quelle dell'Iraq e della
Siria, che vivono momenti di grande sofferenza e di paura di
fronte alle violenze. E accompagno questi sentimenti di
solidarietà e di compassione con il ricordo nella preghiera"."La difficile
situazione nel Medio Oriente ha provocato e continua a provocare
nella vostra Chiesa spostamenti di fedeli verso le Eparchie
della diaspora, e questo vi mette di fronte a nuove esigenze
pastorali", ha sottolineato il Pontefice. "È una sfida - ha
proseguito -: da una parte, rimanere fedeli alle origini;
dall'altra, inserirsi in contesti culturali diversi operando al
servizio della 'salus animarum' e del bene comune".
Secondo papa Francesco, "questo movimento di fedeli verso
Paesi considerati più sicuri impoverisce la presenza cristiana
in Medio Oriente, terra dei profeti, dei primi predicatori del
Vangelo, dei martiri e di tanti santi, culla degli eremiti e del
monachesimo". "Tutto ciò - ha aggiunto - vi obbliga a riflettere
sulla situazione delle vostre Eparchie che hanno bisogno di
Pastori zelanti, come pure di fedeli coraggiosi, capaci di
testimoniare il Vangelo nel confronto, a volte non facile, con
persone di etnie e religioni diverse".