Chiesa

IL VIAGGIO APOSTOLICO. Papa: la Croazia in Ue difenda i valori cristiani

sabato 4 giugno 2011
La platea e i palchi del teatro erano gremiti dall'intellighenzia croata che ha accolto con un tale calore le parole del Pontefice che qualcuno nel seguito ha ricordato "con vergogna" il veto che nel 2007 impedì a Ratzinger di tenere una lectio magistralis alla Sapienza di Roma. Un accostamento che viene spontaneo perchè a Zagabria il Papa ricorda come l'istituzione stessa dell'Università sia legata alla fede cristiana, definendo "decisivo" il fatto di "cogliere il dinamismo che sta dentro l'avvenimento, per esempio, della nascita di un'università, o di un movimento artistico, o di un ospedale". "Alla base di tutto - ha rilevato - ci sono uomini e donne, ci sono delle persone, delle coscienze, mosse dalla forza della verità e del bene".La coscienza, ha aggiunto, "è trasversale rispetto ai differenti campi che vi vedono impegnati ed è fondamentale per una società libera e giusta, sia a livello nazionale che sovranazionale". "Penso naturalmente - ha tenuto a sottolineare il Pontefice - all'Europa, di cui la Croazia è da sempre parte sul piano storico-culturale, mentre sta per entrarvi su quello politico-istituzionale". Ebbene, ha rimarcato, "le grandi conquiste dell'età moderna, cioè il riconoscimento e la garanzia della libertà di coscienza, dei diritti umani, della libertà della scienza e, quindi, di una società libera, sono da confermare e da sviluppare mantenendo però aperte la razionalità e la libertà al loro fondamento trascendente, per evitare che tali conquiste si auto-cancellino, come purtroppo dobbiamo constatare in non pochi casi"."La qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia - ha messo in chiaro il Papa - dipendono in buona parte da questo punto critico che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione". E il messaggio che deve arrivarci dalla storia gloriosa della cultura europea è che "la religione non è una realtà a parte rispetto alla società: è invece una sua componente connaturale, che costantemente richiama la dimensione verticale, l'ascolto di Dio come condizione per la ricerca del bene comune, della giustizia e della riconciliazione nella verità". "La religione - ha osservato ancora il Pontefice - mette l'uomo in relazione con Dio, Creatore e Padre di tutti, e deve quindi essere una forza di pace". Ma da parte loro, ha concluso, "le religioni devono sempre purificarsi secondo questa loro vera essenza per corrispondere alla loro genuina missione". GLI INCONTRI ISTITUZIONALIÈ durato 35 minuti il colloquio privato tra il Papa e il presidente Josipovic nel Palazzo presidenziale di Zagabria. Dal Vaticano, Benedetto XVI ha portato al capo dello Stato un "Codices cantorum", cioè un volume che illustra i manoscritti miniati della Cappella Sistina. Regalo molto gradito, poiché il presidente, come sottolinea oggi l'Osservatore Romano, è autore di una cinquantina di opere di musica classica contemporanea ed è stato professore all'Accademia musicale. Il presidente Jopisovic da parte sua ha donato al Papa una riproduzione di un organo del 1649.Successivamente, il Pontefice si è recato nella Nunziatura Apostolica, dove lo attendeva la signora Jadranka Kosor, presidente del Governo, che era stata accolta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Alla signora Kosor il Papa ha regalato un trittico di medaglie del pontificato. Nella sede della rappresentanza pontificia, Papa Ratzinger ha anche firmato il Libro d'oro della presidenza del Governo. Proprio davanti alla Nunziatura, nella piazza Josip Jelacic circondata dai palazzi liberty, si terrà la veglia serale di preghiera con i giovani.L'ACCOGLIENZA DEL PRESIDENTE JOSIPOVIC"Con il riconoscimento della Croazia quale Stato indipendente in momenti determinanti non soltanto per la creazione ma anche per la sopravvivenza della Craozia moderna, la Santa Sede ha avuto un ruolo storico chiave nel senso politico".  Lo ha detto il presidente croato Ivo Josipovic ricordando con gratitudine - nel suo discorso di saluto al Papa - la coraggiosa decisione di Giovanni Poalo II di anticipare le cancellerie del mondo riconoscendo la Croazia e la Slovenia già nel 1992, con l'intento di fermare così l'attacco della Serbia alle neonate repubbliche. "La forza dell'autorità politica e morale della Santa Sede e della Chiesa Cattolica fu seguita da molti Stati, e così - ha scandito il capo dello Stato - è stata fermata l'aggressione contro la Croazia e assicurata la sopravvivenza del nostro Stato". "Ai suoi inizi - ha tenuto a sottolineare ancora Josipovic - la Croazia è stata esposta all'odio e alla follia, dall'esterno e dall'interno. La Croazia ha sofferto all'inizio, però la Croazia si è rimessa fieramente in piedi come Paese di valori europei". "Anche se non sono credente - ha spiegato il presidente - condivido la gioia di milioni di fedeli cattolici croati che l'accolgono oggi come Santo Padre in occasione del suo viaggio pastorale che cade in un momento felice in cui la Croazia celebra il ventesimo anniversario della fondazione dello Stato democratico moderno, uno Stato i cui principi includono il benessere di liberi individui"."Questo anniversario coincide - ha continuato Josipovic - con la conclusione dei nostri negoziati di adesione all'Unione Europea e si intravvede, sull'orizzonte ormai vicino, la realizzazione della totale incorporazione formale e politica della Croazia moderna in un mondo al quale per cultura la Croazia è sempre appartenuta". Nel suo discorso, il presidente ha anche ricordato con gratitudine che "nella storia del Novocento, agendo dallo spazio della sua profonda libertà spirituale la Chiesa Cattolica ha avuto un ruolo importante in Croazia", un Paese che oggi "propugna la promozione della tolleranza e del dialogo ecumemico e interconfessionale", gli stessi valori cioè che "appartengono alle migliori conquiste della democrazia di oggi e rappresentano anche l'eredità del Concilio Vaticano II, al quale presero parte il cardinale Franjo Seper e il teologo Tomislav Sagi Bunic" definiti dal presidente "i primi promotori dell'ottimismo e della tolleranza conciliare in Croazia".Dopo la tradizionale cerimonia di benvenuto il Papa ha fatto visita al presidente Josipovic nel palazzo presidenziale, dove ha salutato anche il premier Jadranka Kodor. Quindi ha pranzato con i membri del seguito nella Nunziatura. Alle 18.15, è previsto l'incontro nel Teatro nazionale croato con la società civile e i leader religiosi, e alle 19.30, la Veglia di preghiera con i giovani nella Piazza Josip Jelacic.PRIMO DISCORSO DI BENEDETTO XVI: LA CROAZIA IN UE DIFENDA I VALORI CRISTIANILa Croazia che "fin dalle origini appartiene all'Europa e ad essa offre, in modo peculiare, il contributo di valori spirituali e morali che hanno plasmato per secoli la vita quotidiana e l'identità personale e nazionale dei suoi figli, forte di questa sua ricca tradizione possa contribuire a far sì che l'Unione Europea valorizzi appieno tale ricchezza spirituale e culturale". Lo ha auspicato il Papa nel discorso pronunciato all'aeroporto internazionale di Zagabria, dove è arrivato questa mattina. "A vent'anni dalla proclamazione dell'indipendenza e alla vigilia della piena integrazione della Croazia nell'Unione Europea, la storia passata e recente della Croazia - ha spiegato - può costituire un motivo di riflessione per tutti gli altri popoli del Continente aiutando ciascuno di essi, e l'intera compagine, a conservare e a ravvivare l'inestimabile patrimonio comune di valori umani e cristiani.Per Bendetto XVI, che per il suo saluto ha utilizzato oggi le lingue croata e italiana, "le sfide che derivano dalla cultura contemporanea, caratterizzata dalla differenziazione sociale, dalla poca stabilità, e segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di 'spazi del privato', richiedono una convinta testimonianza e un dinamismo intraprendente per la promozione dei valori morali fondamentali che sono alla radice del vivere sociale e dell'identità del vecchio Continente".IL RICORDO DELL'ARCIVESCOVO MARTIRE STEPINAC"Dinanzi alle sfide che interpellano oggi la Chiesa e la società civile, invoco su questa terra e su quanti vi abitano l'intercessione e l'aiuto del Beato Aloisio Stepinac, pastore amato e venerato dal vostro popolo". Lo ha detto il Papa nel discorso pronunciato all'aeroporto di Zagabria, evocando la figura dell'arcivescovo martire del comunismo (dopo essere stato un oppositore del regime fascista degli Ustascia) beatificato da Giovanni Paolo II. "Possa egli - ha invocato Papa Ratzinger - accompagnare le giovani generazioni a vivere in quella carità che spinse il Signore Gesù Cristo a donare la vita per tutti gli uomini". Il Pontefice ha ricordato la figura del beato Stepinac anche durante il viaggio aereo da Roma. "Il cardinale - ha spiegato - era una grande pastore un grande cristiano e così anche un uomo di un umanesimo esemplare". In particolare Ratzinger ha sottolineato la singolarità della "sorte del cardinale Stepinac che ha dovuto vivere in due dittature contrastanti ma erano due dittature antiumanistici". "Prima - ha ricordato Benedetto XVI - il regime ustascia che sembrava adempiere il sogno dell'autonomia dell'indipendenza, ma in realtà era un'autonomia che era una menzogna che era strumentalizzata da Hitler per i suoi scopi e il cardinale Stepianc ha capito molto bene questo e ha difeso l'umanesimo vero contro questo regime difendendo serbi, ebrei, zingari - ha dato diciamo la forza del vero umanesimo anche soffrendo". "E poi - ha continuato il Papa tedesco - la dittatura contraria del comunismo dove di nuovo ha lottato per la fede per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanesimo che è dipendente dalla presenza di Dio, solo l'uomo è immagine di Dio, in questo modo l'umanesimo fiorisce". Insomma il porporato ha dovuto "lottare in due lotte diverse contrastanti, e proprio in questa decisione per il vero contro lo spirito dei tempi, questo vero umanesimo che viene dalla fede cristiana è il grande esempio non solo per i croati ma per tutti noi".IL VIAGGIO IN AEREODurante il viaggio in aereo il Papa ha detto che capisce quanti temono che l'Unione europea abbia una «burocrazia troppo centralizzata», ma che l'ingresso della Croazia nell'Ue è «logica, giusta e necessaria». «Si può capire un certo scetticismo se un popolo non grande, come quello croato, entra in un'Europa già costituita: si può capire un sentimento di paura per un burocratismo centralistico molto forte e una cultura razionalistica astratta», ha affermato Benedetto XVI nella conferenza stampa sul volo che lo ha condotto a Zagabria, in merito a una domanda sul prossimo ingresso della Croazia nell'Ue e su alcuni scetticismi che circolano a tale proposito nel Paese. IL MESSAGGIO A NAPOLITANO: SI SOSTENGA LA FAMIGLIA«Mi è caro rivolgere a lei signor presidente un deferente saluto nel momento in cui lascio Roma per recarmi in Croazia in occasione della giornata delle famiglie cattoliche e mentre invoco sull'intera nazione italiana copiosi doni di luce e sapienza affinchè continui a riconoscere l'istituto familiare cellula fondamentale della società sostenendolo con adeguai interventi porgo a lei ed ai suoi collaboratori fervidi auguri di proficuo impegno a servizio del popolo italiano a cui invio la mia benedizione». Questo il telegramma inviato da Papa Benedetto XVI al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prima di partire per la Croazia.NAPOLITANO: AUGURI PER MISSIONE IN CROAZIA«Santità, desidero farLe pervenire il più sincero ringraziamento per il messaggio che Ella ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio Apostolico in Croazia». Così inizia il messaggio che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Sua Santità Benedetto XVI. «Ella visiterà una terra che ha grandemente contribuito a forgiare il patrimonio di valori e di cultura che è alla base della comune civiltà europea. Nei vent'anni trascorsi dalla propria indipendenza - prosegue Napolitano - la Croazia ha ripreso il proprio posto tra gli stati democratici nella comunità internazionale. Essa persegue il traguardo di quella piena integrazione nell'Europa unita che anche l'Italia considera necessaria per garantire la stabilità della travagliata regione balcanica e un armonico sviluppo economico e sociale al nostro continente. Nell'augurarLe  pieno successo per la sua missione - conclude il presidente - mi è gradito, Santità, rinnovarLe i sensi della mia profonda stima e considerazione».