L'UDIENZA. Il Papa: «La preghiera è un bisogno dell'uomo»
Benedetto XVI ha ricordato una preghiera di un uomo cieco nell’antico Egitto, che “attesta qualcosa di universalmente umano, qual è la pura e semplice preghiera di domanda da parte di chi si trova nella sofferenza”, come pure che “presso le religioni della Mesopotamia dominava un senso di colpa arcano e paralizzante, non privo, però, della speranza di riscatto e liberazione da parte di Dio”. All’interno della religione pagana dell’antica Grecia le preghiere “si orientano progressivamente verso le richieste più disinteressate, che consentono all’uomo credente di approfondire il suo rapporto con Dio e di diventare migliore”. Anche nelle tragedie greche “sono contenute delle preghiere che esprimono il desiderio di conoscere Dio e di adorare la sua maestà”. “Anche presso i Romani, che costituirono quel grande Impero in cui nacque e si diffuse in gran parte il Cristianesimo delle origini – ha rammentato il Papa -, la preghiera, anche se associata a una concezione utilitaristica e fondamentalmente legata alla richiesta della protezione divina sulla vita della comunità civile, si apre talvolta a invocazioni ammirevoli per il fervore della pietà personale, che si trasforma in lode e ringraziamento”. L’imperatore Marco Aurelio “afferma la necessità di pregare per stabilire una cooperazione fruttuosa tra azione divina e azione umana”.