«Anche la teologia» può «ricevere un contributo peculiare dalle donne, perché esse sono capaci di parlare di Dio e dei misteri della fede con la loro peculiare intelligenza e sensibilità». Lo ha detto il Papa nella catechesi dell’udienza generale di oggi, dedicata ancora una volta – come mercoledì scorso – alla figura di Ildegarda di Bingen, «importante figura femminile del Medioevo, che si distinse per saggezza spirituale e santità di vita». Sulla scorta dell’esempio della mistica, di cui durante la catechesi ha citato diverse opere, Benedetto XVI ha incoraggiato in particolare «tutte coloro che svolgono questo servizio a compierlo con profondo spirito ecclesiale, alimentando la propria riflessione con la preghiera e guardando alla grande ricchezza, ancora in parte inesplorata, della tradizione mistica medievale». Le visioni mistiche di Ildegarda, ha ricordato infatti il Santo Padre prima dell’appello alle teologhe, «sono ricche di contenuti teologici», perché «fanno riferimento agli avvenimenti principali della storia della salvezza e adoperano un linguaggio principalmente poetico e simbolico». Da una parte c’è la «sfida dei vizi», dall’altra lo «stile di esistenza cristiana coerente e impegnato». Ha continuato il Papa. Citando alcuni scritti di Ildegarda, che completano le intuizioni presenti nella sua opera più nota, intitolata “Scivias” (“Conosci le tue vie”), Benedetto XVI ha fatto notare come alcuni di essi siano incentrati «sulla relazione tra virtù e vizi, per cui l’essere umano deve affrontare quotidianamente la sfida dei vizi, che lo allontanano nel cammino verso Dio e le virtù, che lo favoriscono». Per il Papa, «le visioni mistiche di Ildegarda somigliano a quelle dei profeti dell’Antico Testamento: esprimendosi con le categorie culturali e religiose del suo tempo, interpretava nella luce di Dio le Sacre Scritture applicandole alle varie circostanze della vita». In questo modo, «tutti coloro che l’ascoltavano si sentivano esortati a praticare uno stile di esistenza cristiana coerente e impegnato”. In altri scritti, infine, Ildegarda “manifesta la versatilità di interessi e la vivacità culturale dei monasteri femminili del Medioevo, contrariamente ai pregiudizi che ancora gravano su quell’epoca»«Con l’autorità spirituale di cui era dotata, negli ultimi anni della sua vita Ildegarda si mise in viaggio, nonostante l’età avanzata, per parlare di Dio alla gente». La sua «popolarità spingeva molte persone a interpellarla», tanto che «a lei si rivolgevano comunità monastiche maschili e femminili, vescovi e abati». «Tutti l’ascoltavano volentieri – ha proseguito il Papa - anche quando adoperava un tono severo. Richiamava soprattutto le comunità monastiche e il clero a una vita conforme alla loro vocazione». In particolare, Ildegarda contrastò il movimento dei catari tedeschi, che «propugnavano una riforma radicale della Chiesa, soprattutto per combattere gli abusi del clero». La santa «li rimproverò aspramente di voler sovvertire la natura stessa della Chiesa, ricordando loro che un vero rinnovamento della comunità ecclesiale non si ottiene tanto con il cambiamento delle strutture, quanto con un sincero spirito di penitenza e un cammino operoso di conversione». «Questo è un messaggio che non dovremmo mai dimenticare», il commento del Papa, che ha concluso auspicando «donne sante e coraggiose, come santa Ildegarda di Bingen, che diano il loro prezioso e peculiare contributo per la crescita spirituale delle nostre comunità e della Chiesa del nostro tempo». .