"In una comunità
cristiana la divisione è uno dei peccati più gravi, perché la
rende segno non dell'opera di Dio ma dell'opera del diavolo".
Papa Francesco ha dedicato la sua catechesi del mercoledì alla
necessità di "unità" nella Chiesa e nelle comunità cristiane,
con un forte richiamo a evitare "divisioni", alimentate anche da
"chiacchiere, invidie, gelosie". "La divisione in una comunità
cristiana, sia essa una parrocchia, un'associazione, è peccato
gravissimo, perché è opera del diavolo", ha ribadito.
Dopo la pausa di luglio e dopo le prime due udienze generali di agosto svoltesi nell'Aula Paolo VI, l'incontro settimanale con i fedeli di papa
Francesco è tornato oggi in Piazza San Pietro. Presenti
circa 12 mila persone. Il Papa è entrato in piazza sulla
"papamobile" scoperta, per il giro tra la folla plaudente.
Appena varcato l'Arco delle Campane, Francesco ha fatto fermare
la "jeep" per scendere a salutare un bimbo disabile, si è poi fermato per baciare e accarezzare altri bambini. "L'esperienza ci dice che sono tanti i peccati contro l'unità della Chiesa: non pensiamo solo agli scismi, pensiamo anche a mancanze moltocomuni nelle nostre comunità, a peccati parrocchialì" haaffermato papa Francesco. "A volte le nostre parrocchie - ha proseguito-, chiamate a essere luoghi di condivisione, sono tristementesegnate da invidie, gelosie, antipatie. Le chiacchiere sono amano di tutti: quanto si chiacchiera nelle parrocchie!". "Èbuono o non è buono? - ha quindi domandato retoricamente aifedeli - E se uno viene eletto presidente in quella associazionesi chiacchiera contro di lui. Se l'altra viene eletta presidentedella catechesi si chiacchiera contro di lei: ma questa non è laChiesa, non si deve fare", ha aggiunto, applaudito dalla folla."Non vi dico che vi tagliate la lingua, questo no - ha dettoancora il Papa -, ma di chiedere al Signore la grazia di nonfarlo: questo è umano ma non è cristiano, questo succede quandopuntiamo ai primi posti, quando puntiamo ai successi personali egiudichiamo gli altri, quando guardiamo ai difetti dei fratelliinvece che alle loro doti, quando guardiamo a ciò che ci divideinvece che a ciò che ci accomuna".