"Ognuno di noi ha un
tesoro dentro di sé, non nascondete il tesoro che ognuno di noi
ha, a volte si trova subito, altre volte no, proprio come nel
gioco del tesoro. Ma una volta trovato bisogna condividerlo con
gli altri". È il messaggio che Papa Francesco ha voluto
indirizzare a tutti i giovani disabili dialogando in
videoconferenza con sette ragazzi portatori di handicap in varie
parti del mondo che aderiscono al progetto educativo delle
Scholas Occurrentes. "Grazie - ha aggiunto Francesco - perché
aiutate tutti noi a capire che la vita è un tesoro, ma solo se
lo diamo agli altri". "Tutti voi avete come una scatoletta - ha
anche detto il Papa - dovete aprire questa scatola e farne
uscire il tesoro che c'è dentro".
Le Scholas Occurrentes sono nate in Argentina per volere dell’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio e sono un’applicazione concreta di quella cultura dell’incontro prioritaria per Papa Francesco. Una rete che, nata con pochi giovani a Buenos Aires per volere dell’arcivescovo Bergoglio, ormai conta 400mila scuole statali o religiose, sparse nei 5 continenti, connesse tra loro attraverso sport, arte e tecnologia.
«Con macchina e tablet? Io sono un disasatro». "Soy un tronco... Que verguenza!". Papa
Francesco è in collegamento via web-camera con sette ragazzi
disabili di tutto il mondo. Il "Hangout Google" (la videoconferenza tra più persone), nell'aula
vecchia del sinodo in Vaticano, è il momento culminante del IV
congresso mondiale della rete internazionale di scuole.
Quando tocca a Alicia, 17enne spagnola afflitta da sindrome di
Down a cui piace fare le fotografie (ha una moderna fotocamera
tra le mani), domanda al Papa se gli piace scaricare le foto sul
pc. Jorge Mario Bergoglio, ha parlato in spagnolo per tutto il
tempo, confida: "Vuoi la verità? Sono un disastro (la colorita
espressione argentina è "tronco", ndr) con la macchina, non ho tablet, non so
maneggiare il computer... Che vergogna, eh?".
La cultura italiana. "Dobbiamo cercare in
ogni popolo le proprie tradizioni, quelle cose che sono
all'origine della patria, che sono le fondamenta dell'identità
nazionale. La cultura italiana, per esempio, non può rinnegare
Dante Alighieri come fondamento della cultura, come quella
argentina non può rinnegare il 'Martin Fierro". Lo ha detto
papa Francesco nel corso della cerimonia di chiusura del congresso di Scholas Occurrentes. "Non cambieremo il
mondo se non cambiamo l'educazione" ma oggi "il patto educativo
tra le famiglie, la scuola e lo Stato, è rotto, è assai rotto e
non si può semplicemente incollare".Per ricucire il patto educativo, ha quindi
continuato Bergoglio, è necessario uno sforzo di
"armonizzazione" tra tutti i responsabili, un'armonizzazione, ha
insistito, che può passare solo attraverso "l'educazione alla
bellezza", che si esprime nelle tanti arti come la pittura, la
scultura e la letteratura.