La passione di Cristo
"non è un incidente", egli "lascia che il male si accanisca su
di lui e lo prende su di sé per vincerlo". La risurrezione non è
"l'happy end di un film" o il "lieto fine di una bella favola".
Lo ha affermato il Papa durante l'udienza generale davanti a
oltre 25mila persone, spiegando il senso della settimana santa
all'interno dell'anno liturgico.
"Il figlio di Dio infatti - ha detto papa Francesco - appare
sulla croce come un uomo sconfitto, patisce, è tradito, vilipeso
e infine muore. Gesù permette che il male si accanisca su di lui
e lo prende su di se per vincerlo. La sua passione non è un
incidente, la sua morte quella morte era scritta, davvero non
abbiamo tanta spiegazione, è un mistero sconcertante il mistero
della grande umiltà di Dio, infatti ha tanto amato il mondo da
dare il figli unigenito".
"Questa settimana - ha suggerito papa Bergoglio - pensiamo
tanto al dolore di Gesù e ci diciamo a noi stessi 'e questo è
per me, anche se io fossi stato l'unica persona nel mondo lui lo
avrebbe fatto, lo ha fatto per me", baciamo il crocifisso e
diciamo 'per me, grazie Gesù per me". "Quando tutto sembra
perduto - ha detto ancora il Pontefice - quando non resta più
nessuno per le pecore disperse, è allora che interviene Dio con
la potenza della risurrezione, non è il finale lieto di una
bella favola, non è l'happy end di un film, ma è l'intervento
di Dio padre e là si infrange la speranza umana".