Chiesa

DISCORSO. Il Papa: radio e tv sostengano difesa vita, famiglia e diritti umani

sabato 30 aprile 2011
Ci sono anche la "sfida della concorrenza da parte dell'emittenza commerciale" e la "ricerca affannosa dell'audience", oltre al "condizionamento" della politica, tra le difficoltà che incontrano oggi le radio e le tv nel loro "servizio pubblico" in favore del "cammino comune della società". È quanto ha affermato Benedetto XVI parlando ai rappresentanti delle radio europee riuniti in questi giorni in Vaticano nella 17/a assemblea generale dell'Ebu (European Broadcasting Union), ospiti della Radio Vaticana a 80 anni dalla sua fondazione."Il vostro è un 'servizio pubblicò, servizio alla gente, per aiutarla ogni giorno a conoscere e a capire meglio ciò che succede e perchè succede, e a comunicare attivamente per concorrere al cammino comune della società", ha detto il Papa nel suo discorso in francese, dopo quelli del presidente dell'Ebu, Jean Paul Philippot, e di padre Federico Lombardi, direttore generale della Radio Vaticana. "So bene che questo servizio incontra difficoltà - ha proseguito -, con differenti aspetti e proporzioni nei diversi Paesi".Tra questi, "la sfida della concorrenza da parte dell'emittenza commerciale; il condizionamento di una politica vissuta come spartizione del potere invece che come servizio del bene comune; la scarsezza di risorse economiche accentuata da situazioni di crisi; l'impatto degli sviluppi delle nuove tecnologie di comunicazione; la ricerca affannosa dell'audience". Ma "troppo grandi e urgenti" sono "le sfide del mondo odierno di cui dovete occuparvi, per lasciarvi scoraggiare e arrendervi di fronte a queste difficoltà". Il Papa non ha mancato di sottolineare ostacoli e "rischi" che si nascondono nello sviluppo delle comunicazioni sociali, e il fatto che "nelle società odierne sono in gioco valori basilari per il bene dell'umanità". "Voi sapete bene - ha detto il Pontefice - quali preoccupazioni nutre la Chiesa cattolica a proposito del rispetto della vita umana, della difesa della famiglia, del riconoscimento degli autentici diritti e delle giuste aspirazioni dei popoli, degli squilibri che causano sottosviluppo e fame in tante parti del mondo, dell'accoglienza dei migranti, della disoccupazione e della sicurezza sociale, delle nuove povertà ed emarginazioni sociali, delle discriminazioni e delle violazioni della libertà religiosa, del disarmo e della ricerca di soluzione pacifica dei conflitti". Secondo Benedetto XVI, "alimentare ogni giorno una corretta ed equilibrata informazione e un approfondito dibattito per trovare le migliori soluzioni condivise su tali questioni in una società pluralistica, è compito delle radio come pure delle televisioni". Il Papa ha fatto cenno anche ai mutamenti in corso "in Paesi del Mediterraneo e nel Vicino Oriente", rilevando come le "nuove forme di comunicazione" abbiano svolto "un ruolo non secondario in questi processi" In ogni caso, ha concluso, "tutto l'insegnamento della Chiesa su questo settore", a partire dai discorsi di Pio XII, passando attraverso i documenti del Concilio Vaticano II, fino ai più recenti messaggi dello stesso Ratzinger sulle nuove tecnologie digitali, "è attraversato da una vena di ottimismo, di speranza e di simpatia sincera verso coloro che si impegnano in questo campo per favorire l'incontro e il dialogo, servire la comunità umana, contribuire alla crescita pacifica della società".