Il Natale e la grotta di Betlemme invitano i cristiani a pensare ai bambini che nascono «in grande povertà», a quelli «non accolti o rifiutati», a quelli che mancano di cure e attenzione, alle famiglie che vorrebbero un figlio e non possono averlo. Lo ha detto il Papa durante l'udienza generale in aula Paolo VI. Il Natale, ha ricordato, «è un evento che parla al cuore, è la festa che parla del dono della vita: la nascita di un bambino è sempre un evento che porta gioia e l'abbraccio di un neonato dà commozione e tenerezza». «Come non pensare - ha aggiunto il Papa - ai tanti bambini che ancora oggi vengono alla luce in una grande povertà in molte regioni del mondo, ai neonati non accolti e rifiutati, a quelli che non riescono a sopravvivere per carenza di cure e attenzione, e alle famiglie che vorrebbero la gioia di un figlio e non vedono questa attesa realizzata».Il Papa ha quindi incoraggiato tutti ad allestire il presepe, «quanto mai suggestiva rappresentazione del mistero della natività di Cristo», un «elemento importante non solo della nostra fede,ma anche della cultura e dell'arte cristiana». Lo ha detto nei saluti in italiano al termine dell'udienza generale, immaginando che «nelle case si stia ultimando l'allestimento del presepe». Ha auspicato che il presepe «continui a far parte di questa grande solennità: in fondo - ha aggiunto - è un semplice ed eloquente modo per ricordare Gesù che, facendosi uomo, è venuto 'ad abitare in mezzo a noì». L'udienza nell'aula Paolo VI ha visto oggi anche l'esibizione di un gruppo di Zampognari del matese, di Boiano, che, nel tipico abito di pelle di pecora, hanno eseguito il celeberrimo canto di Natale, "Tu scendi dalle stelle". Il Papa li ha ringraziato «per la bella musica».Inoltre, il Papa ha detto che la «attesa» del Natale, «sotto la spinta del consumismo rischia la perdita di significato spirituale per ridursi a scambio di doni commerciali». Ma forse la le difficoltà economiche e la «crisi mondiale che tocca tante famiglie e l'intera umanità», ipotizza il Papa, «possono essere stimolo a ricoprire il calore, la semplicità, l'amicizia e la solidarieità, cioè i valori tipici del Natale». E questa «il Natale, spogliato delle incrostazioni consumistiche e materialistiche è occasione per accogliere come regalo personale il messaggio di speranza che promana dal mistero nascita di Cristo». Benedetto XVI lo ha detto durante l'udienza generale in aula Paolo VI, aggiungendo una riflessione sul senso della incarnazione del verbo divino, a partire dal prologo del vangelo di Giovanni.