Il tema di questo viaggio, “Dio non si stanca di perdonare”, si innesta pienamente nel cuore di questo pontificato. Il mondo rurale insieme a quello del lavoro sarà quello certamente il più accarezzato da papa Francesco. Ma poi il Pontefice toccherà anche tutti gli altri mondi: quello della malattia, della povertà, della città, dei giovani, del carcere. Questo cammino sarà come una bellissima enciclica che il Papa ci lancerà». GianCarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano, sintetizza così i temi e le prospettive della visita pastorale di papa Francesco in Molise prevista per domani.
Avvenire ha intervistato il presule – che è anche presidente della Commissione episcopale Cei per i problemi sociali e del lavoro, la giustizia e la pace – alla vigilia dell’arrivo del successore di Pietro.
Eccellenza, qual è la genesi di questa visita?Nel 1412 nell’agro di Cercemaggiore, in provincia di Campobasso, venne scoperta una statua molto bella della Vergine Maria e in quel luogo è stato costruito il Santuario Madonna della Libera. Seicento anni dopo avevamo chiesto a Benedetto XVI di venirci a trovare una domenica pomeriggio per recitare insieme il Rosario. Poi papa Benedetto ha fatto la scelta che conosciamo, ma probabilmente l’idea che potesse visitarci era stata già accarezzata dalla Santa Sede. A fine di marzo ci è giunta la notizia, tramite l’arcivescovo sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Giovanni Angelo Becciu, della visita di papa Francesco.
Come spiega questa scelta?Forse perché siamo piccoli, umili, fragili; perché siamo periferia. Con questa visita il Papa vuole salutare tutta la regione attraverso gli incontri nelle due città capoluogo e nel Santuario di Castelpetroso. Così tutte e quattro le diocesi della regione, anche quelle di Termoli-Larino e Trivento sono coinvolte, anche se con modalità differenti. Questa è la bellezza di questa visita.
C’è grande attesa?Sì certo. Anche dal punto di vista mediatico. Ci sono oltre 400 giornalisti accreditati, un record per la nostra regione. Verrà anche una troupe televisiva della Corea per preparare la visita che il Papa farà lì in agosto. E questo è importante per una regione come la nostra a volte dimenticata e poco valorizzata.
Come vi siete preparati?Con grande emozione e gioia. Abbiamo fatto un bel cammino di preparazione nei tre mesi successivi all’annuncio del viaggio. Abbiamo letto e meditato l’enciclica
Lumen fidei e l’esortazione
Evangelii gaudium. Abbiamo ripercorso i pellegrinaggi da lui fatti alle periferie della storia. Lo abbiamo fatto anche in sinergia con la diocesi di Isernia-Venafro col suo nuovo pastore, il vescovo Camillo Cibotti.
Quale lo stato di salute della Chiesa e della società che il Papa incontra domani?La nostra è una Chiesa viva, attenta, solidale. Questa visita ci chiede di essere più coraggiosi e aperti. Non siamo un territorio tormentato dalla criminalità organizzata come quelli che ho trovato in Calabria da vescovo di Locri, ma non mancano i problemi. C’è una realtà di coscienze da risvegliare per vincere invidie, gelosie e permalosità. Dal punto di vista sociale poi registriamo una bella realtà del mondo rurale e la buona presenza della Fiat. Anche se bisogna tener presente che un certo modo di vivere l’industria in senso tradizionale, un po’ assistenzialistico, sta cambiando. E bisogna appunto accompagnare questo cambiamento affinché non si perda il positivo raggiunto ma si possa superare questo momento di stallo e di crisi che avvolge anche il Molise.
Nella Cattedrale di Campobasso il Papa pregherà anche sulla tomba del vescovo Secondo Bologna, che morì nel 1943 durante un bombardamento dopo che, si racconta, in una omelia aveva detto: «Signore, se per la salvezza di Campobasso serve una vittima prendi me e salva il mio popolo»…È stato un martire della pace. Lo abbiamo ricordato nel corso della marcia nazionale per la pace celebrata qui lo scorso 31 dicembre. È stato un vescovo esemplare, coraggioso ed eroico, ha offerto la sua vita per la pace e ha salvato la città.
Il Papa pranzerà con i poveri nella “Casa degli angeli".È un dono grandissimo che si è sbloccato davvero per un miracolo di Dio. Un mese fa sembrava tutto fermo ed eravamo molto tristi per questo. Invece il nuovo sindaco, raccogliendo l’eredità del precedente ha aperto le porte, così il direttore Caritas, i volontari e una brava ditta hanno potuto iniziare a svolgere la propria missione in tempo per l’arrivo del Papa. È un meraviglioso sogno che si è realizzato, con la fine dei lavori, mercoledì scorso, giorno anniversario della mia consacrazione presbiterale: anche questo è stato un dono grande che mi è stato fatto.
Lasciando Campobasso e prima di arrivare ad Isernia il Pontefice incontrerà i giovani della regione ecclesiastica abruzzese molisana a Castelpetroso…È un Santuario che si trova nel cuore del Molise già visitato da Giovanni Paolo II. Lì il 22 marzo 1888 la Madonna apparve a due giovani contadine. Saranno oltre diecimila i ragazzi e le ragazze che accoglieranno il Papa. Sono sette i siti che il Papa visita è questo sarà certamente uno dei momenti più entusiasmanti.