"La vera pace, quella che il mondo non
può dare, ce la dona Gesù Cristo. Perciò, nonostante le
gravi ferite che purtroppo subisce anche oggi, essa può
risorgere sempre". Lo ha affermato papa Francesco in occasione
della riunione in Vaticano degli enti che sostengono le
comunità orientali (Roaco). "In particolare ai fratelli e alle
sorelle della Siria e dell'Iraq, ai loro vescovi e sacerdoti,
esprimo insieme con voi la vicinanza della Chiesa Cattolica. E
la estendo alla Terra Santa e al Vicino Oriente, ma anche
all'amata Ucraina, nell'ora tanto grave che sta vivendo", ha
elencato il Pontefice.L'esortazione del Papa è stata "a
continuare l'impegno profuso" a favore di tali realtà. "Il
vostro soccorso nelle nazioni più colpite può rispondere a
necessità primarie, specialmente dei più piccoli e deboli,
come dei molti giovani tentati di abbandonare la patria
d'origine".
La pace deve essere "coltivata a più mani", ha spiegato
Francesco ricordando il pellegrinaggio che a fine maggio lo ha
portato in Terra Santa e poi l'incontro di preghiera per la
pace e l'ulivo piantato nei Giardini Vaticani l'8 giugno
scorso, con i presidenti israeliano Peres e palestinese Abbas,
alla presenza del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli
Bartolomeo I."Chi si impegna a coltivare la pace - ha aggiunto
- non deve però dimenticare che la crescita dipende dal vero
Agricoltore che è Dio".
Citando anche il caso della Romania, Francesco ha
sottolineato che "le Comunità Orientali sono presenti in tutto
il mondo". "Voi - ha detto agli enti che partecipano alla Roaco
- cercate di portare sollievo e sostegno ovunque ai numerosi
profughi e rifugiati, restituendo dignità e sicurezza, col
dovuto rispetto per la loro identità e libertà religiosa". Da
Francesco, infine, un grande incoraggiamento "per la formazione
delle nuove generazioni e degli educatori" e l'invito a dare
"priorità" alla famiglia, sull'esempio della Santa Famiglia di
Nazareth e in vista del prossimo Sinodo dei vescovi.