Stamattina Benedetto XVI ha ricevuto in udienza una delegazione del comitato olimpico nazionale italiano (il Coni) con gli atleti che hanno vinto una medaglia ai giochi olimpici e paralimpici di Londra 2012. «Mi pare che a Londra - ha detto Ratzinger nel suo saluto - abbiate conquistato ben 28 medaglie, di cui 8 d'oro! Ma a voi atleti non è stato chiesto solo di competere e ottenere risultati». Ogni attività sportiva, infatti presuppone per il Papa «un cammino di autentica maturazione umana, fatto di rinunce, di tenacia, di pazienza, e soprattutto di umiltà, che non viene applaudita, ma che è il segreto della vittoria». La pressione di conseguire risultati significativi, però, «non deve mai spingere a imboccarescorciatoie come avviene nel caso del doping. Lo stesso spirito di squadra sia di sprone ad evitare questi vicoli ciechi, ma anche di sostegno a chi riconosce di avere sbagliato, in modo che si sentaaccolto e aiutato».Penso a voi, cari atleti - ha aggiunto il Pontefice - come a dei campioni-testimoni, con una missione da compiere: possiate essere, per quanti vi ammirano, validi modelli da imitare».Il Papa ha poi indicato agli sportivi «la luminosa figura del beato Pier Giorgio Frassati: un giovane che univa in sè la passione per lo sport - amava specialmente le ascensioni in montagna - e la passione per Dio».
La delegazione azzurra, guidata dal Presidente del Coni Giovanni Petrucci. Il Pontefice ha salutato personalmente gli atleti soffermandosi a parlare con Valentina Vezzali (alla campionessa di scherma sono andati gli auguri affettuosi per il secondo figlio in arrivo.) e con il canoista Daniele Molmenti. Al Papa è stata donata la Torcia olimpica di Londra 2012.