La visita. Il Papa riceve Putin: Venezuela, Ucraina e ambiente al centro del colloquio
Ansa
Un’ora circa di colloquio con papa Francesco e una ventina di minuti con il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Temi affrontati: le relazioni bilaterali, la vita della Chiesa cattolica, questione ecologica, tematiche internazionali e in particolare Siria, Ucraina e Venezuela. Sono stati questi i tempi e i contenuti della prima tappa romana del presidente russo Vladimir Putin, l’udienza in Vaticano con Pontefice.
Nel comunicato ufficiale diffuso dalla Sala Stampa vaticana si specifica che nel corso dei «cordiali colloqui» è stata espressa da ambo le parti «soddisfazione» per lo sviluppo delle relazioni bilaterali, «ulteriormente rafforzatesi» con la firma, contestuale alla visita, di un protocollo di intesa riguardante la collaborazione tra l’Ospedale “Bambino Gesù” e gli Ospedali pediatrici della Federazione Russa. Il "portavoce" vaticano Alessandro Gisotti ha poi condiviso con i cronisti la «sincera e gioiosa soddisfazione del santo Padre» per l’udienza, la terza di Putin con papa Francesco.
Il leader del Cremlino, atterrato con quasi mezz'ora di ritardo, è arrivato in Vaticano per l'incontro con il Papa quasi un'ora dopo l'orario previsto. Il colloquio con il Papa si è svolto alla presenza di due interpreti. Mentre in quello con il cardinale Parolin hanno partecipato anche i due ministri degli esteri: l’arcivescovo Richard P. Gallagher per la Santa Sede e Sergej Lavrov per Mosca.
La tappa vaticana di Putin conferma quindi la particolare attenzione del leader russo per la figura del Pontefice e per la "geopolitica" della Santa Sede. Mosca infatti ritiene che su buona parte dei dossier internazionali più scottanti le proprie posizioni siano in sintonia con quelle di Oltretevere. La Santa Sede da parte sua, senza allinearsi con le posizioni russe - come con quelle di qualsiasi altra potenza - considera Mosca un interlocutore prezioso per affrontare alcune crisi in atto nel mondo, come quelle in Siria e in Venezuela. Per quanto riguarda l’Ucraina le posizioni tra Roma e Mosca non sono collimanti: la Santa Sede ad esempio non ha riconosciuto l'annessione della Crimea. Da parte russa però si è molto apprezzata la perentoria indicazione di papa Francesco ai cattolici di non intromettersi nella crisi interna all'ortodossia ucraina.
«Grazie per il tempo che mi ha dedicato. È stato un discorso molto sostanzioso e interessante». Così Putin si è rivolto papa Francesco alla fine dell'udienza dopo lo scambio dei doni. Il Pontefice lo ha salutato con un «Preghi per me». Durante lo scambio dei doni, Francesco ha consegnato il Messaggio per la pace di quest'anno, dicendo: «L'ho firmato oggi per lei»; il documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza; l'Esortazione apostolica Gaudete et exultate e la Christus vivit. Altro dono di Francesco: una acquaforte del 1774 che raffigura piazza San Pietro. Mostrandola a Putin Francesco ha detto: «Perché non dimentichi Roma». Putin ha invece donato un Dvd "Il peccato" di Andrei Konchalovsky su Michelangelo, film realizzato in Italia. «È uno dei nostri registi più famosi», ha detto Putin precisando che Konchalovsky è «vissuto in Italia». «Mi ha chiesto – ha poi aggiunto – se ha qualche minuto per vederlo». Oltre al Dvd, Putin ha donato un libro sulle riprese del film e una icona di San Pietro e Paolo.
Come previsto non c’è stato alcuni invito al Pontefice a visitare la Russia. Il Patriarcato di Mosca infatti, al momento è notoriamente
contrario a questa possibilità. Interpellato dall’Ansa, l'ambasciatore russo presso la Santa Sede Alexander Avdeev, ha spiegato che «non è possibile un invito di Putin al Papa a Mosca» per «una questione di rapporti tra le due Chiese», visto che «i rapporti sono stati interrotti per mille anni, le due Chiese non sono psicologicamente pronte per questo passo». «Credo che ci vorrà qualche anno, – ha aggiunto il diplomatico – è un processo step-by-step, ma sono sicuro che tra qualche anno il Papa visiterà Mosca».