Gesù trasformi l’indifferenza in vicinanza, il rifiuto in accoglienza: è la preghiera di Papa Francesco al saluto Urbi et Orbi, il giorno di Natale, in cui ha ricordato le lacrime di tanti nel mondo: vittime di “guerre, persecuzioni, schiavitù”. In particolare ha parlato dei bambini, "vittime degli Erode di oggi". E' tornato a denunciare il silenzio complice di tanti e la globalizzazione dell'indifferenza.
Il figlio di Dio è la salvezza, ha detto Francesco, pregando perché “tolga la durezza dai cuori di tanti uomini e donne”. Oltre 80.000 persone si sono raccolte in Piazza San Pietro.
“Gesù è la salvezza per ogni persona e per ogni popolo”: la speranza del Natale è forte nelle parole di Francesco che però ha ricordato che “tante lacrime ci sono in questo Natale insieme con le lacrime di Gesù”. Papa Francesco, ricordando la gioia della nascita del Figlio di Dio, Salvatore del mondo, ha notato che “sono le persone umili, piene di speranza nella bontà di Dio, che accolgono Gesù e lo riconoscono”. In tante situazioni sembra prevalere “l’indifferenza, il rifiuto”, l’odio, la violenza.
Il cuore del Papa Francesco è vicino innanzitutto ai bambini. "Gesù Bambino. Il mio pensiero va a tutti i bambini oggi uccisi e maltrattati, sia a quelli che lo sono prima di vedere la luce, privati dell’amore generoso dei loro genitori e seppelliti nell’egoismo di una cultura che non ama la vita; sia a quei bambini sfollati a motivo delle guerre e delle persecuzioni, abusati e sfruttati sotto i nostri occhi e il nostro silenzio complice; e ai bambini massacrati sotto i bombardamenti, anche là dove il figlio di Dio è nato".
La denuncia di Papa Francesco è forte e chiara, e ribadita. "Ancora oggi il loro silenzio impotente grida sotto la spada di tanti Erode. Sopra il loro sangue campeggia oggi l’ombra degli attuali Erode".