«Non possiamo
considerare le divisioni nella Chiesa come un fenomeno in qualche modo naturale, inevitabile
per ogni forma di vita associativa. Le nostre divisioni feriscono il suo corpo, feriscono la
testimonianza che siamo chiamati a rendergli nel mondo»: così papa Francesco si è rivolto Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma,a conclusione della XLVII Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema:
“Cristo non può essere diviso”.Presiedendo la celebrazione dei secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, papa Francesco ha ricordato il Decreto del Concilio Vaticano II sull’ecumenismo: "Da Cristo Signore la Chiesa è stata fondata una e unica, eppure molte comunioni
cristiane propongono se stesse agli uomini come la vera eredità di Gesù Cristo. Tutti invero
asseriscono di essere discepoli del Signore, ma hanno opinioni diverse e camminano per vie
diverse, come se Cristo stesso fosse diviso". E, quindi, «Tale divisione non solo si
oppone apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo e danneggia la più
santa delle cause: la predicazione del Vangelo ad ogni creatura».
«Cari amici - ha aggiunto il Papa - Cristo non può essere diviso! Questa certezza deve incoraggiarci e sostenerci a
proseguire con umiltà e con fiducia nel cammino verso il ristabilimento della piena unità visibile
tra tutti i credenti in Cristo». Ricordando Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, «l’opera di questi Pontefici - ha dettro - ha fatto sì che la dimensione del dialogo ecumenico sia diventata
un aspetto essenziale del ministero del Vescovo di Roma, tanto che oggi non si comprenderebbe
pienamente il servizio petrino senza includervi questa apertura al dialogo con tutti i credenti in
Cristo»