«Io ho paura – ve lo confesso – che la vostra opera rimanga
molto organizzativa, perfettamente organizzativa, ma senza passione. Questo lo
può fare anche una Ong, ma voi non siete una Ong! La vostra Unione senza
passione non serve; senza “mistica” non serve. E se dobbiamo sacrificare
qualcosa, sacrifichiamo l’organizzazione!». Sono parole dirette a scuotere
anche quelle che a braccio il Papa ha rivolto questa mattina in udienza al
fiore all’occhiello di Propaganda Fide: le Pontificie opere missionarie. Ai più
di cento direttori dei segretariati internazionali delle quattro storiche
storiche opere missionarie legate alla Congregazione per l’evangelizzazione dei
popoli e accompagnati dal cardinale prefetto Fernando Filoni, che nel
centenario della loro fondazione hanno concluso a Roma l’assemblea annuale,
papa Francesco ha voluto richiamare ancora una volta qual’è il vero cuore di
questi organismi al servizio della Chiesa.
Riprendendo così le parole del fondatore missionario beato
Paolo Manna, il quale «comprese molto bene che formare ed educare al mistero
della Chiesa e alla sua intrinseca vocazione missionaria è una finalità che
riguarda tutto il santo Popolo di Dio, nella varietà degli stati di vita e dei
ministeri», Francesco ha detto che «
formare alla missione vescovi e sacerdoti
non significa ridurre la Pontificia Unione Missionaria ad una realtà clericale,
ma sostenere la gerarchia nel suo servizio alla missionarietà della Chiesa,
propria di tutti: fedeli e pastori, sposati e vergini consacrati, Chiesa universale
e Chiese particolari».