Un invito agli imprenditori e ai dirigenti ad “avere una speciale attenzione per la qualità della vita lavorativa dei dipendenti”, in particolare per “favorire l’armonizzazione tra lavoro e famiglia”. Lo ha rivolto oggi
Papa Francesco ai membri dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti (Ucid), che riunisce gli imprenditori cattolici, un’associazione riconosciuta dai vescovi e ispirata dal magistero della Chiesa. “L’impresa e l’ufficio dirigenziale delle aziende - ha affermato il Papa - possono diventare luoghi di santificazione, mediante l’impegno di ciascuno a costruire rapporti fraterni tra imprenditori, dirigenti e lavoratori, favorendo la corresponsabilità e la collaborazione nell’interesse comune”.
“È decisivo - ha sottolineato - avere una speciale attenzione per la qualità della vita lavorativa dei dipendenti, che sono la risorsa più preziosa di un’impresa; in particolare per
favorire l’armonizzazione tra lavoro e famiglia. Penso in modo particolare alle lavoratrici: la sfida è tutelare al tempo stesso sia il loro diritto ad un lavoro pienamente riconosciuto sia la loro vocazione alla maternità e alla presenza in famiglia". Poi a braccio ha aggiunto una frase che ha fatto subito il giro del mondo: "Quanto volte, quante volte abbiamo sentito che una donna va dal capo e dice: 'Devo dirle che sono incinta'. 'Dal prossimo mese non lavori più!'. La donna deve essere custodita, aiutata in questo doppio lavoro: il diritto di lavorare e il diritto della maternità".Qualificante è anche la "responsabilità delle imprese per la
difesa e la cura del creato e per realizzare un ‘progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale’" (Lett. enc. Laudato si’, 112)”.
Papa Francesco invita ad avere attenzione anche “alle diverse situazioni di povertà e di fragilità” con “un atteggiamento”, “uno stile con cui portare avanti i programmi di promozione e assistenza, incrementando le numerose e benemerite opere concrete di condivisione e di solidarietà che sostenete in varie parti d’Italia”.
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Ma non basta fare assistenza, fare un po’ di beneficenza”, ha ammonito il Papa: “
È necessario orientare l’attività economica in senso evangelico, cioè al servizio della persona e del bene comune. In questa prospettiva siete chiamati a cooperare per far crescere uno spirito imprenditoriale di
sussidiarietà, per affrontare insieme le sfide etiche e di mercato, prima fra tutte la sfida di creare buone opportunità di lavoro.
Pensate ai giovani, credo che il 40% dei giovani qui oggi sono senza lavoro. In un altro Paese vicino, il 47; in un altro Paese vicino, più del 50. Pensate ai giovani, ma siate creativi nel creare opportunità di lavoro che vadano avanti e diano lavoro, perché chi non ha lavoro non solo non porta il pane a casa ma perde la dignità! E a tracciare questa strada contribuiscono anche le iniziative di confronto e di studio, che realizzate sul territorio”.
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L’impresa è un bene di interesse comune - ha ricordato -. Per quanto essa sia un bene di proprietà e a gestione privata, per il semplice fatto che persegue obiettivi di interesse e di rilievo generale, quali ad esempio lo sviluppo economico, l’innovazione e l’occupazione, andrebbe tutelata in quanto bene in sé”. Le istituzioni, ha aggiunto, “ma anche gli imprenditori, gli economisti, le agenzie finanziarie e bancarie e tutti i soggetti coinvolti non devono mancare di agire con competenza, onestà e senso di responsabilità”.