Chiesa

Vaticano. Papa trasferisce gestione dei fondi della Segreteria di Stato ad Apsa

Mimmo Muolo giovedì 5 novembre 2020

Una delle riforme annunciate nei mesi scorsi da papa Francesco prende piede in questi giorni in Vaticano. La gestione dei fondi della Segreteria di Stato sarà infatti trasferita all'Apsa e i fondi stessi saranno controllati dalla Segreteria per l'Economia (Spe). Lo ha annunciato ieri il direttore della Sala Stampa Vaticana Matteo Bruni, rendendo noto che mercoledì scorso il Papa ha presieduto una riunione alla quale hanno partecipato il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il sostituto della Segreteria di Stato monsignor Edgar Peña Parra, il segretario generale del Governatorato monsignor Fernando Vergez, il presidente dell'Apsa, monsignor Nunzio Galantino e il prefetto della Segreteria per l'Economia padre Juan Antonio Guerrero. All'odg l'attuazione di quanto papa Francesco aveva chiesto con una lettera indirizzata al Segretario di Stato lo scorso 25 agosto. Cioè, appunto, il passaggio della gestione amministrativa dei fondi in questione all'Apsa, sotto il controllo della Spe.

Nella lettera che Francesco aveva indirizzato al cardinale Parolin lo scorso agosto (e che è stata allegata alla comunicazione data ai giornalisti) il Pontefice spiega che il cambiamento si è reso necessario per «una sempre migliore organizzazione delle attività economiche e finanziarie» in una «gestione che sia, secondo i desideri di tutti, più evangelica» e «al fine di evitare sovrapposizioni, frammentazioni o duplicazioni inutili e dannose».

Infatti, aggiunge la lettera, pur essendo la Segreteria di Stato «il dicastero che sostiene più da vicino e direttamente l'azione» del Papa, e «punto di riferimento essenziale nella vita della Curia», «non sembra necessario, né opportuno che debba eseguire tutte le funzioni che sono già attribuite ad altri Dicasteri». Tra queste, proprio la materia economica e finanziaria.

Si intuisce che dietro la decisione c'è la questione dell'immobile di Sloane Avenue a Londra. E infatti Francesco raccomanda «una particolare attenzione» per «gli investimenti operati a Londra e il fondo Centurion, dai quali occorre uscire al più presto, o almeno, disporne in maniera tale da eliminarne tutti i rischi reputazionali». Il Pontefice dispone inoltre che tutti i fondi finora amministrati dalla Segreteria di Stato «siano incorporati nel bilancio consolidato della Santa Sede» e che in materia economica e finanziaria la Segreteria di Stato operi «per mezzo di un budget come ogni altro dicastero, salvo che per le materie riservate sottoposte a segreto, approvate dalla Commissione nominata a questo scopo». Perciò bisognerà valutare anche la necessità dell'esistenza di un Ufficio amministrativo presso la stessa Segreteria di Stato».