Dialogo interreligioso, famiglia, evangelizzazione. Sono tre temi forti toccati da Papa Francesco nel suo discorso consegnato ai vescovi del Camerun, ricevuti stamani in occasione della visita ad Limina. Il Pontefice ha inoltre messo in guardia i sacerdoti dalle tentazioni del potere e del denaro, che rappresentano una “contro testimonianza” in una regione dove tante persone mancano del necessario. Testimonianza e dialogo. E’ quanto chiesto da Papa Francesco ai vescovi del Camerun. In alcune vostre diocesi, afferma nel discorso, “la presenza importante dei musulmani” è “un invito pressante a testimoniare coraggiosamente e gioiosamente la fede nel Cristo Risorto”. “Sviluppare il dialogo della vita con i musulmani, in uno spirito di fiducia reciproco – soggiunge – è oggi indispensabile per mantenere un clima di coabitazione pacifica e scoraggiare lo sviluppo della violenza di cui i cristiani sono vittime in alcune regioni del continente” africano. Il Pontefice non manca inoltre di esortare il clero locale ad essere unito e a trovare delle “soluzioni comuni e concertate” alle sfide da affrontare, “superando i pregiudizi, in particolare quelli etnici”.Il Papa chiede ai vescovi di impegnarsi nella “formazione permanente della vita spirituale dei sacerdoti” e questo soprattutto perché le “tentazioni del mondo sono numerose, in particolare quelle del potere, del prestigio e del denaro”. Su questo, avverte, “la controtestimonianza che potrebbe essere offerta da una cattiva gestione dei beni, l’arricchimento personale o lo spreco sarebbero particolarmente scandalosi in una regione dove tante persone mancano del necessario”. Una parte del discorso è dunque dedicata alla famiglia, in un contesto che vede “il relativismo e la secolarizzazione mettere radici anche in Africa”. Francesco chiede ai pastori del Camerun di mettere al centro dell’attenzione le famiglie, alle prese con “la povertà, la mancanza di sicurezza e la tentazione di ritornare a pratiche ancestrali incompatibili con la fede cristiana”.Il Pontefice incoraggia dunque una “feconda collaborazione” tra Chiesa e Stato in Camerun e sottolinea il grande ruolo che hanno le istituzioni ecclesiali “non solo a beneficio della Chiesa, ma di tutta la società camerunese”. Ed evidenzia che “l’impegno nelle opere sociali fa parte integrante dell’evangelizzazione, giacché esiste una connessione intima tra l’evangelizzazione e la promozione umana” specie dei più poveri. Francesco conclude il discorso affidando i fedeli del Camerun alla Vergine e a San Giovanni Paolo II che, ricorda il Papa, ha visitato due volte il Paese africano.