VIAGGIO APOSTOLICO. Il Papa arriva a Cuba: «La persona al centro del vero progresso»
Il Santo Padre è arrivato all'aeroporto di Santiago di Cuba alle 21 italiane, le 14 locali. Nel corso della cerimonia di benvenuto, Benedetto XVI ha ringraziato il presidente Raul Castro per la sua accoglienza, poi ha ricordato il suo predecessore Giovanni Paolo II, "che ha lasciato una traccia indelebile nell’animo dei cubani. Il suo passaggio nell’isola fu come una brezza soave di aria fresca che diede nuovo vigore alla Chiesa in Cuba, destando in molti una rinnovata coscienza dell’importanza della fede, incoraggiando ad aprire i cuori a Cristo, e, nello stesso tempo, illuminò la speranza e stimolò il desiderio di lavorare con audacia per un futuro migliore"."Uno dei frutti importanti di quella visita - ha continuato il Papa - fu l’inaugurazione di una nuova fase nelle relazioni tra la Chiesa e lo Stato cubano, con uno spirito di maggiore collaborazione e fiducia, benché rimangano ancora molti aspetti nei quali si può e si deve avanzare, specialmente per quanto si riferisce al contributo imprescindibile che la religione è chiamata a svolgere nell’ambito pubblico della società". Il Papa ha poi chiesto l'intercessione della Madre di Dio "affinché guidi i percorsi di questa amata Nazione sui sentieri della giustizia, della pace, della libertà e della riconciliazione". "Molte parti del mondo vivono oggi un momento di particolare difficoltà economica, che non pochi concordano nel situare in una profonda crisi di tipo spirituale e morale, che ha lasciato l’uomo senza valori e indifeso di fronte all’ambizione e all’egoismo di certi poteri che non tengono conto del bene autentico delle persone e delle famiglie. Non si può proseguire a lungo nella stessa direzione culturale e morale che ha causato la dolorosa situazione che tanti sperimentano. Al contrario, il vero progresso necessita di un’etica che collochi al centro la persona umana e tenga conto delle sue esigenze più autentiche, in modo speciale della sua dimensione spirituale e religiosa. Per questo, nel cuore e nella mente di molti, si fa strada sempre di più la certezza che la rigenerazione delle società e del mondo richiede uomini retti e di ferme convinzioni morali e alti valori di fondo che non siano manipolabili da interessi limitati, e che rispondano alla natura immutabile e trascendente dell’essere umano. Cari amici, sono convinto che Cuba, in questo momento così importante della sua storia, sta guardando già al domani, e per questo si sforza di rinnovare e ampliare i suoi orizzonti; a ciò coopererà quell’immenso patrimonio di valori spirituali e morali che hanno plasmato la sua identità più genuina".
I DISSIDENTI: NUOVI ARRESTI
A poche ore dall'arrivo di papa Benedetto XVI a Cuba, la dissidenza denuncia un'ondata di almeno 150 arresti "preventivi" del governo di Raul Castro impegnato in un'operazione di "pulizia ideologica", come la definisce la blogger Yoani Sanchez. E intanto gli oppositori continuano a sperare in un incontro fuori programma col Santo Padre. Intanto la Commissione cubana dei diritti umani e di riconciliazione (organizzazione considerata illegale nell'isola) ha aggiornato il numero degli arresti "preventivi", che dai 70 degli ultimi quattro giorni si sono più che raddoppiati, toccando quota 150.
L'ADDIO AL MESSICO Nel Dopo tre giorni intensissimi, soprattutto per il calore mostratogli dalla popolazione locale, Benedetto XVI ha lasciato questo pomeriggio alle 17 (ore italiane, le 9 di mattina locali), oggi il Messico per fare tappa a Cuba, dove lo attendono tra l'altro gli incontri con Raul Castro e, quasi sicuramente, col fratello Fidel.Il Papa, in una cerimonia di congedo, ha detto che porterà con sé "esperienze indimenticabili": "davanti alla fede in Gesù Cristo, e alla devozione per la sua Madre - ha proseguito Benedetto XVI - desidero ripetere con forza al popolo messicano di essere fedele a se stesso e a non lasciarsi intimorire dalle forze del male".
Il Papa ha esortato i cattolici messicani a "non cedere alla mentalità utilitaristica, che finisce sempre col sacrificare i più deboli e indifesi. Li invito a uno sforzo solidale che permetta alla società di rinnovarsi dalle sue fondamenta per realizzare una vita degna, giusta e in pace per tutti. Per i cattolici, questo contributo al bene comune è anche un'esigenza di quella dimensione essenziale del Vangelo che è la promozione umana e una espressione altissima della carità. Per questo la Chiesa esorta tutti i suoi fedeli a essere anche buoni cittadini, coscienti della loro responsabilità di preoccuparsi per il bene degli altri"."Cari amici messicani, vi dico addio nel vero senso della bella espressione tradizionale ispanica: rimanete con Dio! Sì, addio, sempre nell'amore di Cristo, nel quale tutti ci incontriamo e ci incontreremo".
LA MESSA DI DOMENICA E LA CERIMONIA DEI VESPRIDopo la messa di domenica mattina al Parque del Bicentenario, alla quale sono accorse, secondo lo stato di Guanajuato, circa 640 mila persone considerando anche gli spazi circostanti, l'ultimo evento di questa visita in Messico è stata la cerimonia dei Vespri alla cattedrale di Leon con i vescovi di tutta l'America Latina."Siate dalla parte di coloro che sono emarginati dalla violenza, dal potere o da una ricchezza che ignora coloro ai quali manca quasi tutto", ha detto il Papa ai presuli sudamericani. "La Chiesa non può separare la lode a Dio dal servizio agli uomini", ha aggiunto evocando la figura del Buon Samaritano. Il Pontefice ha espresso anche "preoccupazione" per "i limiti imposti alla libertà della Chiesa nell'adempimento della sua missione".E sul punto del "consolidamento" della libertà religiosa, nella successiva cena nel patio della cattedrale con i vescovi del Messico e il presidente federale Felipe Calderon, c'è stato un forte richiamo del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, in una fase in cui in Messico è in ballo una riforma costituzionale, mentre la Chiesa auspica il riconoscimento di quel ruolo pubblico che in questo Paese non ha mai avuto.Il calore della folla per Benedicto ha trovato il suo culmine nella serata quando, dinanzi al suo alloggio al Colegio Miraflores, un complesso 'mariachi' gli ha donato un sombrero bianco. "Ho fatto tanti viaggi, ma mai sono stato ricevuto con tanto entusiasmo", ha detto il Papa ai tanti che lo applaudivano. "Porto con me nel mio cuore queste impressioni di questi giorni: il Messico sarà sempre nel mio cuore", ha proseguito, aggiungendo: "Adesso posso capire perché Giovanni Paolo II diceva: mi sento un Papa messicano".Finisce oggi, quindi, una visita papale caratterizzata tra l'altro dai ripetuti appelli del Papa contro la violenza, ilnarcotraffico, le guerre criminali che in questo Paese seminano morti senza fine: Ratzinger ha anche incontrato un gruppo di otto familiari di vittime dei 'narcos'.Ora a Cuba, tra le ultime roccaforti del comunismo mondiale, lo attende un altro appuntamento con la storia. Alle 14.00 locali (le 21.00 in Italia) l'arrivo all'aeroporto di Santiago de Cuba, poi la messa per il 400/o anniversario del ritrovamento della Virgen de la Carida del Cobre, patrona dell'isola.Domani il trasferimento all'Avana, dove ci saranno gli incontri con il vertice del regime e, mercoledì, la grandemessa nella Plaza de la Revolucion. A Cuba, 14 anni dopo Wojtyla, Ratzinger troverà una realtà profondamente cambiata, dove la successione di Raul Castro ai quasi 50 anni di potere del fratello Fidel ha portato riforme economiche, aperture, anche se è forte la protesta dei dissidenti che chiedono una maggiore democratizzazione.In vista dell'arrivo del Papa a gennaio il regime ha concesso l'indulto a 2.900 prigionieri, ma molti altri languono in carcere. La popolazione, inoltre, vive in condizioni economiche di forti restrizioni, complice l'embargo Usa, verso cui anche la Chiesa ha espresso sempre la sua contrarietà perché "è il popolo a patirne le conseguenze".