Benedetto XVI ha lanciato oggi un appello ai cattolici di tutto il mondo affinché si impegnino per "sostenere la presenza dei cristiani in Terra Santa e nel Medio Oriente nel suo insieme", e questo, ha detto, anche "operando a livello internazionale, nei rapporti con le autorità", affinché "in Oriente dove sono nati, i cristiani, con i loro pastori, possano essere considerati a pieno titolo cittadini e non stranieri". Incontrando i membri dell'organismo di collegamento delle Opere in Aiuto alle Chiese Orientali (Roaco), il Pontefice ha anche ricordato la processione eucaristica da lui presieduta ieri sera dalla Cattedrale Lateranense fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore rilevando di aver chiesto così "all'amata Città di Roma e all'intera Comunità cattolica di rimanere e camminare sulle vie non facili della storia, tra le grandi povertà spirituali e materiali del mondo, per offrire la carità di Cristo e della Chiesa, che scaturisce dal Mistero Pasquale, mistero di amore, di dono totale che genera vita"."La carità - ha sottolineato - è capace di cambiare i cuori e il mondo con la forza di Dio, seminando e risvegliando ovunque la solidarietà, la comunione e la pace. Sono doni affidati alle nostre fragili mani, ma il loro sviluppo è sicuro, perchè la potenza di Dio opera proprio nella debolezza, se sappiamo aprirci alla sua azione, se siamo veri discepoli che cercano di essergli fedeli". Questa stessa "carità ecclesiale" il Papa ha invocato per la Terra Santa ed anche riguardo ai "cambiamenti che stanno avvenendo nei Paesi dell'Africa del Nord e del Medio Oriente, che sono fonte di preoccupazione in tutto il mondo", sui quali ha detto di essere informato dal patriaca copto-cattolico (di Egitto), dal patriarca maronita (libanese) dal rappresentante pontificio a Gerusalemme e dalla Custodia francescana di Terra Santa, dalle congregazioni e dalle agenzie che "sono in grado di verificare la situazione sul terreno per quanto riguarda le Chiese e i popoli di quella regione, che è così importante per la pace e la stabilità del mondo".In proposito, Papa Ratzinger ha voluto "esprimere la sua vicinanza a coloro che stanno soffrendo e a coloro che stanno tentando disperatamente di fuggire, incrementando in tal modo il flusso della migrazione che rimane sempre senza speranza". "Prego - ha concluso - perché sia resa disponibile ogni forma di necessaria assistenza di emergenza, ma soprattutto prego che sia esplorata ogni forma possibile di mediazione così che possa cessare la violenza e siano ovunque restaurate l'armonia sociale e la coesistenza pacifica, nel rispetto per i diritti sia delle persone che delle comunità".