"Non siamo più estranei, ma amici e
fratelli". Papa Francesco nel ricevere una folta delegzione
dell'International Council of Christian and Jews (250 membri del
cartello di sigle impegnate nel dialogo ebraico-cristiano nel mondo)
ha ribadito come la Dichiarazione conciliare
Nostra aetate, 50 anni
fa contribuì in modo decisivo a inaugurare una stagione di "amicizia
e comprensione reciproca" nel dialogo tra cattolici ed ebrei. "Questo
documento rappresenta infatti - ha affermato Francesco - il 'si"
definitivo alle radici ebraiche del cristianesimo e il 'nò
irrevocabile all'antisemitismo". "Possiamo esprimere così - ha
continuato il Pontefice - il nostro grazie a Dio per tutto ciò
che di buono è stato realizzato in termini di amicizia e di
comprensione reciproca in questi cinquant'anni, perchè il Suo
Santo Spirito ha accompagnato i nostri sforzi di dialogo".Francesco ha sottolineato che "la nostra umana
frammentarietà, la nostra diffidenza e il nostro orgoglio sono
stati superati grazie allo Spirito di Dio onnipotente, così
che tra noi sono andate crescendo sempre più la fiducia e la
fratellanza. Non siamo più estranei, ma amici e fratelli". Del
resto, "i cristiani, tutti i cristiani, hanno radici ebraiche".
Pur con prospettive diverse, ha aggiunto, confessiamo "lo
stesso Dio, Creatore dell'universo e Signore della storia".
"Le confessioni cristiane trovano la loro unità in Cristo;
l'ebraismo trova la sua unità nella Torah. I cristiani credono
che Gesù Cristo è la Parola di Dio fattasi carne nel mondo;
per gli ebrei la Parola di Dio è presente soprattutto nella
Torah. Entrambe le tradizioni di fede - ha precisato
Francesco - hanno per fondamento il Dio Unico, il Dio
dell'Alleanza, che si rivela agli uomini attraverso la sua
Parola. Nella ricerca di un giusto atteggiamento verso Dio, i
cristiani si rivolgono a Cristo quale fonte di vita nuova, gli
ebrei all'insegnamento della Torah". Questo tipo di riflessione
teologica sul rapporto tra ebraismo e cristianesimo prende le
mosse proprio dalla Nostra aetate e, su tale solido fondamento,
può essere ulteriormente sviluppata, ha indicato il Pontefice.
Così come consolidato, ha ricordato Francesco, è anche il
"grande interesse" col quale la Santa Sede segue le attività
dell'International Council, in particolare dal 1974, anno di
creazione della Commissione vaticana per i rapporti religiosi
con l'ebraismo. I convegni annuali dell'International Council,
ha concluso Francesco, "danno un notevole contributo al dialogo
ebraico-cristiano".