Papa Francesco ha
ricordato il 70esimo anniversario della liberazione del campo di
concentramento di Auschwitz, salutando
i pellegrini tedeschi e
polacchi presenti all'udienza generale.
"Saluto cordialmente i pellegrini polacchi, e, in particolare, la
delegazione dei superstiti del campo di concentramento di
Auschwitz, liberati settant'anni fa", ha detto Bergoglio, dopo
aver salutato, rivolto ai fedeli di lingua tedesca, "il gruppo
del comitato internazionale di Auschwitz".
C'era anche
una delegazione di
imam francesi in aula Paolo VI. A
loro il Papa si è rivolto al termine della catechesi, ricordando il loro
impegno "nelle relazioni cristiano-musulmane. In questo tempo di
Natale - ha osserva ancora Bergoglio rivolgendosi anche ai mass media
francesi - auguro a tutti di proseguire con coraggio il vostro impegno
al servizio della pace, della fraternità e della verità".
Nel corso della catechesi Papa Francesco ha citato
monsignor
Oscar Arnulfo Romero, vescovo del Salvador trucidato nel
1980 da sicari del regime militare leggendo, nel corso di una catechesi dedicata alla figura della madre, brani di una omelia sul "martirio materno" scritta da Romero per i funerali di "un prete assassinato dagli
squadroni della morte".
Da quando Jorge Mario Bergoglio è divenuto Papa, in Vaticano si è
sbloccata la causa di beatificazione di Romero, che potrebbe
giungere a maturazione proprio nel corso dell'anno.
"Sono esse, le madri, a odiare maggiormente la guerra, che uccide
i loro figli", ha detto il Pontefice argentino. "L'arcivescovo Oscar Arnulfo Romero diceva che le mamme vivono un martirio materno" ha aggiunto il Pontefice. Nell'omelia per il funerale di un prete assassinato dagli squadroni della morte ha detto ancora il Papa Romero disse riecheggiando il Concilio Vaticano II che "tutti dobbiamo essere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci
concede questo onore
Dare la vita non significa solo essere
uccisi; dare la vita, avere spirito di martirio, è dare nel dovere, nel silenzio, nella preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana; dare la vita a poco a poco? Sì, come la dà una madre, che senza timore, con la semplicità del martirio materno, concepisce nel suo seno un figlio, lo dà alla luce, lo allatta, lo fa crescere e accudisce con affetto. È dare la vita. È martiriò".