L'evento. Il Papa: «La scuola educhi al vero»
Ore 18,20. Le parole di Papa Francesco arrivano dirette al cuore della folla. "Io amo la scuola" dice. "L'ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da vescovo" precisa Bergoglio ricordando la prima maestra avuta a sei anni e i suoi incontri con il mondo della scuola a Buenos Aires. La scuola è sinonimo di "apertura alla realtà", dice il Papa citando don Milani (IL TESTO INTEGRALE). E' "un luogo d'incontro", non un parcheggio (espressione quest'ultima presa in prestisto dalle testimonianze appena ascoltate). Un luogo fondamentale nell'età della crescita, "come complemento alla famiglia". E proprio per questo le due realtà, scuola e famiglia, devono collaborare "nel rispetto reciproco" e non essere mai contrapposte. Ai trecentomila di piazza San Pietro il Pontefice fa ripetere dapprima un proverbio africano "Per educare un figlio ci vuole un villaggio", a sottolineare il lavoro di squadra che famiglia e scuola devono fare, poi una delle frasi simbolo di questo incontro sulla scuola: "Sempre è più bella una sconfitta pulita di una vittoria sporca". L'educazione, spiega papa Francesco, "non può essere neutra". La scuola deve educare "al vero, al bene e al bello". Tre dimensioni che non sono mai separate, tre lingue "quelle della mente, del cuore e delle mani", che bisogna usare insieme. Perchè a scuola si possono e si devono "impare contenuti, avere certe abitudini e assumere valori". Per crescere insieme.
Ore 18,15. E' la cantante Fiorella Mannoia, con una canzone dedicata ad una ipotetica figlia, "se l'avessi avuta le avrei fatto queste raccomandazioni, tutte le donne sono madri", a chiudere il lungo pomeriggio di testimonianze, letture e riflessioni sulla scuola e sull'educazione.
Ore 18. Educare non è riempire un vaso ma accendere un fuoco. Cita Plutarco il professor Andrea Monda che insegna religione al liceo classico Albertelli di Roma e che ha avuto l'idea di aprire su facebook un gruppo per i suoi alunni. Adesso sono più di mille. Una sfida avvicente, come hanno spiegato anche i "suoi" ragazzi e che ha preso le mosse proprio da una frase di papa Francesco. "Educare è avviare dei processi, non occupare degli spazi" ha ricordato il professore citando il Papa.
Ore 17.45. La scuola non è un parcheggio per ragazzi ma un luogo dove crescono, dove devono sentirsi a casa. A Tor Bella Monaca c'è una scuola dove genitori e insegnanti hanno unito le forze e si sono dati da fare per imbiancare le pareti scrostate, cambiare le porte e fare altri lavori di manutenzione. Il risultato? I ragazzi hanno imparato, anche in questo quartiere difficile, a rispettare la scuola e a trattarla come casa propria. "Adesso ci sentiamo tutti parte di una comunità" ha detto la preside dell'istituto comprensivo via San Biagio Platani Valeria Sentilli.
Ore 17.30. Una scuola dove le barriere non esistono. Quelle fisiche, ma soprattutto quelle mentali. All'istituto compresivo Luigi Pirandello di Pesaro la parola d'ordine è una sola: accoglienza. Su 1200 studenti, spiega la preside Giuliana Ceccarelli, 35 sono disabili e altri 94 hanno problemi di vari genere. Ma a scuola si sentono accolti come a casa, grazie a speciali protocolli di accoglienza. E ad un corpo insegnanti che ha una marcia in più. "Insegnare in questa scuola significa pensare alla specificità di ogni alunno" dice la professoressa Fiorenza Pestelli. Un esempio? Se si va in gita in un museo e tra gli studenti c'è un ragazzo non vedente bisogna trovarne uno dove c'è un percorso tattile. In fondo basta organizzarsi
Ore 17.20. In piazza tanti personaggi dello spettacolo, come l'attrice Veronica Pivetti che ha ricordato la sua esperienza al liceo artistico e ha invitato i ragazzi ad "esercitare il proprio senso critico", andando se necessario, anche contro-corrente, senza seguire la massa.
Ore 17.15. Una giornata emozionante. Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini nel suo intervento ha messo l'accento sull'"emozione sincera" di tutti i ragazzi arrivati in piazza San Pietro, in quella che in queste ore è diventata "una classe speciale per una lezione speciale". Il ministro ha anche rivolto un pensiero alle studentesse nigeriane rapite e alle "tante ragazze cui è stata impedita l'esperienza della formazione".
Ore 17. "Dalla scuola passa la bellezza della vita". Il cardinale Angelo Bagnasco (IL TESTO INTEGRALE) non ha dubbi: la scuola ha un ruolo fondamentale nella società, è un "tassello decisivo" nonostante "i problemi e le inadeguatezze". "La scuola fa entrare dentro un'esperienza che allarga i confini mentali della propria famiglia" ha detto il presidente della Cei. Ecco perché ogni scuola è "un atto di speranza che si rinnova ogni mattina grazie ai suoi protagonisti". La prima risorsa infatti, sottoliena Bagnasco "sono le persone, la loro qualità critica, la loro statura morale, la loro apertura ideale". Il cardinale ha messo l'accento sul ruolo che la Chiesa italiana ha da sempre assegnato all'educazione, individuandola come la "chiave di volta del suo impegno di evangelizzazione". "Avvertiamo come Pastori - sottolinea Bagnasco - l'esigenza di coltivale il cuore delle generazioni attarverso una paziente opera educativa che rimetta al centro quella cutlura dell'incontro che a differenza di quella dello scarto tende a valorizzare quanto c'è in ogni persona di bello e di buono".
Ore 16.45 Un sorriso, un saluto,una stretta di mano per tutti. Infaticabile papa Francesco da mezz'ora attraversa la folla a bordo della jeep, prende in braccio i bambini, li bacia, poi li riconsegna nelle mani dei genitori increduli. Ha percorso piazza San Pietro in tutte le direzioni e arriverà sino in via della Conciliazione, per "abbracciare" virtualmente" tutte le scolaresche e le famiglie che sono arrivate a Roma.
Ore 16.15. E' arrivato puntuale, sfoderando il suo sorriso più bello e la piazza lo ha accolto con un'esplosione di gioia. A bordo della jeep bianca papa Francesco sta percorrendo piazza San Pietro e le vie dove si trovano assiepate 300mila persone tra insegnanti e famiglie. Una festa della scuola e per la scuola.
Ore 16. Una storia di speranza che arriva dalla Locride. Raccontata da una giovane preside, Domenica Cacciatore, che ha deciso di tenere aperta la scuola anche d'estate per accogliere gli alunni e salvarli così dalla malavita e dal bullismo.
Ore 15.45. Educare non è solo trasmettere nozioni. Manca mezz'ora all'arrivo di Papa Francesco e sul palco si alternano le testimonianze di chi si cimenta col difficile mestiere di insegnante. Di chi insomma la scuola la costruisce giorno dopo giorno con passione. Il professore Marco Bersanelli, astrofisico, sottolinea come "educare significa prendersi cura di quel prodigio della creazione" ed "imparare ad essere magnanimi". Poi scatta l'ora delle foto di gruppo.
Ore 15.30. L'azzuro dei fazzoletti con il logo della manifestazione colora il cielo sopra piazza San Pietro. Musica, balli e canti scaldano la folla. Uno studente arrivato in Italia dall'Afganistan, Abib, racconta la sua storia ai 300mila riuniti in attesa dell'arrivo di papa Francesco.
Ore 15. Immagini aeree di piazza San Pietro e zone limitrofe mostrano una folla immensa in attesa di Papa Francesco. Le previsioni della Cei di 150 mila presenti al maxi-raduno per la scuola sono già superate, e i numeri vanno raddoppiati: probabilmente infatti tra allievi, genitori e insegnanti ci sono già circa 300 mila persone. Le stime diffuse nei giorni scorsi dalla Sala Stampa della Santa Sede riguardo alla "capacità" dei luoghi sono le seguenti: 80 mila in piazza San Pietro, 18 mila sul sagrato della Basilica di San Pietro, 26 mila in piazza Pio XII e 100 mila in via della Conciliazione. Ma oggi - come era accaduto il 27 aprile per la beatificazione - sono gremiti anche Borgo Sant'Angelo e Borgo Santo Spirito e si stanno ormai riempiendo anche i giardini di Castel Sant'Angelo. Ore 14.30. Il conto alla rovescia segna meno un'ora e mezza all'arrivo del Papa. Dal palco sul sagrato l'annuncio che è tutto pieno fino in fondo a via della Conciliazione. Ma nessuna paura: il Papa passerà a salutare tutti.