L'ANGELUS. Il Papa: «Sacerdote un dono per la Chiesa e per il mondo»
«Rendere grazie a Dio per tutti i benefici che da questo Anno sono venuti alla Chiesa universale. Nessuno potrà mai misurarli, ma certamente se ne vedono e ancor più se ne vedranno i frutti». Così si è espresso, Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus da piazza San Pietro, facendo riferimento all’Anno Sacerdotale che si è concluso l’11 giugno scorso. «Qui a Roma – ha ricordato il Papa – abbiamo vissuto giornate indimenticabili, con la presenza di oltre quindicimila sacerdoti di ogni parte del mondo». Per il Pontefice, «il sacerdote è un dono del cuore di Cristo: un dono per la Chiesa e per il mondo. Dal cuore del Figlio di Dio, traboccante di carità, scaturiscono tutti i beni della Chiesa, e in modo particolare trae origine la vocazione di quegli uomini che, conquistati dal Signore Gesù, lasciano tutto per dedicarsi interamente al servizio del popolo cristiano, sull’esempio del Buon Pastore». Il sacerdote, dunque, «è plasmato dalla stessa carità di Cristo, quell’amore che spinse Lui a dare la vita per i suoi amici e anche a perdonare i suoi nemici. Per questo i sacerdoti sono i primi operai della civiltà dell’amore». E qui, ha aggiunto, «penso a tante figure di preti, noti e meno noti, alcuni elevati all’onore degli altari, altri il cui ricordo rimane indelebile nei fedeli, magari in una piccola comunità parrocchiale».
Dopo l’Angelus, il Papa ha ricordato «con gioia» la proclamazione di due nuovi beati, entrambi vissuti nel secolo scorso. «Ieri, in Spagna – ha detto – è stato beatificato Manuel Lozano Garrido, laico e giornalista; malgrado la malattia e l’invalidità lavorò con spirito cristiano e con frutto nel campo della comunicazione sociale. Stamani, invece, in Slovenia, il cardinale Bertone, quale mio legato, ha presieduto la celebrazione conclusiva del Congresso eucaristico nazionale, nella quale ha proclamato beato il giovane martire Lojze Grozde». Egli era «particolarmente devoto dell’Eucaristia, che alimentava la sua fede incrollabile, la sua capacità di sacrificio per la salvezza delle anime, il suo apostolato nell’Azione Cattolica per condurre gli altri giovani a Cristo». In Lozano Garrido, «i giornalisti – ha aggiunto il Papa nei saluti in spagnolo – potranno trovare un testimone eloquente del bene che si può fare quando la penna riflette la grandezza dell’anima e si mette al servizio della verità e della cause nobili”. Il Pontefice ha anche dato il benvenuto a Roma alla comunità del Seminario arcidiocesano di Riga, capitale della Lettonia, e salutato “la Federazione italiana hockey, che collabora per promuovere lo sport negli oratori italiani».