Chiesa

Il discorso. A vescovi coreani: compassione rende testimoni credibili di Gesù

giovedì 12 marzo 2015
​Fare esperienza della compassione di Gesù per diventare “testimoni sempre più credibili della sua potenza salvifica”: è quanto ha affermato Papa Francesco incontrando, in Vaticano, i vescovi della Corea in visita ad Limina. “Annunciare Cristo - ha aggiunto - significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella”. Il Santo Padre ha anche espresso il proprio apprezzamento per la comunità cattolica in Mongolia. Papa Francesco, ricordando il recente viaggio apostolico in Corea - dal 13 al 18 agosto del 2014 in occasione della VI Giornata della Gioventù asiatica – ha detto che quella visita rimarrà “un incoraggiamento duraturo” nel suo ministero alla Chiesa universale. Il Pontefice ha affermato che “la memoria, la gioventù e la missione di confermare i fratelli nella fede” sono stati tre aspetti rilevanti di quel viaggio. Il pensiero del Santo Padre è andato anche alla Chiesa in Mongolia, “una piccola comunità in un vasto territorio”, impegnata ad annunciare il Vangelo.Uno dei momenti più belli della visita in Corea – ha sottolineato il Papa – è stata la beatificazione di Paul Yun Yi-Chung e di 123 compagni martiri che si sono distinti per l’integrità nella ricerca della verità, per la fedeltà ai più alti principi e per la testimonianza di carità e di solidarietà. Il loro esempio – ha spiegato il Pontefice – è una scuola. Le lezioni che hanno insegnato sono applicabili nel nostro tempo in cui, nonostante i progressi compiuti nella tecnologia e nella comunicazione, le persone sono sempre più isolate e le comunità indebolite.Quanto è importante allora – ha aggiunto il Papa – che le parrocchie, le scuole e i centri di apostolato “diventino autentici luoghi di incontro”. Quando incontriamo Gesù e sperimentiamo la sua compassione – ha detto il Santo Padre – diventiamo “testimoni sempre più credibili della sua potenza salvifica”. Quando parliamo con i giovani, la sfida è condividere la verità di Gesù Cristo con chiarezza e in modo che possano comprenderla. I giovani ci richiamano – ha osservato il Pontefice – a rispettare la missione “se le nostre vite non rispecchiano la fede”. La loro onestà, in questo senso, “può essere un aiuto per noi”.Siate vicini ai giovani, ha auspicato il Papa. Questa vicinanza non rafforzerà solo le istituzioni e le comunità della Chiesa, ma aiuterà anche a comprendere le loro difficoltà e delle loro famiglie. In questo modo il Vangelo penetrerà la vita della comunità cattolica come quella della società nel suo complesso.  Attraverso il vostro servizio ai giovani, “la Chiesa diventerà il lievito nel mondo che il Signore ci esorta ad essere”. Vi chiedo – ha detto infine Papa Francesco rivolgendosi ai vescovi coreani – di essere veri padri, “di essere servitori, come Cristo che è venuto per servire e non per essere servito”.