Esperto del luogo in
cui svolge il proprio servizio, capace di fraternità con altri
sacerdoti piuttosto che di ambizione, uomo di preghiera che
cerca in Dio la parola da dire o il gesto da compiere.
L'identikit del diplomatico della Santa Sede è stato tracciato
ieri da Papa Francesco durante una visita in forma privata alla
Pontificia Accademia Ecclesiastica. Un incontro iniziato verso
le 18.00 e concluso dalla cena con la comunità dell'Accademia.
Lo riferisce la Radio Vaticana.Dopo aver presieduto
la preghiera dei Vespri nella cappella dell'Accademia -
istituzione che ospita quest'anno 29 sacerdoti di 16 nazioni di
quattro continenti - Papa Francesco si è intrattenuto con i
sacerdoti in un colloquio fatto di domande e risposte.
Tra queste, una chiedeva in particolare come sia possibile
per un diplomatico vivere la profezia e l'utopia del bene. Il
Papa ha indicato tre caratteristiche, che il diplomatico della
Santa Sede deve coltivare con attenzione. Anzitutto avere chiara
la memoria del Vangelo, della Chiesa e della storia di un
popolo: se si legge la realtà prescindendo dalla nostra
condizione di discepoli, ha detto, si finisce inevitabilmente
nell'ideologia. Secondo, essere capaci di realismo, di saper
guardare al presente con competenza, avendo studiato e visitato
il Paese in cui si opera per capirlo realmente a fondo. Terzo,
ha affermato Papa Francesco, l'utopia del futuro. Per tracciare
il futuro di un popolo non tutte le strade sono percorribili,
dunque è necessaria anche la prudenza. Ma soprattutto, l'utopia
del futuro è comprendere cosa ci promette Dio nel futuro. Quindi
profezia, ha proseguito il Papa, è dire la parola giusta, quella
che lo Spirito suggerisce di dire avendola compresa nella
preghiera. Nel colloquio sono stati toccati anche aspetti della
vita nelle nunziature. È necessario, ha ribadito fra l'altro il
Papa, che i rappresentanti pontifici coltivino un clima di
fraternità con i vescovi dei Paesi in cui vivono.
Un orizzonte più ampio di temi ha poi riguardato l'impegno
della Chiesa per la tutela della dignità della vita umana anche
sul piano internazionale, le aspettative per il Sinodo dei
vescovi sulla famiglia di ottobre e la dimensione carismatica di
ogni istituzione ecclesiale.