Ancora un appello del
Papa a "tenersi lontano da corruzione e malaffare". È possibile
se l'economia "è radicata nella giustizia". Che non è però solo
"osservanza delle leggi, va oltre" prendendo "a cuore la sorte
dei più poveri". Papa Francesco ha detto queste parole ricevendo
oggi in udienza i Cavalieri del Lavoro.
Un'occasione anche per tornare a parlare del dramma dei
giovani senza lavoro, che si sentono considerati inutili dalla
società. Una "disfunzione - ha avvertito chiamando ognuno alle
proprie responsabilità - che non si può attribuire soltanto a
cause di livello globale o internazionale".
La disoccupazione giovanile "è una vera e propria piaga
sociale - ha detto il Papa - in quanto priva i giovani di un
elemento essenziale per la loro realizzazione e il mondo
economico dell'apporto delle sue forze più fresche. Il mondo del
lavoro dovrebbe essere in attesa di giovani preparati e
desiderosi di impegnarsi e di emergere. Al contrario, il
messaggio che in questi anni essi hanno spesso ricevuto è che di
loro non c'è bisogno".
E poi, riconoscendo agli imprenditori insigniti del titolo di
Cavalieri del Lavoro come il loro impegno abbia una "portata
etica", coglie l'occasione per ribadire che "il bene comune non
può essere raggiunto attraverso un mero incremento di guadagni".
Una corsa al profitto che spesso non guarda in faccia a nessuno
e porta al malaffare. "Solo se radicata nella giustizia e nel
rispetto della legge l'economia - ha detto Papa Francesco -
concorre a un autentico sviluppo, che non emargini individui e
popoli, si tenga lontano da corruzione e malaffare, e non
trascuri di preservare l'ambiente naturale". Ma "la pratica
della giustizia, ci insegnano sapientemente i testi biblici, non
si limita - ha osservato il pontefice - all'astensione dalle
iniquità o all'osservanza delle leggi, anche se questo già è
tanto!, ma va addirittura oltre. È veramente giusto chi, oltre a
rispettare le regole, agisce con coscienza e interesse per il
bene di tutti, oltre che per il proprio. È giusto chi si prende
a cuore la sorte dei meno avvantaggiati e dei più poveri, chi
non si stanca di operare ed è pronto a inventare strade sempre
nuove". "La pratica della giustizia, in questo senso pieno, è quello
che ci auguriamo - ha concluso il Papa - per ogni operatore
economico e per tutti i cittadini".