Palermo. L'asilo nido sognato da don Puglisi diventerà realtà
L'arcivescovo Corrado Lorefice con il presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale, davanti al progetto per la costruzione dell'asilo nido dedicato al beato Pino Puglisi
Il cancello arrugginito è ricoperto di mazzolini di mimose gialle, l’ampio terreno circondato da palazzotti a due piani e ruderi non è più la discarica di qualche settimana fa, ripulita a tempo di record per accogliere un momento di festa. Il sogno dell’asilo nido di don Pino Puglisi comincia a prendere forma a Palermo, negli impegni delle istituzioni cittadine, che ieri hanno ricevuto in dono dal Centro di accoglienza Padre Nostro il progetto definitivo della struttura intitolata "I Piccoli di 3P". Proprio sul terreno in cui sorgerà uno degli edifici che il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 desiderava per far crescere i bambini di Brancaccio, sottraendoli alla strada e alla criminalità, si sono dati appuntamento volontari, amministratori, sacerdoti, vescovi, studenti e professori, per scrivere la prima pagina di un nuovo capitolo per quel pezzo di periferia rimessa al centro con la storica visita di papa Francesco, in occasione del 25° anniversario del martirio del beato Puglisi. Proprio il Pontefice, lo scorso 15 settembre, ha benedetto quei faldoni di disegni, computi metrici, relazioni custoditi in uno scatolo verde, che Mariangela D’Aleo, responsabile del Centro Padre Nostro, prossima al parto della sua seconda bimba, ha consegnato nelle mani di altre due donne, il nuovo assessore comunale ai Lavori pubblici, Maria Prestigiacomo, e il responsabile unico del procedimento, Diletta De Angelis. Uno squadrone che dovrà fare in modo che il sogno si trasformi in realtà.
Il progetto definitivo commissionato a un professionista, grazie al sostegno della Fondazione Giovanni Paolo II, la onlus toscana impegnata nel dialogo, nello sviluppo e nella cooperazione internazionale anche con il contributo della Cei, e di Avvenire, ha ricevuto la copertura finanziaria: sono previsti 3,3 milioni del Fondo di sviluppo e coesione, che il prossimo 4 aprile dovrebbero ricevere il via libera del Cipe, assieme agli altri 7 milioni per la costruzione della piazza, l’"agorà" di Brancaccio. Lo ha confermato Steni Di Piazza, vicepresidente della commissione Finanze al Senato, del M5s, in accordo con il ministro per il Sud, Barbara Lezzi. A quel punto il Comune dovrà avviare le procedure di gara per il progetto definitivo e la realizzazione dell’opera.
«Siamo qui per fare memoria del beato Puglisi, perché la memoria costruisce futuro – sottolinea il sindaco Leoluca Orlando –. È un passo avanti verso la vivibilità di questo quartiere» e «verso la realizzazione del magistero di don Pino, che è stato e continua ad essere un grande educatore» afferma con gioia monsignor Luciano Giovannetti, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II. «Si riparte dal vero centro, si riparte dai più piccoli per incidere davvero nel cambiamento – aggiunge l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice –. Il messaggio è il Padre Nostro, i piccoli non siano soggetti al padrino, siano liberi. I bambini non sono cosa nostra, né di Cosa nostra, sono i figli di questo Padre. Ed è bello che questo progetto venga fuori da un lavoro di rete». «È questo che abbiamo fatto in 26 anni, abbiamo creato relazioni – dice il presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale –. Diceva don Pino: "Non dobbiamo illuderci, non saremo noi da soli a trasformare Brancaccio", ma "se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto…"». «Mi piacerebbe che questo quartiere non fosse più ricordato come luogo di morte – conclude il parroco don Maurizio Francoforte –, ma per la bellezza dei bambini che lo rendono festoso".