11 febbraio 2013. Padre Lombardi: Francesco sostenuto nella preghiera da Benedetto XVI
L’11 febbraio del 2013 è una data storica nella storia della Chiesa: Benedetto XVI allora rinunciava al ministero petrino. Un gesto inedito che - a distanza di quattro anni - si comprende sempre più profondamente grazie anche allo straordinario rapporto di fratellanza tra Francesco e il papa emerito.
In un'intervista a Radio Vaticana, è padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, a riflettere sulla storica decisione presa da Benedetto XVI: «Il modo in cui ha vissuto e vive questi anni corrisponde a quello che ci aveva detto, cioè vivere nelle preghiera, nel ritiro, da un punto di vista spirituale e con estrema discrezione, il suo servizio di accompagnamento nella preghiera della vita della Chiesa e di solidarietà anche, con il suo successore proprio nella sua responsabilità. Questo è quello che sta avvenendo, in piena serenità» spiega il gesuita che negli anni del Pontificato di Ratzinger ha diretto la Sala Stampa vaticana.
Il legame tra Benedetto XVI e Francesco
Del legame «inedito, ma è vissuto con estrema serenità e normalità» tra papa Francesco e papa Benedetto XVI padre Lombardi non è sorpreso: quello che aveva detto Ratzinger quattro anni fa è quello che sta accadendo. «Nella sua discreta e serena vicinanza spirituale al suo successore che sente certamente - come ci ha detto molto volte - anche il sostegno di questa presenza e di questa preghiera e che coltiva questo rapporto, a volte con delle visite, a volte con delle chiamate telefoniche, certamente con molti segni di familiarità, di rispetto e di attesa del sostegno spirituale. Quindi sì, stiamo vivendo questa realtà inedita, ma è bella, è consolante; direi che tutte le volte che vediamo delle immagini di papa Francesco e il suo predecessore insieme, è una grande gioia per tutti ed è un bell'esempio di unione nella Chiesa, nella varietà delle condizioni».
Coerenza e lucidità di papa Ratzinger
Sulle condizioni di salute di Benedetto XVI padre Lombardi spiega di averlo «trovato perfetto dal punto di vista della lucidità, della presenza spirituale, mentale, e quindi è un vero piacere stare con lui. Naturalmente il tempo passa e quindi le forze non aumentano strada facendo, mentre quelle mentali e spirituali sono perfette, le forze fisiche vanno dunque un po’ indebolendosi. Tuttavia è una persona che non ha malattie particolari, quindi si vede la fragilità che aumenta con l’età, però sta in piedi, può camminare in casa. Lo si incontra come una persona anziana divenuta un po’ più fragile con il passare del tempo, ma che è perfettamente presente e che è piacevolissimo incontrare».
La testimonianza nella preghiera: «Presenza che ci conforta»
In un altro passaggio dell'intervista alla Radio Vaticana, il presidente della Fondazione Joseph Ratzinger-Benedetto XVI si è soffermato sulla testimonianza del papa emerito: «Direi che il suo vivere questo tempo nella preghiera è in perfetta coerenza con quello che è stato appena detto, cioè Dio al centro, la fede come senso della nostra vita e, la cosa che io trovo anche molto bella – e che risulta pure da questo volume delle “Ultime Conversazioni”-, è questo senso della prossimità all'incontro con Dio, il vivere l’età anziana come un tempo di preparazione e di familiarizzazione - direi - con il Signore che ci si prepara ad incontrare. Questa mi sembra una bellissima testimonianza. Credo che sia veramente molto bello avere il Papa emerito che prega per la Chiesa, per il suo successore. È una presenza che noi sentiamo, sappiamo che egli c’è e anche se non lo vediamo spesso, quando lo vediamo siamo tutti molti contenti perché gli vogliamo bene. Quindi lo sentiamo come una presenza che ci accompagna, che ci conforta, che ci rasserena».