Chiesa

Giubileo della Misericordia. Padova, aperta la Porta santa nel carcere Due Palazzi

martedì 29 dicembre 2015
Domenica 27 dicembre, il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, ha aperto la Porta della Misericordia della Cappella del Carcere Due Palazzi, che diventa così chiesa giubilare per i detenuti e per quanti nei prossimi mesi vivranno il Giubileo in carcere: dai gruppi parrocchiali, che da alcuni anni già entrano e celebrano la Messa la quarta domenica del mese, alle molte altre parrocchie che si stanno prenotando per poter vivere il Giubileo in questa “periferia esistenziale”. La celebrazione si è svolta davanti ai 150 detenuti e a un gruppo proveniente dalla sezione di alta sicurezza. Con loro anche il cappellano don Marco Pozza, il gruppo di catechisti e catechiste, i rappresentanti delle associazioni che operano all’interno della casa di reclusione e delle cooperative, il direttore del carcere Ottavio Casarano. Tra i presenti anche fra Beppe Prioli, da 52 anni in ascolto e al servizio dei detenuti, alcuni presbiteri diocesani “amici” della casa di reclusione Due Palazzi. Introducendo la celebrazione don Pozza si è soffermato sul senso del “varcare la porta”: “Chi troverà il coraggio di varcare quella porta, oltre l’indulgenza plenaria, otterrà anche un biglietto omaggio per assistere allo spettacolo più bello che la storia abbia mai trasmesso: quello di un uomo e di una donna che, caduti o sbattuti a terra, tentano in tutti i modi di rialzarsi”. Dal canto suo il vescovo Cipolla ha sottolineato che aprire la Porta della Misericordia ricorda che Dio è “più grande del peccato, del delitto, dell’ingiustizia fatta e subita”. Pregando il vescovo ha chiesto “la conversione del cuore”, “il coraggio di sognare anche dentro una cella” e la capacità di “restare fratelli e a correggerci cercando il bene e facendo il bene”. Al termine della celebrazione fra Beppe Prioli ha invocato “l’abolizione dell’ergastolo, l’abolizione del carcere per i minori; modalità diverse per mamme e bambini”. Prima dei saluti finali alcuni detenuti dell’alta sicurezza hanno donato al vescovo un corporale e due croci in legno da loro realizzate.