Santa Sede. La Chiesa ha 13 nuovi cardinali, 6 sono italiani. Ecco chi sono
Concistoro ordinario pubblico del 2018
Tredici nuovi cardinali, di cui sei italiani, verranno creati in un concistoro fissato per sabato 28 novembre, vigilia della prima domenica di Avvento. Lo ha annunciato oggi papa Francesco al termine della preghiera dell’Angelus.
Nove, di cui tre italiani, hanno meno di ottanta anni, e quindi con il dritto di partecipare al Conclave. Si tratta del vescovo maltese Mario Grech, 63 anni, segretario generale del Sinodo dei vescovi, degli italiani Marcello Semeraro, 73 anni, vescovo emerito di Albano, da pochi giorni prefetto della Congregazione delle Cause di Santi, Paolo Augusto Lojudice (56 anni, arcivescovo di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino ed ex ausiliare di Roma) e padre Mauro Gambetti (55 anni fra due giorni, conventuale, Custode del sacro Convento di Assisi), dello statunitense Wilton D. Gregory, 73 anni, arcivescovo di Washington (il primo cardinale di colore degli Usa), dell’arcivescovo di Kigali in Rwanda Antoine Kambanda, 62 anni, dell’arcivescovo di Capiz nelle Filippine José F. Advincula, 68 anni, dell’arcivescovo di Santiago del Cile Celestino Aos Braco (75 anni, cappuccino, spagnolo di nascita), e del vicario apostolico di Brunei Cornelius Sim, 69 anni.
A questi nuovi porporati elettori papa Francesco aggiungerà anche quattro non elettori, di cui tre italiani. Si tratta del vescovo emerito di San Cristobal de Las Casas in Messico Felipe Arizmendi Esquivel, 80 anni, del nunzio Silvano M. Tomasi (80 anni, scalabriniano), del parroco del Divino Amore a Roma monsignor Enrico Feroci (80 anni, già direttore della Caritas diocesana) e di padre Raniero Cantalamessa, 86 anni, cappuccino, dal 1980 predicatore della Casa Pontificia.
La nomina di sei ecclesiastici della Penisola è stata accolta con gioia con la Chiesa italiana. “Esprimo gratitudine al Santo Padre per aver chiamato sei confratelli nel sacerdozio ad aiutarLo nel servizio alla Chiesa universale. Le Chiese che sono in Italia affidano al Signore i nuovi cardinali”, ha dichiarato il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei. I nuovi porporati annunciati, ha aggiunto, “sono frutto e dono delle nostre comunità”. “Conosco ciascuno di loro – ha proseguito il cardinale Bassetti – e sono certo che sapranno vivere questa nuova responsabilità con intensità e umiltà. Il Cardinalato - ci ricorda il Santo Padre - non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. A nuovi cardinali l’amicizia e l’affetto dell’Episcopato italiano, insieme al ricordo nella preghiera”."A nome dei vescovi toscani - si legge in un messaggio del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze - esprimo gratitudine al Papa per aver voluto onorare le nostre chiese con la nomina cardinalizia di monsignor Lojudice e mi rallegro con l’arcivescovo di Siena certo che le sue doti umane, spirituali e pastorali e la sua esperienza, prima a Roma e ora in Toscana, gli permetteranno di offrire al Santo Padre una valida collaborazione nella guida della Chiesa universale". Con la nomina di Lojudice quella toscana diventerà l'unica regione ecclesiastica italiana con due sedi diocesane con a capo un porporato. Siena non aveva un cardinale arcivescovo dal 1823 (Antonio Felice Chigi-Zondadari).
“Una notizia improvvisa – ha commentato l’arcivescovo di Siena, Augusto Paolo Lojudice – solo pochi giorni fa ho avuto l’onore di poter conferire con papa Francesco, durante il colloquio, però, non è mai saltata fuori la possibilità che potessi diventare cardinale. Sono onorato, la notizia, come tutti, l’ho appresa durante l’Angelus e sono rimasto quasi impietrito. Ho sentito diverse voci relativamente a una mia presunta partenza, non è assolutamente vero. Resterò a Siena, se c’è una cosa che abbiamo capito durante l’operato di sua Santità, è quella di avere la capacità di stravolgere tutti i piani, decidendo di testa sua. Per questo abbiamo già assistito a nomine fuori dalla cosiddette sedi cardinalizie”.
Con Lojudice nel Collegio cardinalizio ci sarano due elettori "romani di Roma". L'altro è l'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi. E' dagli anni Settanta del secolo scorso che non succedeva. Un altro porporato annunciato oggi, l'ultraottantenne Feroci, pur essendo originario di Pizzoli (AQ) appartiene al clero romano.
Dopo il prossimo Concistoro i cardinali elettori creati da Papa Francesco saranno 73, 39 quelli di Benedetto XVI e 16 quelli di Giovanni Paolo II. Gli europei saranno 53 (di cui 22 italiani), i latinoamericani 24 (computando Aaos Braco), gli africani 18, gli asiatici 16, i nordamericani 13, 4 i provenienti dall'Oceania. Dopo quella italiana (22) la componente più nutrita continuerà ad essere quella statunitense (9) seguita da quella spagnola (6). Brasile, Canada e Francia ne hanno 4. Germania, India, Messico, Polonia e Portogallo 3.
Nel periodo successivo ai Patti Lateranensi, che avevano restituito alla Santa Sede la piena libertà per le nomine episcopali della Penisola, si era consolidata la tradizione che in Italia oltre al vicario di Roma fossero otto le diocesi che prevedessero la porpora: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo. Con Papa Francesco questo automatismo è saltato. Comunque al momento il numero di cardinali residenziali italiani è sostanzialmente in linea con il passato. Su 22 porporati elettori provenienti dalla Penisola, dieci sono residenziali: gli emeriti di Genova, Milano con gli ordinari di Firenze e Napoli - nominati prima del 2013 - e poi gli ordinari di Agrigento, Bologna, L'Aquila, Perugia, Roma (vicario), e, ora, Siena, designati da Papa Francesco.
Dopo il 28 novembre Papa Francesco avrà creato complessivamente - in sette concistori - 79 cardinali elettori, tra i quali 14 italiani e 15 curiali. Lojudice e Gambetti diventeranno rispettivamente il quarto e terzo cardinale più giovane del Sacro Collegio (dopo il centrafricano Dieudonné Nzapalainga, 53 anni, e il portoghese curiale José Tolentino de Mendonca, 55 anni a dicembre. Gambetti viene preconizzato tra i cardinali elettori senza essere ancora vescovo. Una circostanza piuttosto rara. Mai avvenuta con Benedetto XVI, accaduta una volta con Giovanni Paolo II (padre Roberto Tucci che però compì 80 anni meno di due mesi dopo aver ricevuto la berretta) e più volte con Paolo VI (ad esempio con Charles Journet, con i padri Giulio Bevilacqua e Jean Danielou e da ultimo con padre Luigi Ciappi nel 1977, tutti comunque consacrati vescovi prima del concistoro di nomina). Presumibilmente a padre Gambetti, che come Custode scade a febbraio, verrà affidato un nuovo incarico.
Con il nuovo Concistoro avremo per la prima volta un cardinale in Rwanda e nel sultanato del Brunei che è uno dei pochi Paesi a non avere rapporti diplomatici con la Santa Sede e dove è applicata rigidamente la sharia. La porpora arriverà per la prima volta anche nell'arcidiocesi di Capiz. In passato le Filippine avevano avuto cardinali solo a Manila e Cebu. Grech poi sarà il terzo cardinale maltese della storia, dopo l'omonimo agostiniano Prosper (1925-2019) e Francesco Sceberras Testaferrata (1757-1843).
Per quanto riguarda i cardinali appartententi al clero religioso nel nuovo concistoro ce ne saranno quattro: tre della famiglia francescana (due cappuccini - il votante Aos Braco e il non elettore Cantalamessa - e il conventuale Gambetti, votante) più lo scalabriniano, non votante, Tomasi. Dopo il 28 novembre quindi ci saranno 51 cardinali appartenenti a istituti religiosi, di cui 29 votanti. Tra questi ultimi salesiani saranno sempre 5, i gesuiti 4, mentre i cappuccini passeranno da 1 a 2 raggiungendo spiritani e domenicani. Prima di Gambetti gli ultimi cardinali appartenenti all'ordine dei francescani conventuali risalgono all'Ottocento: il romagnolo Antonio Francesco Orioli (1778-1852) e il siciliano Antonio Maria Panebianco (1808-1885), entrambi ebbero incarichi nella Curia romana.
Infine il peso della Curia. Anche se di poco, continua a scendere. Dopo il 28 settembre i cardinali curiali, ex curiali o con uffici assimilabili saranno 29 su 128, con un terzo di che ha già superato i 75 anni.