Roma. Emergenza sbarchi, «vertice Ue deludente»
L'Europa "ha perso l'occasione per comprendere fino in fondo che la tragedia legata alle migrazioni mette in gioco la sua autorità morale e politica e i principi di solidarietà su cui è fondata", secondo l'Osservatore romano, che dedica al vertice Ue l'apertura dell'edizione in edicola questo pomeriggio, intitolata "Avanti divisi", e un corsivo su "solidarietà e multilateralismo europei". "Forse - scrive Mario Benotti - si poteva fare di più. L'Europa avrebbe potuto dare una risposta più alta e completa (e anche più concreta) alla situazione che, non da oggi, si è venuta a creare nel Mediterraneo. Pur con tutte le sue divisioni interne l'Unione europea ha finalmente preso ufficialmente coscienza degli orrori. Ma ha perso l'occasione per comprendere fino in fondo che la tragedia legata alle migrazioni mette in gioco la sua autorità morale e politica e i principi di solidarietà su cui è fondata. Eppure il Governo italiano ha salutato con favore anche questo primo e timido passo: l'Ue si impegna a triplicare i fondi per la missione Triton - arrivando però a spendere in tutto quello che la sola Italia ha speso per l'operazione Mare Nostrum - salvo poi portare i profughi nel Paese più vicino, quindi di nuovo l'Italia. E pensare che lo stesso Governo italiano alla fine del suo semestre di presidenza, solo quattro mesi fa, aveva posto all'attenzione di tutta l'Europa la necessità di intervenire sulla gestione dei flussi migratori con una serie di raccomandazioni e richieste alle quali, di fatto, non è stato dato alcun seguito".
Il cardinale Vegliò: inutile bombadare i barconiIl cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, ammette di non essere soddisfatto di questo accordo. "Qualcosa è stato fatto, come il finanziamento dell'operazione Triton, ma così non si risolve il problema. Servirebbe un programma a lungo termine, una politica delle migrazioni seria. L'Europa - ha detto il porporato al Sir, Servizio di informazione religiosa - non ha una politica di integrazione per i migranti. Su 28 Paesi solo 4 o 5 ne accolgono in gran numero. E gli altri che fanno? Dobbiamo fare qualcosa, però l'atteggiamento europeo è: vi do i soldi ma non ci disturbate". L'Ue, in definitiva, "è un'unità economica, finanziaria, un progetto bellissimo ed entusiasmante ma mi sembra che oggi sia un'Europa molto egoista, stanca, che ha perso i suoi valori cristiani".
Bombardare i barconi, afferma ancora Vegliò, "è un'idea stranissima: ma bombardare in un Paese è un atto di guerra! Poi a cosa mirano? Solo ai piccoli battelli dei migranti? Chi garantisce che quell'arma non uccida anche le persone vicine, oltre a distruggere i barconi? E poi, anche se fossero distrutti tutti i battelli, il problema dei migranti in fuga da conflitti, persecuzioni e miseria continuerà ad esistere. È inutile bombardare le imbarcazioni, le persone disperate troveranno sempre sistemi per fuggire: faranno altri barconi, passeranno via terra. Finché ci saranno guerra, dittature, terrorismo e miseria ci saranno i profughi, che andranno dove possono andare".
Centro Astalli: risultati deludenti
"Incredibilmente deludenti i risultati della riunione straordinaria del Consiglio d'Europa che si è tenuta ieri a Bruxelles. Ciò che più colpisce è quello che manca". Lo afferma in una nota il Centro Astalli, il servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia. "Non si è decisa alcuna azione comune di ricerca e soccorso - prosegue la nota - è stato aumentato il budget dell'operazione Triton, ma non ne è stato modificato il mandato di controllo delle frontiere. Si è disposti a spendere la stessa cifra che l'Italia impiegava per Mare Nostrum, senza però dare priorità al salvataggio delle vite in mare. Manca completamente qualunque sperimentazione per l'istituzione di vie d'accesso legali e sicure per chi cerca protezione in Europa, unica vera arma per contrastare il traffico di esseri umani".
Inoltre, secondo il Centro Astalli, "manca un piano europeo perl'accoglienza e la redistribuzione di richiedenti asilo e rifugiati in tutti i 28 stati membri che superi una volta per tutte il Regolamento di Dublino e non sia gestito su base volontaria.
Fondazione Migrantes: Europa incerta e timorosa
"Piccoli passi di un'Europa incerta e timorosa ad affrontare il dramma delle morti, il flusso di 200.000 migranti dal Nord Africa, le centinaia di migliaia di persone in fuga da guerra e terrorismo". È questo il commento di mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, alla dichiarazione seguita al vertice straordinario del Consiglio d'Europa di ieri. Una dichiarazione in quattro punti, in cui "l'Europa ha scelto di investire più soldi - le stesse risorse che l'Italia aveva da sola garantito a Mare nostrum - in Frontex, per controllare le frontiere del Mediterraneo, per controllare le coste del Nord Africa e per combattere il traffico degli esseri umani, anche ipotizzando un'azione - da tutti gli esperti sconsigliata - di distruzione delle barche dei trafficanti nei porti", afferma mons. Perego in una nota. "Dei migranti l'Europa si è preoccupata di velocizzare i controlli, le schedature per un rimpatrio veloce dei non aventi diritto alla protezione internazionale, con un rischio anche di una semplificazione delle procedure di riconoscimento dei richiedenti asilo, ma non si è impegnata in un rafforzamento del piano di accoglienza dei rifugiati in tutti i Paesi europei. Solo annunciate anche le azioni puntuali e precise per una cooperazione internazionale e per un'azione di pace. Le azioni che l'Onu aveva chiesto all'Europa - rafforzamento del salvataggio in mare, canali umanitari, l'accoglienza di un numero sensibilmente più alto di rifugiati - sono state rimandate", prosegue. "Si è discusso solo dell'accoglienza e del trasferimento in altri Paesi europei di 5.000/10.000 rifugiati, nello stesso giorno in cui l'Anci in Italia si è resa disponibile ad accogliere 40.000 rifugiati. Dal vertice europeo di ieri esce l'Europa dei nazionalismi. È rimandata la costruzione dell'Europa sociale e solidale", conclude il direttore di Migrantes.