Coronavirus. Oratori e Regioni, una rete per ripartire
Fare rete per offrire a bambini, ragazzi e giovani un’estate nel segno dello stare e crescere insieme, oltre che per aiutare le famiglie a riprendere la strada verso la normalità dopo i mesi difficili del lockdown: è questo l’orizzonte nel quale si colloca la speciale collaborazione tra oratori, pastorale giovanile e Regioni messa in campo in questo periodo. Un confronto serrato che nasce dalla consapevolezza del prezioso ruolo sociale giocato dagli oratori, riconosciuto in Italia da una legge del 2003, e che, come raccontiamo in questa pagina, in molte regioni ha visto il contributo diretto dei responsabili della Pastorale giovanile alla stesura delle indicazioni locali per l’applicazione delle Linee guida nazionali sui servizi all’infanzia e all’adolescenza legate all’emergenza Covid-19. In alcuni casi le Regioni hanno deciso di mettere sul tavolo anche dei finanziamenti che hanno permesso a parrocchie e oratori di ripartire con i centri estivi nel rispetto delle stringenti normative sanitarie attuali. Il messaggio è chiaro: se l’Italia può ripartire è anche grazie all’impegno della comunità cristiana a favore delle nuove generazioni.
Matteo LiutLombardia
Anche i sedicenni coinvolti nel servizio ai più piccoli
Tra i soggetti interpellati in questi mesi dalla Regione per ideare e affrontare la ripresa delle attività estive rivolte ai ragazzi, non potevano mancare gli oratori che in Lombardia sono circa 2.300 e funzionano come punti di riferimento per i giovani e il territorio. «Le istituzioni – spiega il coordinatore di Odielle (Oratori diocesi lombardi) don Stefano Guidi – si sono rese conto dell’importanza della presenza e del lavoro sul campo degli oratori. Proprio la competenza pratica ed educativa ci ha permesso di sollevare temi importanti. In particolare gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni rischiavano di sfuggire allo sguardo dell’ente pubblico, naturalmente rivolto ai bambini più piccoli rispetto ai quali il bisogno delle famiglie era urgente. Gli oratori hanno sottolineato che una questione educativa seria riguarda anche i ragazzi di medie e superiori che hanno bisogno di proposte e non possono essere lasciati a sé stessi. La bontà di questo dialogo con la Regione è emerso nell’ultima ordinanza che riconosce la possibilità del volontariato anche agli adolescenti di 16 anni».
Ilaria BerettaLiguria
Specificità dei campi estivi finalmente valorizzata
La funzione sociale ed educativa degli oratori, riconosciuta da una legge regionale ormai sedici anni fa, assume in quest’estate una valenza particolarmente significativa: i ragazzi stanno riscoprendo tutta la bellezza di stare insieme nei luoghi aperti con responsabilità e passione dalle parrocchie, dagli enti e dalle associazioni cattoliche. Presidi di crescita che sono stati strutturati tenendo in considerazione le “linee guida” consegnate dalla Regione Liguria per le attività estive dei bambini e degli adolescenti. In sede di confronto per giungere alla definizione del provvedimento, l’ente regionale ha coinvolto la Conferenza episcopale ligure al fine di considerare gli aspetti tipici dell’oratorio e dei campi estivi. Un dialogo che rientra in quella indicazione già definita nel 2004 che attesta il servizio educativo a favore dei minori attraverso «la valorizzazione del tempo libero, attività di integrazione sociale ed interculturale ed attività rivolte a limitare i fenomeni di devianza e disagio minorile giovanile».
Alberto GastaldiUmbria
Dialogo costruttivo, avviato a beneficio dei giovani
Dopo le linee giuda del governo per l’avvio dei centro estivi 2020 in tempo di Covid–19, sono iniziati i contatti tra la Regione e la Conferenza episcopale dell’Umbria per calarle nel “pianeta” dei 110 oratori presenti nella terra dei santi Benedetto e Francesco. Un dialogo costruttivo tra Donatella Tesei per la Regione e l’arcivescovo Renato Boccardo per la Ceu. Le istituzioni civili hanno ascoltato le specificità degli oratori, illustrate dal coordinatore umbro don Riccardo Pascolini. «Con la Regione – afferma il sacerdote – abbiamo studiato in modo non asettico le linee guida nazionali. È stato un lavoro proficuo e la parte civile ha anche riconosciuto come valore aggiunto, e ne siamo chiaramente felici, l’educazione tra pari che noi proponiamo come metodo. L’istituzione regionale ha ribadito ancora una volta l’importanza del servizio degli oratori umbri alla cooperazione del bene della gioventù. Da parte nostra abbiamo ricevuto attenzione e siamo ancora più consapevoli del valore di quanto facciamo per la formazione umana, culturale e spirituale delle nuove generazioni. Quindi, con coraggio siamo partiti con i Grest».
Francesco CarliniMarche
Contributo da 800mila euro per le attività delle diocesi
Quello tra le diocesi delle Marche e la Regione è «un rapporto continuo» che «si è intensificato nell’ultimo periodo per la messa a punto del Decreto appena approvato che prevede un contributo di 800mila euro per la riapertura delle attività degli oratori a seguito dell’emergenza Covid». Lo conferma Simone Longhi, segretario dell’Osservatorio giuridico della Regione ecclesiastica marchigiana, specificando che tale somma sarà ora ripartita tra le diocesi «per il 70% proporzionalmente alla popolazione di età inferiore ai 18 anni e per il 30% proporzionalmente all’estensione territoriale». La collaborazione con le istituzioni regionali, fa sapere Longhi, continua sempre a sostegno della funzione socio–educativa delle realtà ecclesiali. «Con il presidente della Conferenza episcopale marchigiana, monsignor Piero Coccia, e con il delegato regionale per la Pastorale giovanile, don Paolo Sabatini, stiamo lavorando a un Protocollo di intesa che vada ad aggiornare quello del 2015, ormai scaduto, e aiuti sacerdoti e diocesi a riattivare la rete degli oratori che il Covid ha indebolito».
Stefania CaredduCampania
Grandi temi su cui riflettere, dal bullismo al lavoro nero
«Non si tratta solamente di sostenere l’avvio dei centri estivi negli oratori e nelle associazioni che fanno riferimento alle parrocchie ma, molto più, di riconoscere il ruolo decisivo di queste realtà nella formazione e nell’educazione dei ragazzi e dei giovani». Don Francesco Riccio, incaricato regionale della pastorale giovanile della Campania, va diritto al problema. Oltre a preoccuparsi delle linee–guida per l’apertura dei campi estivi, la pastorale giovanile «ha lavorato in questi mesi per un obiettivo importante – prosegue Riccio – un protocollo d’intesa tra le Chiese della Campania e la Regione della durata di tre anni e che rappresenta il riconoscimento della realtà degli oratori per l’educazione dei ragazzi e le necessità delle famiglie». I temi su cui rifletteranno i giovani saranno il lavoro nero, l’evasione scolastica, il bullismo, la legalità. Ma sarà fondamentale adottare una “conversione pastorale”, dice don Francesco, «che renda stabile la collaborazione fra Regione ed enti educativi, permettendo anche di contare su risorse certe per la programmazione delle attività. Mettersi in rete significa, innanzitutto, investire».
Rosanna BorzilloPuglia
Dagli animatori volontari una testimonianza preziosa
Anche in Puglia, la Regione ha lavorato gomito a gomito con l’Ufficio regionale di Pastorale giovanile. «Ci sono due novità elaborate insieme, rispetto alle linee guida nazionali. La prima – spiega don Davide Abascià, responsabile regionale – è la possibilità di aggiungere degli operatori minorenni volontari non retribuiti, accanto agli adulti che seguono i bambini. La figura dell’animatore è fondamentale e strategica per accompagnare l’adulto nelle attività. E poi sono stati gli stessi adolescenti, in molti casi, a chiedere ai parroci di poter essere utili. Abbiamo dato voce a questa forma di testimonianza. Il secondo aspetto nuovo è stato di considerare i centri estivi parrocchiali, per la loro pluridecennale attività, equiparati ai centri accreditati, con la possibilità di chiedere contributi economici ai Comuni. È un ulteriore riconoscimento degli sforzi che facciamo, puntando sulla progettualità educativa. Questo periodo è stato suggellato da dialogo, ascolto e confronto, una linea intrapresa già lo scorso anno con un protocollo d’intesa per gli oratori, rinnovato a marzo scorso, tra Conferenza episcopale pugliese e Regione».
Marina LuzziEmilia Romagna
Inaugurato un nuovo canale ma adesso servono i fondi
«È stato un percorso lungo, ma ora possiamo dire che la collaborazione con la Regione Emilia–Romagna è buona». Don Marcello Palazzi, incaricato regionale per la Pastorale giovanile, è soddisfatto di un rapporto che ha raggiunto il punto più alto con il tavolo messo in campo nel post–pandemia, per ripartire con l’attività oratoriale. «Dopo anni di incomunicabilità – ricorda don Marcello –, solo dal 2010 c’è stata un’apertura, sono aumentate le occasioni di confronto e si è capito il nostro ruolo sociale. Ora abbiamo ottimi rapporti oltre che con gli amministratori, con dirigenti e tecnici». Tradotto, significa «avere un canale diretto per rispondere in tempi rapidi alle domande di parrocchie e diocesi». Premiata così la scelta dei quindici vescovi della regione che si sono mossi insieme (anche) sulla Pastorale per i giovani. Un aspetto negativo? «A differenza di altre regioni, noi non abbiamo ancora ricevuto fondi specifici per l’attività», chiosa don Palazzi.
Matteo BilliPiemonte
Una collaborazione feconda sinergie vincenti nella fase 2
«Una collaborazione buona e feconda». Don Luca Ramello, responsabile della pastorale giovanile piemontese e coordinatore del Top, il tavolo sugli oratori creato per gestire la «fase 2» tra la Conferenza episcopale piemontese e la Regione Piemonte giudica positivo il lavoro che ha permesso la riapertura in sicurezza degli oratori. «Abbiamo portato il nostro contributo – spiega – per poter applicare le disposizioni del governo tenendo conto della specificità dell’oratorio che ha caratteristiche differenti rispetto ai centri estivi». Siamo riusciti ad avviare una formazione online «Covid–19» a cui abbiamo già 12mila iscritti. Da anni gli oratori piemontesi hanno un sostegno finanziario dalla Regione, ora con il lavoro paziente e puntuale della Pastorale giovanile si è giunti ad un protocollo, presentato nei giorni scorsi, e che sarà firmato dal presidente Cep, l’arcivescovo Cesare Nosiglia, dopo l’approvazione della Giunta Cirio. Il rapporto sarà più stretto e riguarderà anche l’aspetto normativo. Un passaggio molto importante.
Chiara Genisio