Chiesa

Sinodo su giovani e fede. Ora due anni per ascoltare le domande di futuro

Francesco Ognibene giovedì 6 ottobre 2016
Ha ascoltato il parere di tutti – padri sinodali, vescovi di ogni parte del mondo, religiosi, i cardinali suoi consiglieri diretti –, poi ha deciso. E la scelta è, come sempre con papa Francesco, una sorpresa e una conferma. Indicando alla Chiesa che dopo due assemblee sinodali sulla famiglia è ora di occuparsi dei giovani e delle loro scelte di vita Bergoglio mostra di voler portare l’attenzione sulle questioni decisive per il popolo di Dio e per la società, senza badare in alcun modo a criteri "mediatici".
 
La sorpresa è dunque il tema inatteso, la conferma è che la Chiesa viene invitata a guardare a quello che conta. I giovani non sono genericamente il "futuro" o una categoria sociologica ribattezzata in modo diverso a ogni stagione, ma stanno dentro le ferite e le speranze del mondo: nella famiglia in crisi di identità e sotto l’attacco concentrico di ideologie individualiste, nella società che cerca nuovi equilibri globali e locali, nell’economia che usa le nuove generazioni come risorse da spremere ma non gli apre vere chance di futuro, nel lavoro che manca e quando c’è non garantisce la libertà di progetti di vita affidabili.
La condizione giovanile è un indicatore dello stato di salute dell’umanità e della stessa Chiesa. Riflettere, come invita a fare sin d’ora il tema del Sinodo già fissato per l’ottobre 2018, sui giovani a confronto con la fede e la loro vocazione (intesa nel senso più ampio) significa dedicarsi ad ascoltare cosa la gioventù oggi chiede e cerca lanciando nei modi più diversi le sue domande radicali sulla vita: per cosa vale la pena vivere, soffrire, amare, battersi, diventare adulti? A cosa sono chiamato? Quali voci mertitano di essere ascoltare? Chi è capace oggi di parole significative e credibili sul mio destino? Ora è il momento – ci dice il Papa – per guardare ai giovani senza pregiudizi, impegnandosi per comprenderli davvero. Lo stesso vale per loro: arriva l’occasione per cercare con sincerità dentro se stessi e proporsi per un dialogo profondo con chi ha già percorso un tratto di strada più lungo.
 
Abbiamo due anni di lavoro davanti su queste suggestioni e su molte altre che emergeranno. Il Papa stesso ha spronato i giovani a essere d’esempio agli adulti con la loro capacità di alzarsi dal divano – è l’immagine che spese alla Gmg di Cracovia – spezzando l’isolamento, la rassegnazione, l’indifferenza.
Così com’è stato con i due Sinodi sulla famiglia, che hanno mobilitato la Chiesa dall’ultima parrocchia al collegio cardinalizio in un lavoro sinodale senza precedenti, un tema così grande come quello dei giovani merita di essere preso molto sul serio. Con queste premesse, i frutti arriveranno.