Roma. Oggi beatificato Jordan, una fede senza confini
Padre Francesco Maria della Croce Jordan, fondatore della famiglia salvatoriana
Festa grande oggi per 1.550 tra sacerdoti, religiosi e seminaristi, 973 suore e 500 laici con promesse, ovvero per l’intera famiglia salvatoriana il cui fondatore, padre Francesco Maria della Croce Jordan, al secolo Johann Baptist Jordan, viene beatificato a Roma, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, durante il rito presieduto dal cardinale vicario Angelo De Donatis.
Nato il 16 giugno 1848 a Gurtweil (Germania), Jordan a 29 anni entra in seminario e nel 1878 viene ordinato sacerdote. Mandato a Roma per studiare le lingue orientali, che poi perfeziona nel centro di studio dei Maroniti in Libano, mentre si trova in Terra Santa riceve l’ispirazione a fondare un’opera completamente dedita alla diffusione della fede. L’8 dicembre 1881, nella Cappella di Santa Brigida a Roma, nasce così la Società del Divin Salvatore ed esattamente otto anni dopo, a Tivoli e in collaborazione con Therese von Wüllenweber, la Congregazione delle Suore del Divin Salvatore. Un afflato che porta poi anche alla nascita dei Salvatoriani laici, chiamati alla missione apostolica senza lasciare il proprio ambiente e stato di vita. Esiliato in Svizzera durante la prima guerra mondiale, è qui che padre Jordan morirà nel 1918. Le sue spoglie dal 1956 riposano a Roma presso la casa generalizia della congregazione.
Padre Jordan è stato beatificato per l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di una bambina brasiliana affetta da displasia scheletrica delle ossa lunghe, ovvero nanismo congenito, accertata da tutti i vari esami prenatali. La bambina è poi nata nel 2014 perfettamente sana. I familiari della piccola erano profondamente devoti di padre Jordan, invocato da subito perché intercedesse per la sua guarigione.
Oggi la famiglia salvatoriana è presente in Europa, Asia, America del Nord e del Sud. La chiamata è quella a seguire il Divin Salvatore, formando una comunità all’interno della Chiesa universale per il servizio apostolico. Come il fondatore, i Salvatoriani sono chiamati a proclamare la salvezza a tutti gli uomini, in modo che attraverso la vita che vivono e nelle loro attività apostoliche, tutti possano conoscere «Te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che ci hai mandato».
Sono presenti tra i poveri e gli emarginati; sostengono lo sviluppo umano, la vita familiare, la salute e l’istruzione; accompagnano i giovani nello scoprire come vivere la loro vocazione cristiana; fanno ricerca e insegnano nelle università; annunciano il Vangelo in modo moderno e in dialogo con tutte le culture per mezzo della comunicazione sociale.
A luglio partirà anche un anno di ringraziamento nel segno del beato Jordan, come deciso e comunicato alla vigilia della beatificazione da padre Milton Zonta e suor María Yaneth Moreno, superiori del ramo maschile e femminile, e da Christian Patzl, coordinatore generale dei laici: «Sarà un momento di grazia per i Salvatoriani e le Salvatoriane. La beatificazione di padre Jordan rappresenta una nuova fonte di ispirazione e una chiamata alla conversione personale, comunitaria ed apostolica, affinché non diventi un semplice ricordo o solo una serie di azioni esterne, comunitarie o istituzionali, ma sia anche un evento interiore che ci rimandi verso il senso profondo della nostra chiamata vocazionale». Nell’indizione dell’Anno salvatoriano, si raccomanda inoltre di ispirarsi alla santità del fondatore per arrivare ad essere «apostoli oltre le frontiere, attraverso una vita feconda, creativa e aperta alle sfide future, perché come raccomandò padre Jordan: siate uomini di preghiera e farete grandi cose».